L’Italia sarebbe pronta a fissare un tetto del 50% rispetto ai lotti che saranno messi a gara nell’ambito del piano Italia a 1 Giga, che potrà contare su fondi del Pnrr pari a 3,8 miliardi di euro. Lo scrive la Reuters, aggiungendo che i bandi del Governo sono in dirittura d’arrivo (potrebbero essere pubblicati già oggi) e che il territorio sarà diviso in 15 lotti.
L’obiettivo del Governo sarebbe di impedire che un unico offerente possa accaparrarsi più di otto bandi, anche se per ora non c’è nulla di definitivo e i termini di gara potrebbero cambiare.
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I fondi del Pnrr per Italia a un Giga
Oggetto di bandi sono i fondi da 3,8 miliardi di euro del Pnrr destinati alla copertura ad un Gigabyte entro il 2026.
Il tetto del 50% sui lotti a gara da assegnare ad una singola azienda o consorzio sarebbe una condizione diretta fissata da Bruxelles per preservare la concorrenza, secondo la Reuters.
Peraltro un tetto ai lotti per singolo player è in linea con quanto già detto più volte dal ministro dell’Innovazione digitale Vittorio Colao, secondo cui proteggere la concorrenza è il modo migliore per lo sviluppo della banda larga nel paese.
Gli uffici di Colao hanno programmato la pubblicazione dei bandi di gara entro fine gennaio. I bandi potrebbero essere pubblicati già oggi. Il tempo stringe, perché il Governo vuole assegnare i contratti entro giugno.
Lo schema di finanziamento ha lo scopo di coprire 6,8 milioni di case in cui nessun operatore di banda larga offre o prevede di offrire una connettività di download di almeno 300 Megabit al secondo. Diversamente dai bandi già assegnati nelle aree bianche, per la gara nelle aree grigie si utilizzerà il sistema a incentivo con fondi Ue per sostenere la costruzione della rete che resterà di proprietà dell’operatore.
Tim-KKR, mercato in fermento
La gara d’appalto arriva mentre il settore delle telecomunicazioni italiano è in grande fermento a causa della proposta del colosso statunitense di private equity KKR di rilevare Tim.
Sul fronte Tim-KKR, secondo quanto riferito dal quotidiano La Stampa l’orientamento del Governo sarebbe quella di dar credito al piano che l’attuale direttore generale e prossimo ad di Tim, Pietro Labriola, sta elaborando e la cui sostanza prevedrebbe la scissione proporzionale di una società dedicata alla rete da quella specializzata nei servizi.
Previsto il 21 gennaio il Cda di Tim che dovrebbe cooptare il direttore generale Pietro Labriola
Non mancherebbero però i dubbi che, a quanto riportano le fonti, sarebbero emersi da alcuni partecipanti alla riunione e in particolare dal Tesoro. Perplessità che si concentrerebbero sull’affidabilità dei principali azionisti di Tim, i francesi di Vivendi (col 23,75% del capitale), che negli anni hanno più volte cambiato posizione, anche sulla stessa rete.