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Apple e i problemi con il caricabatterie dell’iPhone

Come ogni anno, a settembre Apple ha lanciato al suo evento “Far Out” quattro nuovi modelli iPhone14. Smartphone che rispetto al modello precedente presentano alcune novità tecnologiche come la connessione satellitare per messaggi e chiamate di emergenza e l’utilizzo delle eSim (ma solo per il mercato Usa).

L’unica tecnologia (vecchia) non ancora presente nei nuovi modelli è la porta USB-C, il punto di ricarica comune per tutti i dispositivi mobili. Si dovrà aspettare l’uscita del nuovo iPhone, la serie 15, per vedere finalmente la porta di ricarica universale già presente in tutti gli smartphone Android.

Ue: caricabatterie unico per tutti gli smartphone entro il 2024

Lo scorso giugno le istituzioni europee hanno raggiunto l’accordo politico per l’introduzione di un caricabatterie universale per tutti i telefoni cellulari, tablet e fotocamere digitali, e-reader, auricolari, fotocamere digitali, console per videogiochi portatili e altoparlanti portatili ricaricabili tramite cavo cablato dovranno essere dotati di una porta USB-C, indipendentemente dal produttore. Anche i laptop dovranno essere adeguati ai requisiti entro 40 mesi dall’entrata in vigore. Allo scopo di ridurre i rifiuti elettronici, la direttiva prevede anche lo stop alla vendita di caricabatterie nuovi per ogni dispositivo: i consumatori avranno la possibilità di usare i loro vecchi cavi.

Anche Apple deve adeguarsi

La regola” per l’introduzione del caricabatterie universale USB-C “vale per tutti, non è fatta contro nessuno. Non costringiamo nessuno a entrare nel mercato interno, ma ci sono delle regole che si applicano a tutti”. Così il commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, rispondendo a una domanda sull’eventualità che Apple non si adegui alla direttiva europea. “Inizieremo ad applicare le regole tra 24 mesi, lasciamo alle società due anni, sono più che sufficienti, ma le incoraggiamo ad adeguarsi prima. A buon intenditore poche parole”, ha aggiunto.

La possibilità per i consumatori di scegliere se acquistare nuovi dispositivi con o senza un dispositivo di ricarica porterà “a un maggiore riutilizzo dei caricabatterie e aiuterà i consumatori a risparmiare fino a 250 milioni di euro all’anno sugli acquisti di caricabatterie non necessari”, sottolinea il Parlamento europeo, che stima che “i caricatori smaltiti e non utilizzati rappresentino circa 11mila tonnellate di rifiuti elettronici all’anno”.

Apple e i problemi in Brasile: multa da 2,5 milioni di euro per il caricabatterie non incluso nella confezione

Il Ministero della Giustizia del Brasile ha intimato a Apple lo stop alla vendita degli iPhone senza caricabatterie nella confezione.

Secondo quanto riportato dai media brasiliani, Apple offre agli utenti un prodotto incompleto senza l’inclusione dell’alimentatore nella confezione, una scelta definita “pratica commerciale deliberatamente discriminatoria nei confronti dei consumatori”.

Apple è stata sanzionata per 12,275 milioni di real (circa 2,4 milioni di euro) per la vendita degli iPhone senza caricabatterie nella confezione, e le autorità brasiliane ora vogliono obbligare l’azienda a sospendere la vendita degli iPhone senza alimentatore di serie.

Apple non potrà vendere i nuovi iPhone in Brasile

Apple ha sempre motivato la rimozione del caricabatterie dalla confezione di vendita con l’intento di ridurre l’impatto ambientale e di evitare di produrre rifiuti elettronici (RAEE). L’idea di Apple è che è inutile aggiungere un caricatore nel prezzo, perché di sicuro il cliente a casa ne ha già almeno uno.

Ragionamento che fa il paio con l’ostinazione del brand nei confronti della potenza di ricarica: gli iPhone, rispetto alla maggior parte dei telefoni Android, si ricaricano a potenza bassissima. Ma, d’altronde, si ricaricano col caricabatterie della generazione precedente, quindi sarebbe inutile alzare la potenza di ricarica ad ogni nuovo modello: in tal caso il caricatore in confezione sarebbe quasi obbligatorio.

Apple, comunque, ha affermato che farà appello alla decisione del Ministero della Giustizia brasiliano e continuerà a collaborare con l’Agenzia di tutela dei Consumatori Sanacon, al fine di “risolvere le loro preoccupazioni“.

Abbiamo già vinto diverse cause in tribunale in Brasile su questo argomento e siamo certi che i nostri clienti sono al corrente delle varie opzioni per la ricarica e la connessione dei loro device“, ha detto Apple a commento della vicenda.

Nel frattempo, però, oggi Apple presenta iPhone 14 e, molto probabilmente, non potrà venderlo subito in Brasile.

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