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Asstel, Butti: ‘Tlc in crisi? Serve una nuova visione paneuropea’

Alessio Butti, Sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione e alla Transizione Digitale, ha chiuso oggi il Forum annuale delle Telecomunicazioni organizzato da Asstel e dai sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil.  “Meno male che Pietro Labriola ha esordito dicendo che è ottimista visto che ha tracciato un quadro abbastanza complicato”, ha detto Butti, ringraziando poi l’ad di Tim che ha riconosciuto l’attività del Governo, in termini di ascolto e di soluzioni avanzate per la industry delle Tlc.

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Intelligenza artificiale in cima all’agenda

Butti ha cominciato il suo intervento dall’Intelligenza Artificiale, più volte evocata durante il Forum di Asstel. “La settimana scorsa è stato varato il comitato strategico di assoluto livello – ha detto – una segreteria tecnica e soprattutto con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni abbiamo trattato il tema in sede di comitato interministeriale”.

L’intervento del presidente del BEREC Masselos

L’intervento del presidente del BEREC Konstantinos Masselos stimola una serie di riflessioni. “Masselos ha ricordato i ritardi (di copertura a banda ultralarga ndr), che noi conosciamo e abbiamo ripetuto in più occasioni, e ci ha anche parlato dell’importanza di un 5G che non sia questa volta un 4,5G ma un 5G stand alone. E come sapete questo Governo ha varato una strategia sulla banda ultralarga dove investe, per la prima volta, anche in edge computing – ha aggiunto – Questo Governo è il primo governo che a livello europeo ha presentato in tempi non sospetti una serie di proposte e lo ha fatto anche sull’edge computing e anche in materia di fair share. La soddisfazione che abbiamo registrato a Leon in occasione dell’ultimo Telecom Council informale del 23 e 24 di ottobre è stato una grande soddisfazione. Altri governi hanno ammesso che l’Italia ha delle idee e delle proposte in materia di Tlc”.

Butti, ‘Switch off del rame auspicato, ma non può essere pagato’

Sullo switch off del rame, “è stato auspicato, certamente va accompagnato, non può essere pagato come qualcuno ha ipotizzato nei mesi scorsi”, ha detto il Sottosegretarioche domani sarà a Bruxelles a parlare anche di questi temi.

Butti, ‘Due errori da evitare sull’AI’

Proiettandosi verso il futuro, Butti precisa che in tema di Intelligenza artificiale due sono le cose da evitare. “Vorremmo evitare due errori commessi nella precedente strategia – ha detto – il primo è che indubbiamente c’è il problema della formazione. Ma i corsi di laurea STEM su cui insisteva molto la precedente strategia non ha dato i risultati sperati. Questo perché lo Stato e le famiglie italiane spendono mediamente 170mila euro per accompagnare alla laurea un giovane o una giovane italiana. Li formiamo bene e poi ci vengono sottratti dal mercato globale che non ce li restituisce più. Quindi c’è un danno e una beffa”.

Il secondo errore da evitare è “l’immissione massiva di sistemi di intelligenza artificiale in una nazione che non ha una politica industriale – ha detto Butti – non ce l’ha sulle telecomunicazioni, immaginiamoci se ce l’ha sull’intelligenza artificiale. E su questo ovviamente tutti insieme stiamo lavorando. Ma l’immissione massiva di sistemi di intelligenza artificiale significa una e una sola cosa: lock in successivo. E questo è un errore che non vogliamo commettere, perché abbiamo la presunzione di voler fare l’intelligenza artificiale e ovviamente anche poi limitarci soltanto ad usarla”.    

Butti, ‘Broadband satellitare sempre più diffuso. Rivedere il business model delle Tlc’

“Sto pensando a quello che sta accadendo con la moltiplicazione dei satelliti a bassa quota – prosegue Butti – che sono capaci di offrire servizi broadband di altissima qualità anche in condizioni critiche. Spiace citare due situazioni belliche come l’Ucraina e Gaza, però quello che è accaduto e accade in Ucraina dove il satellite consente di fare delle dirette indisturbate al presidente Zelensky è certamente dovuto al fatto che la tecnologia satellitare dà un grande aiuto. Lo stesso vale per la Striscia di Gaza, dove le connessioni sono garantite sempre dal satellite. Questa è la direzione del futuro e anche l’orientamento che anche a livello europeo sta emergendo. Spiace dire che in Ucraina e a Gaza il sistema satellitare è quello di Elon Musk”.   

Sovranità digitale

Sovranità digitale a livello europeo è importante parlarne, termine sdoganato dalla presidente Von Der Leyen. “Proprio a Leon il commissario Breton ha fatto un passo indietro sul fair share e un passo avanti rispetto al Digital Network Act, per cui adesso gli Stati membri andranno a elaborare insieme un libro bianco che consentirà di proiettare la politica europea, la politica paneuropea sulle telecomunicazioni e non solo del prossimo futuro”.

Consolidamento paneuropeo, numerazione, roaming

Tutto ciò passa dal consolidamento. “Se non si procede con il consolidamento a livello europeo avremo dei problemi con le altre aree del mondo – dice – Partiamo dalla numerazione, che deve diventare europea. Nell’epoca di Whatsapp non ha più senso parlare di numeri nazionali. E poi c’è il roaming. A me piacerebbe che il servizio fosse garantito all’estero da chi già mi segue nel mio paese a prescindere dai perimetri nazionali. E invece oggi quando si acquista la sim card non la si può usare liberamente in un altro paese”.

Larga banda fissa

Oggi un consumatore può rivolgersi ad un incumbent nazionale o all’operatore tv via cavo, dove esiste il cavo, o ad un operatore alternativo. “Se esistesse un vero mercato unico potremmo avere operatori che operano anche in altri paesi – dice Butti – se ci fosse anche un mercato wholesale, per quanto riguarda la fibra, sempre a livello paneuropeo”. Lo stesso discorso vale per i servizi e i contenuti. Ad esempio, un cliente di Sky Italia non può vedere i contenuti italiani se si trova all’estero.

Butti, Incumbent contrari a dividere la rete dai servizi

“Gli incumbent, essendo quasi tutti integrati verticalmente, si oppongono- a questo disegno – dice Butti – e qui c’è una soluzione. Vale a dire dividere la rete dai servizi, come stiamo cercando di fare a livello nazionale. Ma non è una cosa semplice, perché dipende anche dalle procedure”. L’integrazione fra la rete e i servizi non è più indispensabile come una volta”, aggiunge.

“I governi sono interessati al controllo strategico, senz’altro e noi ne abbiamo fatto un tratto distintivo. Però dobbiamo promuovere un mercato wholesale che sia aperto, competitivo, che garantisca una maggiore efficienza e la neutralità nei confronti degli altri operatori attivi nel mercato retail”, aggiunge Butti, secondo cui occorre un nuovo modello di business, una nuova visione, delle nuove scelte che non siano sempre convenzionali.

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