E’ di pochissimi giorni fa la notizia di un altro attentato ad opera di personaggi legati all’Isis. Gli inquirenti che indagano sul disastro dell’Airbus precipitato nel Sinai sono infatti ormai certi che l’esplosione sia stata causata da una bomba e che l’attentato sia stato organizzato dall’Isis. Subito dopo l’attentato diversi Paesi hanno sospeso i voli e numerosi passeggeri sono rimasti bloccati negli aeroporti.
Ci troviamo di fronte all’ultimo di una lunga sequenza di eventi di cronaca legati al terrorismo con ripercussioni emotive e pratiche anche in luoghi molto distanti da quelli degli eventi.
Ciò che sta avvenendo è una vera e propria “globalizzazione della paura”. Questo stato d’ansia attraversa Paesi e piazze e crea un clima di terrore diffuso.
Gli effetti nella vita quotidiana possono essere anche piuttosto pesanti. Ci si sente sempre di più minacciato e per cercare di difendersi non si fa altro che mantenere atteggiamenti guardinghi, sospettosi verso il mondo, limitando di conseguenza la propria vita. Anche le tradizionali destinazioni di vacanza diventano aree ad alto rischio.
Qualcosa di simile era già accaduto dopo gli scorsi attentati a Parigi e a Tunisi.
Di fronte a questi eventi se da un lato c’è l’entrare in risonanza da parte di chi ne viene a conoscenza attraverso i media (con gli effetti in termini di paura che abbiamo appena descritto), dall’altro c’è la condizione di chi, per un verso o per l’altro vive direttamente l’evento o le sue conseguenze.
Eventi così drammatici purtroppo sono spesso difficili da elaborare autonomamente. È per questo che è consigliabile in questi casi (e in tutti quelli in cui si è esposti direttamente o indirettamente a traumi importanti) rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Poiché la sintomatologia del cosiddetto disturbo post-traumatico da stress è molto pervasiva, limitante e progressiva è bene ricorrere ad un supporto psicologico competente non appena si manifestano i primi disagi.
Dopo l’attentato in Tunisia ad esempio la compagnia MSC Crociere ha chiesto un intervento da parte dell’Associazione E.M.D.R. Europa per i sopravvissuti, i feriti e i loro parenti. Un team di psicologi, attraverso la tecnica dell’E.M.D.R. (Eye Movement Desensizitation and Reprocessing) è riuscito ad intervenire direttamente sul trauma conseguente all’evento altamente stressante. ‘L’EMDR funziona già dopo poche sedute. E’ uno strumento di cura veloce – afferma Paola Vinciguerra, psicologa, psicoterapeuta, presidente EURODAP, Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico e Responsabile Comunicazione e Sviluppo EMDR -. Vivere un trauma, infatti, può cambiare completamente l’esistenza dell’individuo. I sintomi più comuni che possono apparire sono: insonnia, continui flash-back, ansia, attacchi di panico, depressione, disturbi ossessivi ed atteggiamenti compulsivi. In conseguenza del forte stress psicologico possono manifestarsi anche: cefalee, malattie cardiovascolari, problematiche a livello gastrico ed anche nella funzionalità complessiva della persona’.