L’operazione AT&T-Time Warner da 85,4 miliardi di dollari continua a far discutere e produrrà tanta eco nei mesi a venire per le ripercussioni che avrà sul mercato audiovisivo globale. E mentre c’è già qualcuno che lancia l’allarme privacy, Rupert Murdoch, che nel 2014 aveva tentato senza riuscirci la scalata a Time Warner, ha chiesto un esame accurato e alto livello di questa M&A, dato l’impatto che può avere sui consumatori.
La richiesta di 21st Century Fox si unisce al coro di voci repubblicane e democratiche che chiedono una valutazione accurata dell’operazione.
Ma non è solo l’aspetto consumeristico a preoccupare il mercato.
Il colosso nato dalla fusione, che mette insieme il leader americano della telefonia mobile e quello dei media al quale fanno capo reti tv di successo come CNN ed HBO, solleva timori anche dal punto di vista concorrenziale.
Al centro delle preoccupazioni l’autonomia di CNN, ma anche potenziali vantaggi dei contenuti media sulla rete a banda ultralarga dell’operatore.
Hulu diventerà una potenza?
Gli altri servizi di video streaming resteranno schiacciati dagli ingranaggi di questa nuova grande macchina dell’industria audiovisiva?
Il Ceo di Netflix, Reed Hasting, che già in passato si era scagliato contro AT&T sui temi riguardanti la net neutrality, sostiene senza mezzi termini che non ha ragione di temere il nuovo accordo “se i bits di Netflix e quelli di HBO saranno trattati allo stesso modo”.
Ma sarà così?
La combinazione del portafoglio di milioni di abbonati wireless e pay tv della telco con la scuderia di reti televisive e programmazione di Time Warner spaventa anche la politica perché costituirebbe un limite alla concorrenza e un danno per i consumatori.
Domenica scorsa il gruppo tlc ha garantito che avrebbe mantenuto una gestione autonoma delle risorse multimediali di Time Warner, viste le preoccupazioni nutrite dal personale di CNN che l’indipendenza editoriale potesse essere compromessa.
Il Ceo di Netflix benedice l’accordo ma teme ancora per la neutralità della rete.
I servizi in streaming sono divoratori di banda. Il traffico di Netflix nelle ore di punta arriva a rappresentare un terzo di tutto quello generato negli Usa.
Questo ha sempre creato tensioni tra i fornitori di contenuti e gli Isp che devono potenziare le loro reti per fronteggiare l’urgenza dell’aumentato traffico e soprattutto garantire servizi di qualità.
Non sempre, infatti, la velocità garantita è adeguata ad assicurare immagini di qualità.
Nel 2014 Netflix aveva stretto un accordo con AT&T per garantirsi connessioni più veloci.
Ora però i dubbi tornano.
Time Warner possiede HBO, noto marchio internazionale di serie tv, un diretto concorrente di Netflix che ora viaggerà sulle reti di AT&T.
Hastings può dormire davvero sonni tranquilli?