Gli AirTag sono stati realizzati da Apple per far ritrovare gli oggetti smarriti: chiavi, portafoglio, valigie, borse e zaini. Funzionano così: il gadget invia un segnale Bluetooth che può essere rilevato dagli smartphone più vicini connessi alla rete Apple-‘Dov’è’. In questo modo, se l’AirTag viene rilevato da un dispositivo nella rete, si riceve una notifica in automatico e si visualizza sulla mappa il punto in cui è stato perso un oggetto. Un localizzatore gps perfetto, ad un costo economico, che viene anche utilizzato da stalker per pedinare le persone. Sono 150 le denunce che, in otto mesi, il Dipartimento di Polizia degli Stati Uniti ha ricevuto nel merito di un uso scorretto degli AirTag.
50 donne si sono ritrovate in auto, in borsa o tra gli effetti personali, AirTag non di loro proprietà
Lo rende noto il sito Motherboard, che ha ottenuto i dati che evidenziano come i piccoli gadget di Apple, che fanno da localizzatori gps, siano spesso utilizzati per tracciare oggetti e persone senza che queste lo sappiano. Delle 150 denunce menzionate dal sito, 50 arrivano da donne che si sono ritrovate in auto, in borsa o tra gli effetti personali, AirTag non di loro proprietà.
La metà delle donne, che ha sporto denuncia alla polizia, ha affermato di avere già il sospetto di un ex partner pronto a tracciarle in qualche modo. In una denuncia, una ragazza spiega di aver chiamato le forze dell’ordine perché vedeva spesso un uomo seguirla. Poco dopo, con gli agenti, ha scoperto di avere in auto un AirTag non di sua proprietà.
“Sono collegati in qualche modo al traffico sessuale”
Come sottolinea Motherboard, iniziano a emergere, soprattutto sui social, riferimenti all’uso degli AirTag per la tratta di esseri umani a scopo di prostituzione. Oltre ad alcuni video con hashtag #airtag e #sextrafficking, ad oggi senza alcuna prova concreta, a fine dicembre 2021 la polizia di Crowley, nel Texas, ha avviato un’indagine per alcune segnalazioni di stalking via AirTag: “Sono collegati in qualche modo al traffico sessuale. Così possono tenere d’occhio le vittime fin quando non è un ‘buon momento’. Una situazione molto pericolosa” le parole rilasciate al canale locale Katc 3.
Lo stalking è “vecchio quanto la stessa tecnologia GPS”, ha detto Mary Beth Becker-Lauth, educatrice della comunità sulla violenza domestica presso l’organizzazione no-profit Women’s Advocates. “Fino a tempi abbastanza recenti”, ha spiegato, “le donne (ed erano sempre donne) che venivano al nostro programma per ricevere supporto avevano un molestatore/stalker che lavorava nell’IT o che era molto esperto di tecnologia“, ha detto.
Gli AirTag, essendo un dispositivo che puoi semplicemente fissare sul lato inferiore di un’auto o infilare in una borsa, sono più insidiosamente facili da usare per i molestatori.
Gli aggiornamenti di Apple per individuare AirTag di sconosciuti
Nei mesi scorsi, Apple ha rilasciato un aggiornamento dell’app per iOS con cui identificare AirTag estranei nei dintorni. Lo scorso dicembre, Apple ha rilasciato un’app per Android per consentire il rilevamento di un AirTag sconosciuto per i non possessori di un iPhone.
Secondo alcuni esperti ciò che l’azienda ha fatto non è ancora sufficiente, perché questi espedienti fanno ben poco per impedire che gli AirTag vengano utilizzati in modo improprio e spesso avvisano le persone (vedi foto seguente) solo una volta che il danno è stato fatto e la loro posizione è stata tracciata.
Non esiste una soluzione tecnica che possa impedire l’abuso di AirTag? Finché Apple continuerà a vendere un dispositivo di localizzazione economico e facile da nascondere, gli stalker continueranno a usarlo? L’unica soluzione è smettere di venderlo?
E in Italia? Nel nostro Paese non sono ancora emerse denunce di persone pedinate da stalker con AirTag…