Il Comune di Rapallo, in provincia di Genova, è subentrato (tecnicamente si dice così) all’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (Anpr), uno dei capisaldi del Piano Crescita Digitale, che è ferma al palo perché su 8mila Comuni solo 13 (con Rapallo) hanno confluito la loro anagrafe nel database unico voluto dal Ministero dell’Interno. Secondo la legge che l’ha istituita (n. 279 del 18 ottobre 2012) la migrazione dei dati da tutti i Comuni al nuovo database unico avrebbe dovuto completarsi entro il 31 dicembre 2014.
Che cos’è e perché è utile l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (Anpr)
L’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (Anpr), gestita dal Ministero dell’Interno, è un’unica banca dati nazionale realizzata per far confluire i dati anagrafici di tutti i residenti in Italia e degli italiani residenti all’estero (registrati all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero – AIRE). A cosa serve?
A far comunicare in modo telematico tutti i Comuni tra di loro, perché oggi questo avviene ancora, nella maggioranza dei casi, per posta, con la carta. Ecco un esempio: un cambio di residenza. Il nuovo Comune deve mandare al precedente una comunicazione che viene letta e processata manualmente. Su scala nazionale questo avviene circa 7.000 volte al giorno. Immaginando che ogni operazione richieda un minimo di dieci minuti, anche solo il completamento di un’attività così banale costa ai Comuni almeno 14 milioni di euro l’anno. E, naturalmente, non è un caso isolato: ci sono ancora tante operazioni che ad oggi devono essere processate a mano.
“Senza contare che la gestione manuale di trascrizioni e la loro frammentazione generano un problema di qualità e correttezza dei dati”, ha scritto Diego Piacentini, Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale.
“Da alcune analisi condotte da AgID e Sogei”, ha aggiunto Piacentini, “emerge come circa l’1% della popolazione abbia dati incongruenti tra quelli registrati all’anagrafe e quelli su altri database nazionali”. È capitato a molti spendere tempo per sistemare un nome o un cognome, recuperare una notifica inviata a un indirizzo non aggiornato o magari sistemare un codice fiscale errato.
Ci sono, poi, altri problemi con l’anagrafe comunale solo nel proprio municipio. In caso di terremoto o di altre calamità naturali i dati personali dei cittadini sono in serio pericolo. La soluzione è il digitale. Un’anagrafe unica digitale.
Ecco i 13 Comuni, al momento, subentrati nell’Anpr:
Perché non decolla l’Anpr?
A febbraio scorso l’allora ad e presidente di Sogei, Cristiano Cannarsa, in Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione delle PA, ha detto: “Dal punto di vista informatico di Sogei il progetto è completato e da novembre 2015 è operativo nel Comune di Bagnacavallo. Il collaudo del progetto c’è stato nel 2016, il progetto per noi è operativo”.
Allora perché i Comuni di Bagnacavallo (17mila abitanti in provincia di Ravenna), di Rapallo e altri 11 ce l’hanno fatta a migrare l’anagrafe dei cittadini in quella nazionale e tutti gli altri Comuni sono ancora al palo?
Diego Piacentini ha scritto che il suo Team Digitale dall’inizio di quest’anno ha analizzato le difficoltà e i problemi riscontrati con chi ha lavorato e partecipato alla costruzione di Anpr. È stata anche stilata una guida per spiegare ai Comuni cosa cambia con la migrazione, e come correggere le anomalie.
720 Comuni sono in una fase di pre-subentro, ovvero stanno effettuando gli ultimi test sulla loro anagrafe per correggere eventuali anomalie nate dal passaggio ad Anpr, altri 2.000 Comuni che hanno iniziato a fare test di correttezza. Si sta pianificando il passaggio anche per alcuni grandi Comuni come Firenze, Napoli e Torino.
Speriamo che la migrazione dell’anagrafe degli 8mila Comuni italiani avvenga il più presto possibile in quella unica nazionale e digitale così non ci sarà più bisogno che tre uffici diversi richiedano i dati anagrafici allo stesso cittadini per tre volte, oppure che un cittadino di piccolo paese del Nord per cambiare la residenza in Sicilia debba deve attendere che i due Comuni comunichino a carte bollate.