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Apple, dietro le news nessun algoritmo ma un team di giornalisti

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Apple scende nell’arena delle notizie online con una nuova app del sistema operativo iOS9, entrando in un mercato fortemente competitivo dove Google, Facebook e Flipboard la fanno già da padrone.

C’è però già una novità che potrebbe fare la differenza.

Il gruppo di Cupertino non si servirà, come i competitor, di un algoritmo per andare a caccia di notizie, ma di un team di giornalisti esperti.

Secondo Judd Slivka, professore di giornalismo all’università del Missouri, specializzato in contenuti per i dispostivi mobili, la scelta è motivata dalla necessità della società di restare fedele al proprio brand per “difendere la propria reputation“.

Ancora non si conoscono i dettagli del progetto. Apple si è infatti limitata a pubblicare un’inserzione per l’assunzione di “giornalisti appassionati ed esperti per la scelta e la pubblicazione di ciò che c’è di migliore nell’informazione nazionale, internazionale e locale”.

Apple precisa inoltre che questi giornalisti “devono avere l’istinto per le informazioni di primaria importanza ma anche essere capaci di trovare storie originali che non sarebbe possibile individuare con gli algoritmi”.

Questo mette Apple su un campo completamente diverso da quello di Facebook che vuole mettere a punto una formula informatica che gli consenta di offrire informazioni ai propri utenti in funzione delle loro abitudini su internet, dei dati demografici e dei loro interessi.

L’informazione nelle mani degli OTT?

La scelta di ricorrere a giornalisti esperti per il servizio di news e non ad algoritmi, per Dan Kennedy, professore di giornalismo all’unviersità di Northeastern, è un fatto positivo perché molte persone non vogliono essere informate da robot che decidono quali sono i loro interessi”, specie se “non hanno voce in capitolo nel processo di selezione” delle notizie.

“L’algoritmo usato da Facebook resta abbastanza misterioso e la gente sta cominciando a non apprezzarlo”.

Il progetto di Apple “è incoraggiante“, ha aggiunto Kennedy, precisando tuttavia di non essere “entusiasta dell’idea di riporre il potere dell’informazione su grosse compagnia come Apple e Facebook che hanno i propri interessi”.

La società di Cupertino ha fatto sapere che la sua nuova app “seguirà milioni di argomenti per estrarre quelli più importanti in funzione degli interessi specifici” degli utenti.

Tra i partner del gruppo c’è già Conde Nast con tutte le proprie riviste, il canale sportivo ESPN, il New York Times, i giornali di Hearst e Time, la CNN e l’agenzia di informazioni finanziarie Bloomberg.

Ma Apple prevede di stringere accordi anche con altri editori e anche con i blogger di punta.

 

Un’ancora di salvezza per gli editori?

Joshua Benton, di Nieman Journalism Lab, ha sottolineato che grazie alla popolarità dei prodotti Apple, “questa app sarà su centinaia di milioni di dispositivi a partire dal suo lancio”.

Questo servizio potrebbe rappresentare un’ancora di salvezza per i conti di alcuni editori, specie della carta stampata, che faticano a trovare nuovi introiti pubblicitari.

La società permetterà infatti ai propri partner di mantenere il 100% dei ricavi per le inserzioni proprie e il 70% di quelle procurate da Apple.

Rob Enderle, analista di Enderle Group, ha sottolineato che anche in questo caso Apple ricorre a una formula già usata in passato, assicurandosi uno stretto controllo dei contenuti, mettendo all’angolo i potenziali concorrenti.

Secondo Enderle, la società preferisce avere il controllo sui contenuti dei propri iPhone e iPad senza che gli utenti debbano rivolgersi a terzi come Google o Facebook.

L’analista è convinto che il gruppo della ‘Mela’ abbia deciso di fare la propria mossa quando il gruppo di Mountain View ha manifestato l’interesse per Flipboard perché “non vuole che Google prenda il controllo di un app per le news usata da un gran numero di clienti Apple”.

Gli analisti hanno evidenziato che la società dovrà tuttavia gestire anche informazioni non favorevoli sui propri prodotti che danno largo spazio a quelli concorrenti.

Per Dan Kennedy, si renderanno conto “che sarebbe una catastrofe in termini di immagine del marchio se cercassero di manipolare le informazioni a loro favore”.

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