La trasformazione digitale sta consentendo alle imprese di cambiare i processi e innovare servizi e prodotti. L’arrivo dell’Internet of Things, con i suoi sensori diffusi, con l’interconnessione dei dispositivi e l’interazione uomo-macchine in tempo reale, ha ulteriormente accelerato questo processo di trasformazione, generando un’immensa mole di dati (big data).
Il problema ora è riuscire a sfruttare questi dati aziendali per orientare le decisioni, accrescere l’efficienza e migliorare l’operatività, grazie ad un nuovo modello di automazione organica, che IDC ha presentato in una nota come “distribuita e connessa”.
Un nuovo modello reso efficace “dalla sinergia tra piattaforme di edge computing, networking, security e data center, e piattaforme di advanced analytics”.
Si tratta dell’insieme dei nuovi tool software di big data and analytics (BDA) per l’Internet delle cose, un mercato mondiale emergente che secondo quanto calcolato da IDC dovrebbe raggiungere il valore di 1,8 miliardi di dollari nel 2021 (l’anno scorso è stato pari a 420 milioni di dollari).
Un dato che è da considerarsi provvisorio, affermano i ricercatori, sia perché il mercato in questione sta crescendo ad un tasso annuale (Carg) del 33%, sia perché in tutto il mondo “sta aumentando la richiesta di soluzioni BDA in grado di gestire l’elaborazione dei dati là dove questi vengono creati e hanno un valore di contesto, riducendo al minimo il tempo di latenza “decisionale” e trasferendo al data center l’informazione necessaria”.
Un impiego di algoritmi di data analysis sempre più sofisticati definito come “essenziale” per le imprese, come nel caso delle learning networks, per analizzare in real-time il flusso di dati prodotti dalla moltitudine di sensori e dispositivi che tracciano i processi produttivi.