Inaugurato presso il Palazzo di Giustizia di Piazza Cavour a Roma il nuovo anno giudiziario con la Relazione sull’amministrazione della Giustizia presentata dal Primo Presidente della Corte suprema di Cassazione, Giovanni Mammone.
Oltre i vertici dello Stato, con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il Presidente della Corte costituzionale, Paolo Grossi, per la prima volta ha preso parte all’evento una delegazine degli studenti di un liceo romano.
Presenti in Aula magna anche il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, la sindaca di Roma, Virginia Raggi, i massimi rappresentanti delle Forze armate.
Tra i tanti punti critici sollevati dal Presidente Mammone, in particolare femminicidio e stalking, assumono massima rilevanza anche quelli relativi al nascente ecosistema digitale, con fenomeni preoccupanti concernenti l’utilizzo sbagliato delle reti sociali e le nuove cyber minacce: “L’abuso dei mezzi di comunicazione e degli strumenti di partecipazione sociale messi a disposizione dalla rete costituisce un fenomeno crescente e preoccupante. Da un lato è violato il diritto della collettività ad essere informata in maniera corretta, dall’altro sono messi in moto meccanismi di diffusione sociale delle notizie che possono arrecare, anche inconsapevolmente, danni a soggetti terzi”.
Massima attenzione, inoltre, anche alle “frodi informatiche”, che sono “perpetrate attraverso l’abusivo accesso ai sistemi di rete degli istituti di credito. In questi casi per evitare che le vittime prendano conoscenza di indebiti prelievi o di pagamenti solo a cose fatte è indispensabile incentivare lo sviluppo delle tecnologie di controllo”.
Riguardo, infine, all’utilizzo dannoso o potenzialmente dannoso dei social network, Mammone ha ricordato che “il fenomeno può essere contrastato validamente, oltre che con le tradizionali forme di tutela giudiziaria, con la prevenzione, contrastando l’abuso prima che si realizzi il danno”.
“Deve aumentare la consapevolezza degli utenti circa i pericoli della disinformazione – ha sottolineato il Presidente della Corte di Cassazione – e deve incrementarsi mediante un appropriato monitoraggio la conoscenza delle fonti di abuso”.