Parte oggi nella città di Lussemburgo il ricorso in appello di Apple contro la sentenza dell’Unione europea di tre anni fa, che condannava il gigante americano a sborsare 13 miliardi di dollari in tasse arretrate (imposte non pagate all’Irlanda per il periodo 2004-2014 a cui si sono aggiunti 1,2 miliardi di euro di interessi).
La delegazione Apple sarà guidata dall’italiano Luca Maestri, Chief financial officer dell’azienda, che gestirà il ricorso contro la storica decisione annunciata nel 2016 dal Commissario europeo alla Concorrenza, Margrethe Vestager (incarico riconfermato nella nuova Commissione Ue, guidata da Ursula Von der Leyen), che molto probabilmente, anche grazie alle diverse multe inflitte a Google negli ultimi tempi, gli è valsa il soprannome “Lady Tax”, coniato per l’occasione dal Presidente americano Donald Trump.
L’audizione alla Corte di Giustizia dell’Unione europea dovrebbe durare, secondo quanto riportato dalla Reuters, un paio di giorni circa. Maestri avrà modo di ribadire le posizioni espresse già allora dal CEO dell’azienda, Tim Cook, con la richiesta di rimborso pieno.
Apple ha versato a Dublino, negli anni sopra indicati, tra lo 0,005% e l’1% del fatturato, quando avrebbe dovuto pagare un’aliquota del 12,5%.
Nella celebre lettera alla comunità Apple in Europa, Cook respinge al mittente le accuse di evasione/elusione fiscale, rimproverando all’Unione di non rispettare gli accordi presi da Apple in Irlanda già 30 anni fa, di non rispettare la sovranità fiscale del Paese e potenzialmente di tutti gli altri Stati membri, di mettere in pericolo investimenti e posti di lavoro per una questione di principio basta su presupposti sbagliati.
Il prossimo 24 settembre saranno rese pubbliche le prime decisioni preliminari, spiegano gli esperti, ma per la sentenza finale ci sarà da attendere mesi, molto probabilmente entro la prima metà del 2020.