L’Australia si aggiunge alla lista dei Paesi che ha vietato l’uso di TikTok, il social network di proprietà di Bytedance, considerato un pericolo per la sicurezza nazionale a causa dei legami con il governo cinese.
Il governo australiano ha annunciato che vieterà ai membri del suo governo di utilizzare l’app TikTok sui propri smartphone di lavoro, unendosi a una serie di scelte simili adottate nei Paesi occidentali per timori sulla sicurezza.
L’Australia è l’ultimo paese della cosiddetta alleanza di sorveglianza “Five Eyes” a bandire i membri del suo governo da TikTok, dopo Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Nuova Zelanda. Misure simili sono state prese in Francia, nei Paesi Bassi e all’interno della Commissione europea.
La decisione è stata presa su consiglio dei servizi di intelligence australiani e sarà messa in pratica “il prima possibile”, ha affermato il ministro della Giustizia Mark Dreyfus.
Dreyfus ha detto che alcune deroghe potranno essere concesse “caso per caso” e soggette a “misure di sicurezza adeguate”.
Secondo i media australiani sette milioni di abitanti utilizzano l’app, circa un quarto della popolazione. In un avviso di sicurezza sul divieto, il Dipartimento di Giustizia afferma che TikTok pone “significativi rischi per la sicurezza e la privacy” a causa della “massiccia raccolta di dati degli utenti”.
TikTok: l’audizione di Shou Zi Chew non ha convinto gli Stati Uniti
Non sono servite dunque le rassicurazioni dell’amministratore delegato di TikTok, Shou Zi Chew, ascoltato per oltre 5 ore al Congresso americano lo scorso 23 marzo.
“Non ho visto alcuna prova sull’accesso della Cina ai dati degli utenti di TikTok“, aveva risposto Shou Zi Chew, assicurando di non aver mai avuto alcuna discussione con funzionari del governo cinese nella sua qualità di amministratore delegato.
La testimonianza di Chew, secondo alcuni media, non ha convinto. Quando gli è stato chiesto della disinformazione sul social, Chew ha ribattuto: “Siamo l’unica piattaforma che non accetta pubblicità elettorali. Non accettiamo soldi. Non penso che altre piattaforme possano dire altrettanto”. “Noi – ha continuato – prendiamo molto sul serio la disinformazione, in particolare quella riguardo un’elezione”. Il ceo ha poi detto che TikTok non ha venduto i dati degli utenti, ma non ha promesso che non lo farà mai. “Alcuni membri della nostra industria – ha ammesso – lo fanno. Io penso che serva una legge più ampia per aiutare noi, e l’intero settore, ad affrontare questo problema”.
Della struttura di ByteDance si sa poco, delle sue interazioni con il social ancora meno. La app di TikTok è stata scaricata, nel 2021 e nel 2022, da 150 milioni di utenti americani. Alcune organizzazioni hanno chiesto apertamente al Congresso di non mettere al bando la piattaforma cinese per non “comprimere il diritto d’espressione già sotto attacco in tutto il mondo”.