Guardare film, programmi televisivi ed eventi sportivi in diretta su piattaforme web legate alla pirateria audiovisiva nono solo viola il diritto d’autore, ma espone gli utenti ad un elevato numero di minacce informatiche.
Furti di identità, frodi, malware, sottrazione di dati sensibili, violazione di database personali, sono solo alcuni dei rischi per la sicurezza informatica in cui incappano molti di coloro che scelgono di guardare gratuitamente un contenuto audiovisivo, che gratuito non è.
Pirateria, cyber minacce e italiani ignari
Secondo una nuova ricerca europea commissionata da Fact, è emerso che il 60% degli italiani, cioè tre connazionali su cinque circa, sono assolutamente all’oscuro dei rischi informatici connessi alla pirateria audiovisiva.
Durante il lockdown per la pandemia di Covid-19, si è registrato un aumento sia del tempo dedicato agli schermi digitali, sia del tempo dedicato al consumo di contenuti audiovisivi.
Si stima che durante le passate festività di Natale, il 44% degli italiani ha acquistato o ricevuto in regalo dispositivi per vedere film, programmi TV e sport preferiti.
Nonostante in molti (86%) fossero consapevoli dell’illegalità della pirateria, la maggior parte dei consumatori (60%) non era a conoscenza dei più ampi rischi associati a questo fenomeno.
Quasi due terzi degli intervistati (60%) ha mostrato una iniziale tentazione ad utilizzare i propri nuovi dispositivi per accedere gratuitamente a contenuti premium come sport o film, rischiando di esporre inconsapevolmente sé stessi e i dispositivi ai pericoli nascosti della pirateria.
Rischi e scarsa consapevolezza
“Sebbene sia positivo che molte persone sappiano che la pirateria è illegale, sembra esserci scarsa conoscenza dei rischi cui vanno incontro gli utenti di certi servizi. Di conseguenza, in molti si espongono inconsapevolmente ai pericoli legati a questo fenomeno”, ha dichiarato Kieron Sharp, CEO di FACT.
“Eppure, il furto di identità, le frodi, i malware e i virus per i dispositivi sono dei rischi molto concreti – ha chiarito Sharp – per questo invito chiunque stia prendendo in considerazione la fruizione di contenuti piratati di pensarci due volte e di chiedersi se valga davvero la pena correre il rischio di dare a organizzazioni criminali l’accesso ai propri dispositivi e conti correnti”.
Tra brutte esperienze, dirette ed indirette, una maggiore volontà di informare sui pericoli informatici legati alla pirateria, da parte delle associazioni di settore e delle imprese dell’industria culturale e dei contenuti creativi, negli ultimi anni il numero di coloro che ha cambiato la propria percezione nei confronti di questo reato è andato aumentando.
Secondo il sondaggio, infatti, il 40% degli intervistati ha affermato che, alla luce di quanto appreso, avrebbe sconsigliato ad amici e parenti di ricorrere a piattaforme web pirata.
Stare con i pirati significa commettere un reato
Senza contare che guardare un film, un evento sportivo o un programma televisivo gratis, tramite siti/app pirata, significa che si sta commettendo un reato.
Fruire di un contenuto audiovisivo offerto gratuitamente, quando gratuito non è, significa che si stanno sostenendo piattaforme online che distribuiscono senza alcuna autorizzazione film e programmi tv protetti da copyright.
Guardarli significa dare sostegno ad un’attività criminale.
Un’attività criminale che di fatto lucra sul lavoro dell’industria culturale, mettendo così a repentaglio piani aziendali, investimenti, posti di lavoro ed introiti fiscali per lo Stato.