Akamai Technologies presenta uno studio, commissionato alla Gatepoint Research, relativo alle strategie cloud delle grandi aziende.
La ricerca rivela che nel 2015 la maggior parte delle aziende di grandi dimensioni traferirà in cloud la maggior parte delle applicazioni business.
Gatepoint Research ha intervistato 300 decisori aziendali del settore IT di cui il 65% ricopre posizioni di alto livello in aziende che si muovono in diversi settori del mercato, mentre la restante percentuale rappresenta aziende di rinomanza globale con varie sedi all’estero.
Dall’indagine si scopre che “sebbene il 50% del campione intervistato dichiari di avere oggi solo meno del 20% delle applicazioni business su Internet, il 43% prevede di spostarne la maggior parte su cloud entro il prossimo anno”.
In questo trasferimento su internet delle applicazioni business, c’è anche chi non nasconde le sue preoccupazioni. Ad esempio, “per l’87% degli intervistati la sicurezza rimane ancora la critica principale. Le prestazioni sono invece la preoccupazione del 66% degli intervistati, mentre il 45% considera cruciale il tema dell’affidabilità.
Ecco in sintesi, tutti i risultati dell’indagine:
- Le applicazioni che le aziende hanno già trasferito sul web sono, principalmente: siti aziendali (71%), email (57%), portali per la collaborazione (51%), applicazioni mobile o mobile web di back-end (46%) e applicazioni di e-learning (47%).
- In termini di pianificazione degli investimenti, i big data sono il focus primario, con il 55% degli intervistati che li indica come l’area top su cui sono stati fatti investimenti nel 2014.
- Le altre aree sulle quali si sono concentrati gli investimenti nel 2014 sono: applicazioni mobile o mobile web back-end (39%), applicazioni web e siti web (34%), siti e portali per la collaborazione (34%), servizi di back-up e disaster recovery (26%) e CRM (28%).
- Interessante notare che il 96% degli intervistati dichiara che in azienda vi sono dipendenti che accedono alle applicazioni da dispositivo mobile, con il 22% che afferma che a farlo è oltre la metà dei dipendenti.