Nuova grana in vista per il Governo italiano a causa dei ritardi di Open Fiber sulla copertura a banda ultralarga delle aree bianche del Piano BUL. I termini per l’utilizzo dei fondi pubblici e degli aiuti di Stato accordati a suo tempo dalla Commissione Ue per la copertura delle aree bianche sono scaduti il 31 dicembre 2022. E ora? Cosa deciderà di fare il Governo italiano? I ritardi di copertura hanno fatto scadere i termini per l’uso degli aiuti di stato accordati dalla Dg Comp nel 2016.
Se intende mantenere quei fondi, il Governo dovrà chiedere una nuova autorizzazione all’Europa e bisognerà attendere una nuova decisione dell’antitrust europeo. Purtroppo, i ritardi di Open Fiber hanno portato a questa situazione. A Bruxelles l’imbarazzo è palpabile. In teoria, il Governo potrebbe anche decidere di accontentarsi dell’esigua parte coperta fino ad oggi e lasciar perdere il resto del piano. Pesa l’incertezza sui tempi dilatati del piano. Siamo a meno della metà del lavoro da fare nelle aree bianche e a questi ritmi si potrebbe ipotizzare che i lavori procedano fino al 2030.
Piano BUL, stato dell’arte
Per quanto riguarda le aree bianche oggetto della decisione della DgComp che autorizzava aiuti di stato la situazione è questa:
• Ad oggi, secondo gli ultimi dati disponibili pubblicati da Infratel aggiornati alla fine di aprile 2023, le unità immobiliari collaudate sono solo 2.653.073.
• I lavori di tutti i lotti si sarebbero dovuti concludere entro questo mese per un totale di circa 6,4 milioni di unità immobiliari. Siamo a meno della metà dei lavori che Open Fiber avrebbe dovuto eseguire.
E ora?
Non è chiaro quali potranno essere le conseguenze dello sforamento dei tempi sugli aiuti di Stato. Dovremo restituire i fondi spesi dopo il 31 dicembre 2022?
Quel che è probabile è che l’Italia dovrà chiedere una proroga e la Commissione Ue, dal canto suo, vorrà verificare se le condizioni che aveva imposto sono state rispettate.
Cosa può succedere?
Il piano originale doveva concludersi nel 2020, ma fra lungaggini, ricorsi e proroghe è già previsto che proceda per tutto il 2024.
Nel frattempo, anche la seconda milestone per le aree grigie nel quadro del piano ‘Italia 1 Giga’ con i fondi del PNRR è stata disattesa al 30 giugno 2023, a controprova che i ritardi di Open Fiber non sono occasionali, ma cronici.