L’intelligenza artificiale è ormai argomento di dibattito già da tempo. La Cina in particolare sta puntando molto sullo sviluppo di questo campo con investimenti massivi in ricerca e sviluppo. Articolo tratto dall’eBook gratuito di key4biz ’Tech Trend 2019‘.
Per iniziare, il Governo cinese programma di costruire un centro ricerche da circa 2,1 miliardi di dollari per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Il centro sarà costruito a ovest di Pechino in un quartiere di periferia e coprirà circa 55 ettari. Saranno ospitate oltre 400 imprese e si prevede che creerà un valore di produzione di 50 miliardi di yuan all’anno.
Secondo i dati del China Internet Network Information Center, a giugno 2018 oltre un quarto delle 2000 compagnie di intelligenza artificiale del mondo si trovano in Cina, con un numero di brevetti, 15.700, che la pone al secondo posto dopo gli Stati Uniti. Gli USA temono di perdere l’egemonia tecnologica soprattutto nell’IA, e stanno facendo azioni, velate e non, per impedire che questo accada.
Per capire dove andrà la Cina nel 2019, riportiamo degli esempi.
Il primo riguarda la videosorveglianza.
Sense Time è la più importante startup cinese dell’intelligenza artificiale specializzata nelle tecnologie per il riconoscimento facciale. Ha ricevuto altri 620 milioni di dollari di finanziamenti da investitori internazionali (tra cui anche un’unità del gigante Usa dei semiconduttori Qualcomm, oltre che al gigante dell’e-commerce Alibaba) e così arriva ad avere un valore di circa 4,5 miliardi di dollari, arrivando ad essere la startup sull’intelligenza artificiale con la valutazione più alta a livello mondiale.
Uno dei più grandi clienti su questo progetto è proprio il governo cinese, che ha così accesso al riconoscimento facciale per identificare e controllare i suoi cittadini. Sense Time in aggiunta esprime al meglio il volere del governo cinese, cioè quello di far diventare l’AI un’industria da 150 miliardi di dollari entro il 2030. Infatti, la maggior parte delle telecamere installate nelle città o negozi sono di sua produzione, così come in molte app.
Il vantaggio della Cina su questi strumenti rispetto al mondo occidentale?
Le leggi e la possibilità di essere a stretto contatto con il governo per poter attuare un programma di sorveglianza globale. I dati di milioni di cinesi sono accessibili e utilizzabili per far funzionare bene l’AI che ha bisogno di molti numeri. E lo stato come obiettivo dichiarato parla di rafforzamento della sicurezza.
Alla luce di tutto questo, vediamo come il Continente rosso stia andando verso una modernizzazione sempre più accentuata che coinvolge molti protagonisti, Stato, aziende, fondi di investimento, cittadini. Dopotutto, se non è questo seguire le decisioni e i programmi del Partito.
Il secondo esempio vede invece l’applicazione dell’AI ancora più reale e attrattiva.
Il video diffuso da Xinhua che mostra come un giornalista sia facilmente sostituibile da un avatar sviluppato con l’intelligenza artificiale, fa pensare.
Sicuramente non si deve aver paura che sostituirà le figure di giornalisti veri ed umani almeno per i primi tempi, ma probabilmente sarà un buon sostituto in tutti i lavori meccanici che si svolgono giornalmente.
Un altro caso riguarda la municipalità di Shanghai che punta a diventare una smart city e sta attivando diversi progetti per il 2019 che la porteranno in questa direzione.
A gennaio a Shanghai inizieranno a circolare i double-deck AI bus che offriranno tour turistici per la città. Ci saranno traduzioni personalizzate in molte lingue, biglietto elettronico per l’accesso, si potranno anche porre domande, dato che la guida virtuale è programmata per dare risposte circa l’argomento.
Sviluppo e ricerca sono quindi le parole chiave per il 2019 per il campo dell’intelligenza artificiale in Cina e chissà quali colpi di scena ci riserverà.