Dici Trump, ma sullo schermo dell’iPhone esce ‘razzista’
Sono stati gli utenti Apple ha far emergere il bug del sistema operativo iOS degli iPhone. Attivando la funzione ‘voice-to-text’, che consente di trascrivere la dettatura a voce in testo, basta pronunciare la parola Trump che sullo schermo esce il termine ‘razzista’.
A quanto pare, si tratta di un ‘errore’ di brevissima durata, poi il sistema si autocorregge e nel testo compare la giusta trascrizione, cioè Trump.
Apple riconosce il problema
Apple ha riconosciuto il problema e ha iniziato a lavorarci sopra, spiegando che si tratta di un bug legato ad un fenomeno di “sovrapposizione fonetica” che non accade sempre e che si origina da problemi legati al meccanismo di dettatura vocale e trascrizione automatica.
In un lasso di tempo molto breve, poi, la stessa funzionalità Speech-to-text provvede ad identificare la giusta parole al termine pronunciato. Il punto critico, in sintesi, si trova nel modello di riconoscimento di alcune parole con la consonante ‘r’.
Vero bug dell’iPhone o “trollata interna”
L’errore ha ovviamente assunto subito una dimensione virale, soprattutto in seguito a un video pubblicato su TikTok e poi rilanciato dal New York Times.
Tra ilarità e critiche, ovviamente al centro della discussione è finita l’intelligenza artificiale (AI) utilizzata da Apple. C’è chi, come John Burkey, un ex dipendente del team Siri di Apple che ora gestisce una startup AI, pensa che questo cattivo funzionamento del sistema possa non essere casuale: “Sembra più uno scherzo interno“.
Proprio nei giorni scorsi, il gigante di Cupertino aveva annunciato il suo mega piano di investimenti da 500 miliardi di dollari, proprio in nuove tecnologie, in particolare AI, a sostegno della strategia di Washington di supportare e sostenere con maggiore decisione l’industria made in US.
Apple e la questione DEI
Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è da tempo (sin dal suo primo mandato) al centro della bufera per le sue politiche contro i migranti, se non apertamente razziste e molto vicine alle idee dell’estrema destra americana (e non solo).
A seguito della campagna avviata contro le iniziative federali a tutela della diversità, dell’equità e dell’inclusione (linea anti-DEI, acronimo inglese che sta per Diversity, Equity, and Inclusion), sostenute invece dall’ex Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, molte delle Big Tech americane si sono volontariamente conformate alla strategia dell’amministrazione Trump, rivedendo le proprie policy.
Un esempio è quanto accaduto martedì scorso in Apple, quando gli azionisti hanno votato contro la revisione delle politiche aziendali su Diversity, Equity, and Inclusion, portando Trump a giudicare pubblicamente su Truth Social questa posizione: “Apple dovrebbe sbarazzarsi delle regole DEI, non solo effettuare delle modifiche“.
Qualcuno in Apple ha risposto all’attacco del Presidente con una “disfunzione tecnica” in realtà creata dall’interno? Difficile da dire, ma il dubbio rimane.