L’Antitrust europeo starebbe per calare la scure su Alphabet, la holding di Google, con una multa plurimiliardaria per abuso di posizione dominante relativa ai “contratti capestro” imposti al mercato per l’utilizzo del sistema operativo Android. Lo scrive il Wall Street Journal, aggiungendo che l’Antitrust imporrà rimedi pesanti a Google nelle pratiche commerciali che riguardano l’uso del sistema operativo mobile, il più diffuso a livello globale.
L’indagine della Commissione Ue su Android è praticamente conclusa e, secondo fonti vicine al dossier, l’Antitrust avrebbe riscontrato l’evidenza di pratiche anti concorrenziali volte a danneggiare potenziali concorrenti per tutelare il business crescente del mobile advertising.
La multa potrebbe superare così quella pari a 2,4 miliardi di euro, già comminata l’anno scorso dall’Antitrust Ue a Google per abuso di posizione dominante nelle ricerche sul motore di ricerca, dove i siti di shopping e comparazione della concorrenza erano penalizzati in termini di visibilità rispetto agli stessi servizi offerti da Google.
Non è chiaro che tipo di rimedi saranno imposti a Google, secondo alcuni la Commissione potrebbe ordinare a Google di modificare i contratti in essere con i produttori di smartphone che utilizzano Android.
Nella comunicazione degli addebiti inviata il 20 aprile 2016 la Commissione sostiene che Google ha violato le norme antitrust dell’Unione:
- Per l’obbligo ai fabbricantidi pre-installare Google Search e il browser Google Chrome e di impostare Google Search come motore di ricerca predefinito sui loro dispositivi, come condizione per poter concedere in licenza determinate applicazioni di cui Google detiene i diritti;
- Per il divieto ai fabbricantidi vendere dispositivi mobili intelligenti che utilizzano sistemi operativi concorrenti basati sul codice sorgente aperto Android;
- Per l’offerta di incentivi finanziariai fabbricanti e agli operatori di reti mobili affinché pre-installino esclusivamente Google Search sui loro dispositivi.
La Commissione ritiene che “tali pratiche commerciali possano portare all’ulteriore consolidamento della posizione dominante di Google Search nei servizi di ricerca generica su internet. Teme inoltre che tali pratiche pregiudichino la capacità dei browser mobili concorrenti di competere con Google Chrome e che ostacolino lo sviluppo di sistemi operativi basati sul codice sorgente aperto Android, vanificando le opportunità che ne deriverebbero per lo sviluppo di nuove applicazioni e servizi”.