Lo scorso mercoledì 10 giugno, ANSSAIF ha organizzato come di consueto un incontro con i propri soci, che si sono riuniti fisicamente presso i locali di RBS – Retail Banking Services di Roma e on line nella piattaforma per webinar di recente acquisita al fine di rispondere anche alle esigenze dei più lontani.
La rubrica AssetProtection, ovvero Riflessioni su sicurezza e terrorismo, a cura di Anthony Cecil Wright, presidente Anssaif (Associazione Nazionale Specialisti Sicurezza in Aziende di Intermediazione Finanziaria). Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.Come sempre un ospite di rilievo, per discutere sul tema de La guerra sul Cyberspazio ed intelligence economica: il professor Luciano Hinna. E’ attualmente Professore ordinario in Economia delle Aziende Pubbliche e Non Profit presso l’università di Roma Tor Vergata. Ha ricoperto importanti incarichi nel settore della consulenza direzionale a livello nazionale ed internazionale e nel recente passato è stato chiamato come esperto ad assistere l’ABI e l’Associazione Nazionale delle Banche Popolari. In materia di responsabilità sociale ha prodotto articoli e pubblicazioni, tra i quali si ricorda Il bilancio sociale edito dal Sole24Ore.
Il Professor Hinna, per interpretare questa realtà liquida nella quale i nuovi killer, gli hacker, non impugnano più una pistola ma agiscono a colpi di mouse, propone una lettura critica della Relazione sulla politica dell’Informazione per la Sicurezza 2014 del DIS (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza), ovvero l’organo di cui si avvalgono il Presidente del Consiglio dei ministri e l’Autorità delegata per l’esercizio delle loro funzioni e per assicurare unitarietà nella programmazione della ricerca informativa, nell’analisi e nelle attività operative di AISE e AISI.
Il documento in questione – Spiega il Professor Hinna – è strutturato in quattro parti essenziali nelle quali sono molti i temi affrontati: dal fenomeno jihadista, interessante da comprendere specie per le aziende italiane che operano nelle aree coinvolte, alle vulnerabilità del tessuto economico, incluso il delicato argomento dell’approvvigionamento energetico e della tutela degli interessi italiani all’estero (così come ha fatto ben intendere il Dott. Saccone in un precedente incontro ANSSAIF – Sicurezza sul lavoro e responsabilità amministrativa degli enti); dal fenomeno sociale, incluso il disagio, le nuove forme di attivismo, eversione, estremismo e immigrazione, alle minacce attestate nello spazio cibernetico.
La lettura congiunta del suddetto documento con la relazione annuale del COPASIR (Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica) – entrambi sono documenti destinati a soggetti istituzionali – rappresenta in ogni modo una fonte interessante e ricca di spunti anche per l’operatività e l’azione strategica delle imprese. E non riguarda solamente i grandi gruppi, bensì coinvolge le PMI, le famiglie professionali e, perché no, anche i privati cittadini.
La questione quindi si focalizza su due principali aree strategiche, nuove per l’intelligence di Stato, spesso gestite in modo disgiunto e con superficialità dalle imprese: l’intelligence economica e il cybercrime.
Il cyberspazio – chiarisce Hinna – rappresenta un ambiente che subisce le minacce dei nuovi scenari, ma rappresenta anche un vettore d’attacco per le altre dimensioni, in particolare per la finanza e l’economia. Le guerre oramai avvengono prima nel cyberspazio e poi sulle borse.
Da un lato, la proliferazione degli strumenti disponibili e, dall’altro, la sedimentazione storica e la conseguente crescita qualitativa delle tecniche hanno profondamente cambiato il quadro dell’intelligence, sottoponendolo di fatto ad una forte accelerazione. Basti pensare, tornando indietro di qualche decennio, alla Guerra Fredda per poi approdare nuovamente all’attuale guerra sul Cyber, ripercorrendo le tappe del terrorismo interno ed esterno, della lotta alla criminalità organizzata e della guerra dei mercati e della finanza.
E’ chiaro il monito che Luciano Hinna ha voluto trasmettere, e lo fa con ancor maggior chiarezza durante il dibattito conclusivo con il Presidente di ANSSAIF Cecil Wright: le associazioni sono chiamate ad un compito molto importante, attivando un processo finalizzato a generare consapevolezza circa la necessità di integrare e condividere l’approccio al risk management.
Integrare perché la visione della sicurezza, che non può essere interpretata a compartimenti stagni, deve dotarsi di una focale ampia, in grado di cogliere la totalità degli aspetti implicati. Condividere perché l’ambito pubblico e quello privato si uniscano in un’attività di autopsia dei fallimenti, attraverso il censimento e la ricerca.
E’ fondamentale – conclude Hinna – la capitalizzazione delle esperienze, attraverso la trasformazione delle informazioni in conoscenza e saggezza. E che non vada mai persa l’esperienza della human intelligence, sarebbe un grave errore.