L'azione

Antitrust Ue pronto a colpire Google

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La Commissione europea sarebbe pronta ad agire formalmente contro Google nel caso di sospetto abuso di posizione dominante nella ricerca online. Il gruppo rischia una multa fino a 6 miliardi di dollari.

L’Antitrust Ue starebbe per mettere la parola fine al dossier che riguarda Google, aperto nel 2010 per sospetto abuso di posizione dominante sul mercato della web search dove il gruppo controlla il 90% delle ricerche.

L’azione contro Google, secondo il Wall Street Journal, arriverà nelle prossime settimane.

Bruxelles avrebbe chiesto alle aziende che hanno denunciato Google l’autorizzazione a pubblicare informazioni riservate depositate in via confidenziale. Secondo il quotidiano finanziario, sarebbe il primo passo verso un’azione formale.

Google rischia una maxi multa che potrebbe superare i 6 miliardi di dollari (calcolata fino a massino il 10% del fatturato dell’ultimo anno), la più alta da quando Microsoft è stata condannata dalla Ue a pagare quasi mezzo miliardo di euro. Era il 2004 e la sanzione fu decisa dall’allora Commissario Ue alla Concorrenza Mario Monti.  Il gruppo di Redmond ha poi accumulato multe fino a 2 miliardi di euro fino al 2014.

Se si arriverà a procedimento, Google avrà tre mesi di tempo per ribattere alle accuse e trovare eventualmente l’accordo.

La notizia giunge a distanza di qualche settimana dalla diffusione, per errore, di un documento della Federal Trade Commission del 2012 che proverebbe le pratiche anti-competitive messe in atto da Google negli Stati Uniti.

Rivelazioni che devono aver spinto il neo Commissario alla Concorrenza Margrethe Vestager a prendere una decisione su un dossier che attende da troppo tempo una soluzione.

Non trascurabili anche le pressioni dell’Europarlamento che, dopo aver approvato a novembre una mozione per lo spacchettamento delle attività di Google, ha recentemente presentato una nuova relazione con la quale chiede alla Commissione Ue di “agire in fretta” per non mettere a rischio gli obiettivi dell’Agenda digitale.

L’indagine su Google è stata aperta a novembre 2010 e, nonostante la presentazione di tre proposte da parte del gruppo, ancora non è stata chiusa.

Gli impegni di Google sono stati respinti dalla Ue perché ritenuti insufficienti dai competitor per ristabilire condizioni eque sul mercato.

Il nodo è il posizionamento dei link dei servizi rivali sulle pagine di ricerca, che resta appannaggio esclusivo di Google.

Anche gli ultimi rimedi, presentati a settembre, non rassicuravano del tutto i competitor ai quali Google rispondeva che “monetizza come meglio crede gli spazi sulle proprie pagine e non può cedere gratuitamente ai suoi concorrenti ciò che fa pagare agli inserzionisti”.

Google ha anche problemi antitrust in altri Paesi. Dossier simili sono stati aperti in India e Brasile e presto si potrebbe aggiungere il Canada.

La società americana realizza il 56% del proprio fatturato fuori dagli Stati Uniti, per cui una sanzione peserebbe fortemente sul proprio bilancio. Senza parlare del precedente giuridico che si creerebbe e delle possibili complicazioni per il lancio dei nuovi servizi.

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