Pubblicità di Alitalia e dell’abbigliamento firmato Alberta Ferretti con il logo della compagnia ma “non riconoscibile” come tale. Per questo l’Antitrust ha avviato, su segnalazione dell’Unione Nazionale di Consumatori (UNC), una istruttoria nei confronti della stessa Alitalia e di Aeffe, società riconducibile alla stilista Alberta Ferretti e già destinataria di un primo intervento di moral suasion effettuato dall’Agcm nel 2017. L’istruttoria è anche nei confronti “di alcuni influencer” precisa nella nota oggi l’Antitrust.
“Nella comunicazione di avvio del procedimento istruttorio, in particolare, viene contestata la diffusione sul profilo Instagram di diversi influencer di post nei quali appare inquadrato il logo Alitalia impresso sui capi di abbigliamento a marchio Alberta Ferretti indossati dagli stessi influencer. A seguito dell’avvio, “sono stati effettuati accertamenti ispettivi presso le sedi delle due società con la collaborazione del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza” scrive l’Autorità.
Tra i personaggi popolari sui social che hanno indossato maglie e felpe con il logo Alitalia figurano Chiara Ferragni, Alessia Marcuzzi Martina Colmbari, Federica Fontana.
Come documentato su Key4biz, la pubblicità camuffata sui social è assai diffusa e Instagram è la piattaforma preferita dagli influencer, fra cui ad esempio Anna Tatangelo, Melissa Satta, Belen ecc.
L’accordo Agcom e IAP per regolare influencer
Per contrastare il fenomeno, a giugno è stato siglato un accordo quadro per monitorare i messaggi commerciali che circolano online tra l’Agcom e l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP). Si è trattato del primo accordo siglato dall’istituto con un’Autorità qual è l’Agcom, con la speranza che la collaborazione possa estendersi anche all’Antitrust per dare più peso all’iniziativa, tanto più che in altri paesi europei gli accordi fra Autorità e Istituti di Autodisciplina sono la normalità.
In concreto, fra gli ambiti di attività e controllo che rientrano nella collaborazione ci sono gli influencer della Rete, che sui social furoreggiano e per i quali l’Autodisciplina ha emanato una “Digital chart” nel 2016 e 2017.
Secondo la Digital chart emanata dallo IAP per rendere chiaramente riconoscibile la finalità promozionale di un post, vanno inserite avvertenze, come #ad #pubblicità, #sponsorizzato, #advertising, #inserzioneapagamento, o, nel caso di fornitura di beni ancorché a titolo gratuito, #prodottofornitoda.
Diciture alle quali bisogna sempre far seguire il nome del marchio. Regole alle quali devono attenersi anche le aziende che commissionano le campagne pubblicitarie tramite gli influencer.
Per approfondire:
- ‘Pubblicità camuffata nei selfie? Ecco le nostre regole per i social’. Intervista a Vincenzo Guggino (IAP)
- ‘Pubblicità camuffata sui social? E’ product placement non dichiarato’. Intervista a Marco Stancati (La Sapienza)
- Pubblicità camuffata sui social, vuoto normativo in Italia. Ecco le regole negli Usa (il caso Warner Bros)
- ‘Pubblicità occulta sui social, pronta segnalazione Antitrust’. Intervista a Massimiliano Dona (UNC)