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Armi. USA, Russia e Francia controllano il 60% delle esportazioni globali. Italia al sesto posto

USA, Russia e Francia i maggiori esportatori di armi al mondo

In tutto il mondo durante l’anno passato si sono spesi 2,2 trilioni di dollari nell’acquisto di armi militari, in crescita per l’ottavo anno consecutivo.

Gli Stati Uniti sono il primo fornitore di armi su scala globale, con una quota del 40% tra il 2018 ed il 2022. Un quinto delle esportazioni americane sono dirette in Arabia Saudita, un 8,6% in Giappone e un altro 8,4% in Australia, aumentando gli affari del 14% negli ultimi cinque anni.

Al secondo posto c’è la Russia, che copre il 16% delle forniture mondiali, seguita dalla Francia, con l’11%, la Cina con il 5%, la Germania e l’Italia con il 4% a testa.

La Top Ten è completata dalla Gran Bretagna al settimo posto, con il 3%, dalla Spagna sempre con il 3% all’ottavo, dalla Corea del Sud al nono con il 2% e da Israele al decimo, sempre con il 2%.

Negli ultimi dieci anni l’Italia è il Paese dopo la Corea del Sud che ha visto crescere di più le proprie esportazioni

Considerando le variazioni dei volumi di mercato tra il 2013-17 e il 2018-22, se gli USA hanno visto un aumento del 13%, la Francia ha visto crescere le proprie esportazioni di armi nel mondo del 44%, soprattutto grazie alle commesse indiane, che da sole rappresentano un terzo di tutto il commercio francese in questo settore, tra cui 62 aerei da guerra e quattro sottomarini.

Nello stesso periodo di tempo, secondo i dati dello Stockholm International Peace Research Institute, riportati da visualcapitalist.com, l’Italia ha visto crescere le proprie esportazioni del 45%, ma il Paese che ha registrato l’incremento maggiore è stata la Corea del Sud (+74%), con una quota globale del 2%.

La Russia, che attualmente occupa li secondo posto su scala mondiale, ha in realtà visto crollare le proprie esportazioni del 31%. Un trend negativo che è iniziato ben prima dell’aggressione a Kiev (anche se in concomitanza con l’avvio della crisi ucraina nel 2014) e delle sanzioni occidentali, a causa della forte concorrenza cinese e indiana, che da semplici importatori si sono via via proposti nel tempo come fornitori di armi anche ad altri Paesi.

Gravi perdite hanno riguardato i volumi di esportazione di armi di quasi tutti gli altri Paesi: Cina -23%, Germania -35%, Regno Unito -35%, Spagna -4%, Israele -4%.

L’Europa si riarma

Sempre secondo stime del Sipri, i Paesi europei hanno aumentato la propria spesa in armi militari del 3,6% nel 2022, per un totale di 350 miliardi di euro, il livello più alto dagli anni ’80 dello scorso secolo.

Un incremento che continuerà per almeno altri tre anni, secondo l’Istituto svedese, guidato soprattutto dalla Finlandia (+36%), dai Paesi Bassi (+13%), dal Belgio (+12%) e da Romania, Repubblica Ceca e Lettonia con circa il 10% a testa.

Generalmente, stando a quanto riportato dal quotidiano spagnolo El Pais, negli ultimi dieci anni la spesa in armi dei Paesi dell’Europa dell’Est è cresciuta del 30% mediamente, ma i mercati a più rapida crescita sono stati quelli baltici: +353% la Lituania, +186% la Lettonia, +148% l’Ungheria, +124% la Romania, +109% la Slovacchia.

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