Forse i vertici responsabili della politica nazionale non si sono accorti della difficilissima condizione in cui versa il nostro paese e, per questo, continuano ad impegnarsi in diatribe infinite, accusandosi a vicenda o discutendo su quando andare alle elezioni o ponendo l’accento sugli elementi di divisione anziché su quelli di unione.
Essere il Partner con le peggiori previsioni di sviluppo, avere il debito pubblico più alto e tale da comportare un esborso annuo di ben settanta miliardi di interessi, avere una evasione fiscale da primato in ambito europeo, avere una disoccupazione giovanile devastante, continuare a non raggiungere il promesso pareggio di bilancio per evitare il continuo aumento del debito, vivere in un sistema dove trionfa l’illegalità e la corruzione e qui mi fermo, non interessa e non importa la classe politica, cioè quel gruppo di cittadini, profumatamente pagati, ai quali il popolo ha affidato la guida del paese.
Il loro interesse è rappresentato dalla lotta, dalla competizione infinita per acquisire o mantenere posti di potere, o incarichi di carattere politico, adeguatamente compensati di tutto il resto: della soluzione dei problemi della società, del futuro della situazione economica, del lavoro, della legalità, poco o nulla importa.
Ma le ragioni del loro disinteresse, sono fondamentalmente due:
La prima è dettata dal fatto che non sono capaci di proporre e attuare soluzioni valide ai problemi che angustiano la nostra società, quali quelli che ho prima indicati, ciò, appare chiaro, dalle esperienze fatte, in tempi recenti, durante i quali l’alternarsi di più Governi non ha portato nulla di concreto, in termini di soluzione.
Non sapendo proporre e adottare soluzioni accompagnate da successo, a malgrado delle roboanti promesse in sede elettorale, preferiscono cimentarsi nella polemica o formulare proposte riferite ad argomenti quali la riforma costituzionale, la legge elettorale, la data delle elezioni ed altri, che non incidono minimamente su problemi quali : lavoro, debito, corruzione, deficit, ecc.
La seconda ragione è grave al pari della prima. In politica l’itinere dell’impegno, delinea due passi fondamentali, due mete successive da raggiungere: La prima, attraverso la vittoria elettorale, rappresentata dalla acquisizione di una posizione, dalla quale esercitare il compito della guida politica del paese, la seconda l’esercizio effettivo di questo potere ai fini del bene della società, del suo sviluppo, della sua sicurezza, del suo benessere in un ambiente di giustizia ed equilibrio sociale.
Ecco che allora si spiega l’attuale disastrosa congiuntura, nella quale si rivela la incapacità e il disinteresse per i problemi veri della società e l’impegno dei partiti e dei politici si esaurisce in una lotta permanente per acquisire e mantenere posizioni di potere.
Ecco che allora il partito di Governo si macera in un dibattito senza fine su questioni procedurali e conflittuali interne, mentre, dei partiti dell’opposizione: il centro destra non riesce a trovare una compattezza ed unitarietà e si polverizza in numerose piccole parti che se non faranno blocco, sul piano politico conteranno nulla e il movimento Cinque Stelle rivela la sua assoluta inconsistenza e incapacità di assumere responsabilità di Governo.
E’ giunto il momento di abbandonare le polemiche e, responsabilmente, unirsi e impegnarsi a fronteggiare la grave situazione. Prima delle elezioni ritrovare compattezza e capacità prepositiva e, subito dopo, in base al risultato, affidare la guida del paese a chi ha ottenuto il miglior risultato il quale, alla testa di un governo di coalizione, costituito da tutti i grandi partiti, realizzi la sinergia delle forze.
L’impegno di ciascuno non sia per il contrasto e la polemica, ma sia per l’individuazione di soluzioni efficaci e condivise.
E’ il momento dello sforzo comune, non delle polemiche e dei contrasti. Quanto già accaduto in Germania, in precedenza, serva d’esempio.