Si è concluso stamattina a Roma il G7 Concorrenza che si è tenuto nella sede dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, presieduta da Roberto Rustichelli. Ai lavori, che si sono svolti a porte chiuse il pomeriggio del 3 ottobre e la mattina del 4 ottobre, hanno partecipato le delegazioni antitrust e governative dei sette Paesi membri del gruppo (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti) più quella della Commissione europea, per un totale di 35 delegati.
Tema centrale della due giorni è stata l’intelligenza artificiale con i problemi di concorrenza ad essa legati. La decisione di concentrarsi su questo argomento “riflette un approccio lungimirante”, ha detto il Presidente Rustichelli, “poiché riconosce l’impatto trasformativo dell’IA sulle nostre economie e sulla nostra società”.
AGCM, gruppo di lavoro sull’IA
L’AGCM ha costituito un gruppo di lavoro sull’intelligenza artificiale e ha portato al summit un documento tecnico, che è stato alla base della discussione del primo giorno, focalizzata sulle attività di monitoraggio ed enforcement antitrust attuali e future. Il secondo giorno, invece, i lavori si sono incentrati su questioni di policy e normative. La discussione ha preso il via da un documento elaborato dall’Ocse, che esamina le interazioni tra le azioni di regolamentazione e di enforcement adottate nelle diverse giurisdizioni per arginare il potere di mercato delle grandi piattaforme.
Dichiarazione congiunta sui rischi dell’IA
Il vertice si è chiuso con una dichiarazione congiunta sulla concorrenza digitale che prende le mosse dai rischi per la società derivati dall’avvento dell’IA, pure in grado di offrire grandi prospettive per l’innovazione e per la crescita economica. In particolare, le Autorità di Concorrenza e i rappresentanti governativi evidenziano le proprie preoccupazioni per innovazione umana e copyright, protezione dei consumatori, privacy e protezione dei dati. Nel complesso questi rischi – si legge nella dichiarazione – “possono influenzare significativamente la diversità delle opinioni, la gamma e la qualità delle scelte a disposizione di consumatori e imprese, nonché la qualità e l’affidabilità delle informazioni disponibili al pubblico”.
Regole politiche specifiche per l’IA
Per questo le Authority si impegnano ad applicare in modo vigoroso e tempestivo le norme antitrust “per salvaguardare la concorrenza leale nei mercati digitali e nell’IA e per garantire che i benefici dell’IA siano pienamente realizzati e distribuiti nelle nostre economie e nella nostra società”. Inoltre, sottolineano l’importanza di politiche adattive e orientate al futuro nei mercati digitali e nell’IA: “Regole e politiche specifiche per l’IA, così come altri approcci normativi e politici – si legge nella dichiarazione congiunta -, possono contribuire a garantire che i sistemi di IA siano sviluppati e distribuiti in modo sicuro, protetto e affidabile”.
Le Autorità di Concorrenza puntano ad approfondire e a migliorare la propria comprensione delle tecnologie di IA e dei modelli di business sottostanti, a monitorare costantemente gli sviluppi del mercato dell’IA ed a rafforzare la cooperazione internazionale, considerando anche la rapida evoluzione e la portata globale dei mercati digitali e la necessità di un approccio multidisciplinare. È infatti necessario promuovere un dialogo tra diverse aree di policy e un coordinamento tra i regolatori.
Secondo il Presidente Rustichelli il vertice che si è svolto a Roma “non è stato solo un meeting per discutere le sfide che dobbiamo affrontare, ma anche una testimonianza del potenziale che abbiamo quando le Autorità uniscono gli sforzi verso obiettivi comuni”.
Alcuni attributi dei mercati dell’IA sollevano preoccupazioni sulla concorrenza
Di seguito, uno stralcio della dichiarazione congiunta finale:
“…Abbiamo identificato diverse preoccupazioni significative sulla concorrenza nei mercati dell’IA, in particolare per quanto riguarda GenAI. Tra queste:
• Il controllo concentrato di input AI cruciali ha il potenziale di collocare un piccolo numero di aziende in posizioni di mercato chiave. Queste aziende potrebbero sfruttare i colli di bottiglia esistenti o emergenti, riducendo la concorrenza e limitando l’accesso al mercato per i nuovi entranti. Inoltre, anche l’accesso alle risorse energetiche potrebbe diventare un collo di bottiglia, in particolare man mano che l’implementazione dell’IA si espande e i modelli AI continuano ad aumentare in scala e complessità.
• Le piattaforme tecnologiche dominanti di oggi, alcune delle quali sono attive su diversi livelli dello stack AI, potrebbero sfruttare il loro potere di mercato attraverso pratiche di auto-preferenza anti-competitiva, vincolando, raggruppando o altre pratiche, limitando di fatto la scelta dei consumatori e aumentando le barriere all’ingresso per le aziende più piccole e le start-up.
• Esiste il rischio che le aziende con un potere significativo nei mercati digitali esistenti possano consolidare o estendere tale potere nei mercati IA adiacenti. Attraverso effetti di rete, cicli di feedback dei dati e integrazione tra ecosistemi, queste aziende potrebbero essere in grado di aumentare le barriere all’ingresso e soffocare la concorrenza.
• La complessa serie di partnership e accordi tra grandi operatori storici del mercato digitale con risorse sostanziali e aziende IA solleva preoccupazioni sul fatto che questi operatori storici possano sopprimere la concorrenza nei mercati correlati all’IA. Acquisendo talenti critici da altre aziende di intelligenza artificiale e formando alleanze strategiche, i titolari potrebbero essere in grado di evitare il controllo delle fusioni, consolidando allo stesso tempo il loro predominio e indebolendo la concorrenza nei mercati dell’intelligenza artificiale.
• L’uso dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi potrebbe facilitare la collusione tra aziende, rendendo più facile per loro coordinare prezzi o salari, condividere informazioni sensibili dal punto di vista competitivo e indebolire la concorrenza. La collusione è ancora illegale quando viene eseguita tramite un algoritmo. Inoltre, c’è preoccupazione che le tecnologie di intelligenza artificiale possano essere utilizzate per impegnarsi in prezzi di sorveglianza e discriminazione di prezzo ingiusta, a detrimento dei consumatori.…”.