Lanciata a fine giugno con gran fanfara, Apple Music si appresta a chiudere il 30 settembre i tre mesi di prova gratuita concessi agli utenti per testare il nuovo servizio.
A ridosso della scadenza, gli analisti cominciano a chiedersi se ci sarà effettivamente un futuro per la nuova offerta di Cupertino che spera di recuperare terreno sui competitor come YouTube, Spotify, Deezer o Pandora.
Intanto Apple resta nel mirino della Ue che sta indagando sugli accordi stretti con le etichette discografiche per escludere che ci sia stato un atteggiamento anti-competitivo a danno degli attori concorrenti, così come è avvenuto sul mercato degli eBook.
In Italia l‘Unione Nazionale dei Consumatori ha fatto ricorso all’Antitrust perché ritiene che le modalità di pagamento dell’app siano poco chiare specie sui costi addebitati ai consumatori.
Insomma Apple resta sotto la lente, ma quanti utenti hanno deciso di aderire al periodo di prova dell’app di musica?
Secondo i dati forniti dal New York Post, il servizio di musica in streaming conterebbe oggi circa 15 milioni di utenti attivi.
Una cifra impressionante se paragonata ai 20 milioni di utenti paganti di Spotify (disponibile negli Stati Uniti dal 2011, ndr) ma anche in forte dubbio visto che la metà di chi usa Apple Music non avrebbe ancora attivato l’opzione di rinnovo automatico della sottoscrizione.
In occasione dell’evento Disrupt SF 2015 di TechCrunch, Tim Westergren, CEO della web-radio Pandora, si è lasciato andare a qualche commento pepato.
Westergren ha intanto indicato le tre chiavi del successo per l’industria della musica in streaming: conquistare un vasto pubblico, avere un solido modello per i ricavi e ridistribuire una parte dei profitti alla comunità degli artisti.
Il CEO di Pandora si è però soffermato su un altro aspetto cruciale: l’abbonamento resta ancora un mercato di nicchia.
Solo una piccola percentuale degli utenti è, infatti, disponibile a un pagamento mensile per il servizio.
Per Westergren, Apple si sta battendo con le unghie e con i denti per avere una fetta di una torta davvero piccola.
Resta adesso da capire se l’azienda di Cupertino avrà saputo fidelizzare i curiosi per potersi ritagliare la parte del leone.