La Corte di Giustizia dell’Unione europea ha annullato una sentenza del Tribunale Ue, che aveva a sua volta annullato una decisione dell’Antitrust europeo sulle agevolazioni fiscali ottenute da Apple tra l’inizio degli anni ’90 e la metà del decennio passato. Sulla base di questa decisione ora l’Irlanda dovrà recuperare gli aiuti di stato che erano stati elargiti al gruppo.
Aiuti di Stato, Apple dovrà pagare i mancati versamenti in Irlanda per 13 miliardi
Con un comunicato, la Corte di giustizia ricorda che nel 2016 la Commissione europea aveva deciso che alcune società appartenenti al gruppo Apple avevano beneficiato, dal 1991 al 2014, di vantaggi fiscali costitutivi di un aiuto di Stato concesso dall’Irlanda.
Secondo le stime effettuate dalla Commissione, nel periodo in esame l’Irlanda avrebbe concesso alla Apple vantaggi fiscali illegali per un totale di 13 miliardi di euro. Ora questi fondi dovranno essere restituiti da Apple.
Today is a huge win for European citizens and tax justice.
— Margrethe Vestager (@vestager) September 10, 2024
👉In its final judgment, @EUCourtPress confirms @EU_Commission 2016 decision: Ireland granted illegal aid to @Apple.
Ireland now has to release up to 13 billion euros of unpaid taxes.
Nel 2020 decisione annullata
Tale aiuto, si legge, riguardava il trattamento fiscale degli utili generati da attività della Apple al di fuori degli Stati Uniti. Nel 2020 il Tribunale ha annullato la decisione adottata dalla Commissione, ritenendo che quest’ultima non avesse sufficientemente dimostrato l’esistenza di un vantaggio selettivo a favore di tali società. Nel pronunciarsi sull’impugnazione, la Corte annulla la sentenza del Tribunale e statuisce definitivamente sulla controversia, confermando al contrario la decisione della Commissione.
Cosa è successo
L’indagine su Apple è partita nel settembre 2014. L’accusa per il gruppo e l’Irlanda è di trattamento fiscale di favore, che costituisce violazione delle norme Ue sulla concorrenza.
Secondo la Ue, Apple per anni ha tratto vantaggio dagli accordi fiscali siglati con Dublino nel periodo che va dal 1991 al 2007.
Gli accordi siglati con le autorità irlandesi “conferiscono un vantaggio per Apple” che viene “garantito in maniera selettiva”, ha sempre detto la Commissione Europea.
A sostegno della tesi di Bruxelles, il fatto che gli accordi fiscali fra Apple e Dublino siglati nel 1991 non siano mai stati rivisti per un periodo di 15 anni. Secondo la Commissione Ue lo stesso trattamento di favore non viene garantito ad altre aziende con sede in Irlanda, suffragando così l’accusa di trattamento anticoncorrenziale.
La tesi di Apple è che il trattamento fiscale di cui gode in Irlanda è lo stesso garantito a tutte le multinazionali che operano in quel paese, dove il prelievo per le aziende è fissato al 12,5%. Ma Apple lascerebbe in Irlanda appena il 2% degli utili.
Perché l’Irlanda, paradossalmente, non vuole incassare i 14 miliardi da Apple?
Dublino presenta ricorso con Apple
Il governo irlandese ha presentato il ricorso insieme ad Apple contro la Commissione Europea per tre motivi:
- Nel Paese europeo Apple ha avuto fino al 2015 il domicilio fiscale per il suo business in Europa. Da due anni, da quando l’Irlanda ha modificato la normativa sul Fisco, Apple ha spostato la residenza fiscale di due sue società a Jersey, sempre in Europa, è un’isoletta di 100mila abitanti nel canale della Manica, ma ha precisato la società “Le modifiche apportate non hanno ridotto i nostri pagamenti fiscali in nessuno Stato. Infatti, i nostri pagamenti verso l’Irlanda sono aumentati notevolmente e negli ultimi tre anni abbiamo pagato $ 1,5 miliardi di tasse”.
- Inoltre in Irlanda è presente il quartier generale europeo di Apple, precisamente nella sede di Cork lavorano 6mila dipendenti e si era partiti con 60 lavoratori nel 1980, quando Steve Jobs scelta la città per espandere la società oltre oceano. “L’innovazione e gli investimenti di Apple danno lavoro a oltre 12mila persone in tutta l’Irlanda”, scrive Apple nel comunicato stampo.
- Per cui quei 13 miliardi di euro che spettano di diritto all’Irlanda rappresentano l’equivalente del 5% del PIL e quasi interamente il budget annuo previsto per la sanità. Ma meglio rinunciarvi piuttosto che rischiare di assistere inermi alla fuga dei capitali di Apple e al conseguente licenziamento delle migliaia di persone a cui la società garantisce un posto di lavoro, in Irlanda.
Questo spiega la particolare situazione del governo irlandese, che non ha intenzione di appesantire la posizione fiscale di Apple nell’Unione europea ma anzi, appoggia l’azienda americana nei vari ricorsi e decisioni che vengono prese nelle differenti sedi giudiziarie comunitarie.