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L’andamento degli ultimi 17 anni. Ucciso un maestro. Parigi vieta cortei pro Gaza
Altissima l’allerta in Francia per il pericolo di attacchi antisemiti. Nella mattinata di venerdì 13 ottobre un uomo di 20 anni è entrato nel suo ex liceo ad Arras, comune francese nel dipartimento del Passo di Calais, e ha accoltellato alla gola uccidendolo un professore di lettere al grido di “Allah Akbar”. Un agente di sicurezza è in condizioni gravi e un altro insegnante è ferito ma non in pericolo di vita. Dal video ripreso dagli studenti e circolato in rete si vede l’aggressore brandire il coltello mentre degli studenti cercando di fermalo con delle sedie.
Attacchi antisemiti in Francia, tre anni fa un terrorista uccideva per decapitazione un insegnante
Azioni riuscita, infatti il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin dichiara che non ci sono altre vittime e che l’aggressore è stato arrestato. L’autore dell’assassinio del professore, secondo le prime fonti, sarebbe di origine cecena. Un fatto preoccupante. La ragione è che il 17 ottobre è la data in cui tre anni fa un professore veniva decapitato in un liceo di Parigi da un diciottenne sempre di origine cecena. Anche in questo caso l’aggressore, come raccontano i testimoni, aveva dichiarato prima di uccidere il docente di farlo per la causa dello Stato Islamico, l’organizzazione terroristica paramilitare nota come Isis. Le probabilità che l’attacco antisemita appena verificatosi in Francia sia stato organizzato come azione collegata all’aggressione del 2020 è molto alta.
La Francia vieta tutte le manifestazioni pro Palestina
La paura di attacchi antisemiti in Francia è altissima. Al punto che il ministro dell’Interno con una nota ai prefetti introduce l’arresto per chi organizza manifestazioni pro Palestina. Se l’organizzatore è straniero la disposizione lampo del ministro Gérald Darmanin prevede l’espulsione la revoca del permesso di soggiorno. Inoltre scuole ebraiche e sinagoghe sono presidiate dalle forze dell’ordine. La Francia non è la solo in Europa che vieta le manifestazioni pro Palestina, anche a Vienna infatti un corteo è stato disperso. La ragione comunicata dalle autorità è che manifestazioni di questo tipo possono innescare episodi di violenza.
Gli attacchi antisemiti in Francia
Basta guardare il grafico sopra che mostra gli attacchi antisemiti in Francia negli ultimi 17 anni. Salta subito all’occhio come dopo il calo di attacchi dovuto al lockdown del 2020 i numeri delle segnalazioni di atti di antisemitismo sia tornato quasi ai livelli del 2019 data in cui sono stati denunciati 687 episodi di violenza antisemita. Nel 2021 gli attacchi sono stati leggermente meno, 589 e ancora meno nel 2022, 436.
Il 14% degli attacchi fisici di matrice antisemita è commesso con un’arma
Ma questa diminuzione non è necessariamente sinonimo di meno violenza, infatti se a livello macro diminuiscono le denunce per tutti i reati di antisemitismo andando a indagare in profondità si scopre che non diminuiscono quelli di violenza fisica, vengono denunciati meno reati quindi ma 1 segnalazione su 2 è per violenza fisica. Non solo, secondo i dati del ministero degli Interni più del 60% degli atti antireligiosi che danneggiano le persone sono diretti contro gli ebrei, anche se rappresentano meno dell’1% della popolazione francese. Il 14% di questi attacchi fisici antisemiti inoltre viene commesso con un’arma.
Il razzismo in Francia
I motivi di questa recrudescenza sono strettamente legati alle ripercussioni del conflitto israelo-palestinese. La possibilità che nasca un nuovo antisemitismo è fortemente paventata dai media che rilevano sui social media un’avversione crescente nei confronti delle politiche israeliane. Questa forma di antisemitismo “debole” ma concreta non è recente è stata infatti coltivata dall’islamismo radicale e dalla sinistra terzomondista nei decenni trovando nelle periferie delle città francesi un terreno alquanto fertile per diffondere la loro ideologia anti-Israele.
Rischio di atti antisemiti, la complessità dell’individuazione di soggetti isolati
Il problema è che gli atti antisemiti più efferati vedono spesso entrare in azione soggetti isolati, più difficili da individuare. Nell’ultima settimana la maggior parte degli atti antisemiti denunciati riguarda “segnali deboli” come messaggi sui social network, insulti o grida come “Allah Akbar”. Tuttavia la guerra scoppiata nella Striscia di Gaza è motivo di crescente preoccupazione tra i dirigenti dell’intelligence francese perché potrebbe innescare l’azione di individui isolati, attori che possono operare senza affiliazioni, legami e contatti il che rende difficile identificarli e prevenirli in anticipo. Per questo anche un messaggio anti-Israele affidato a un social network può essere motivo di allerta.
I dati si riferiscono al: 2022
Ultimo aggiornamento: ottobre 2023
Fonte: Commission Nationale consultative des droits de l’homme (Cncdh)