Angelino Alfano rilancia con forza la Carta d’Identità elettronica (Cie) come strumento per accedere ai servizi dell’Anagrafe Unica (Anpr – Anagrafe nazionale della popolazione residente). Una scommessa quella del ministro, che punta su uno strumento che esiste da 15 anni, ma che non è mai veramente decollato nel nostro paese.
Resta da capire perché il Governo punti in modo così netto sulla CIE.
Vuole renderla obbligatoria?
Vuole eliminare le altre carte ‘pubbliche’ in mano ai cittadini?
L’annuncio è arrivato questa mattina alla Camera alla conferenza stampa di presentazione dell’Anagrafe unica alla presenza di Giacomo Portas, presidente Commissione anagrafe tributaria, Angelino Alfano, ministro dell’Interno, Rossella Orlandi, direttore Agenzia delle Entrate, Pier Paolo Baretta, sottosegretario di Stato Economia e finanze, Antonio Samaritani, direttore generale Agid e Cristiano Cannarsa, presidente e amministratore delegato di Sogei.
Capofila del progetto è appunto il Ministero dell’Interno, mentre Sogei sarà il gestore che attua le procedure e Agid coordinerà tutte le attività affinché tutti parlino tra loro e ci sia un’integrazione.
La CIE
La carta d’identità elettronica (CIE) è una competenza dello Stato (come lo sono lo Stato civile e l’Anagrafe), ed è gestita dai Comuni che la erogano (ben pochi). Il ministro dell’Interno ci punta perché diventi la chiave di accesso per eccellenza ai servizi dell’Anagrafe unica, la cui sperimentazione in 26 comuni, fra cui anche Roma, Milano e Torino è stata annunciata questa mattina.
Dopo una prima fase pilota, che parte da Bagnocavallo e Ravenna, l’obiettivo temporale è completare l’anagrafe unica entro il 2016.
Il fine ultimo è semplificare il rapporto della PA con i cittadini e rendere interoperabili le 8 mila anagrafiche che ci sono in Italia, consentenedo a chiunque di accedere ai suoi dati indipendentemente dal comune in cui si trova.
C’è da dire che della Cie si parla da almeno 15 anni e che in questo lasso di tempo non è mai decollata.
E’ vero che la Cie, se decollasse davvero, potrebbe diventare lo strumento di autenticazione per eccellenza dei cittadino, e che se fosse ripresa nella logica dello SPID (Sistema pubblico di identità digitale) potrebbe diventare lo strumento più adeguato per raccogliere tutti i dati personali dei cittadini, fra cui quelli sanitari, amministrativi e la firma digitale immagazzinati nei chip di memoria che incorpora.
Resta da capire in che modo la Cie sarà rilanciata dal Viminale su ampia scala e se la sua adozione diventerà obbligatoria. Tra l’altro la CIE potrebbe tranquillamente incorporare i dati della tessera sanitaria regionale e della carta nazionale dei servizi.
Tenendo sempre a mente che, comunque, perché l’Anagrafe unica vada a buon fine, sarà necessario che i comuni facciano la loro parte, riversando i dati anagrafici nel sistema unico. Perché ciò avvenga, è necessario che tutte le procedure dei comuni siano digitalizzate. Un obiettivo che, oggettivamente, sembra immane entro la data ultima fissata alla fine del 2016.
Il progetto ANPR
Parte in 26 comuni italiani, fra cui Roma, Milano e Torino, il progetto dell’Anagrafe unica (Anpr – Anagrafe nazionale della popolazione residente) che ha lo scopo di creare un archivio unico dei Comuni, comprensivo di domicilio digitale (l’indirizzo di posta elettronica certificata indicato dal cittadino per le comunicazioni con la PA) e dati sulla famiglia anagrafica.
L’Anagrafe unica “E’ un sistema rivoluzionario” perché darà la “possibilità di inserire in questo sistema il domicilio fiscale digitale e quindi sarà possibile ricevere tutti gli atti della Pa sul pc di casa”, ha detto il direttore dell’Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi, secondo cui il nuovo sistema consentirà di aggiornare in tempo reale l’anagrafe tributaria eventi fondamentali come la nascita e la morte dei cittadini, il cambio di residenza, la famiglia anagrafica sparsa in diversi comuni e l’AIRE (Anagrafe dei residenti esteri). Comunicazioni che arriveranno direttamente dall’Anagrafe unica e non più dalle 8 mila diverse anagrafi che esistono oggi.
La comunicazione automatica della nascita consentirà di attribuire al nuovo cittadino un codice fiscale e una tessera sanitaria al momento della sua registrazione nell’Anpr, risparmiando ai genitori la registrazione allo sportello. Allo stesso modo, in caso di decesso, l’Anpr ne darà notizia all’Anagrafe tributaria che provvederà in automatico a cancellare la tessera sanitaria e il codice fiscale del defunto con conseguenti risparmi di tempo e denaro per l’amministrazione.
Con l’Anpr, l’anagrafe tributaria avrà a disposizione i dati relativi alla famiglia anagrafica per “migliorare le politiche di sostegno al reddito familiare ottimizzare le verifiche sulle capacità contributiva di tutto il nucleo familiare; verificare detrazioni e deduzioni per i familiari a carico; migliorare la qualità dei dati forniti al Sistema Tessera Sanitaria, per il controllo del diritto all’esenzione dal pagamento del ticket”.
“Se la vita privata del cittadino viaggia alla velocità della banda larga e di internet, anche la Pa deve andare a quella velocità”, ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano sottolineando che con questa iniziativa il cittadino avrà nella sua carta di identità elettronica “tutto lo Stato, tutto lo Stato in due dita”.
Il direttore generale dell’Agid Antonio Samaritani ha ribadito il ruolo centrale dell’ANPR nel quadro della strategia di Crescita digitale del Governo, basato su SPID (pin unico, come lo chiama Matteo Renzi, di identificazione digitale per accedere ai servizi della PA), pagamenti elettronici e i servizi specifici delle singole amministrazioni. “Molto importante è anche il sistema delle notifiche – ha detto Samaritani – che permetteranno ad esempio di avvertire i cittadini via smartphone di un avvenuto pagamento o della imminente scadenza della patente”. Perché il sistema decolli, sarà necessario che le amministrazioni mettano a disposizione i servizi specifici per la cittadinanza. “L’Agid sta creando le linee guida per l’interoperabilità dei diversi servizi – ha aggiunto – servizi che siano ovviamente agganciabili allo SPID, all’ANPR e ai pagamenti elettronici”.
“Basta alibi”, ha detto il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, adesso “sarà possibile una migliore triangolazione tra Stato, Enti locali e cittadini” anche se, ammette Baretta, il problema sarà “mettere insieme le piattaforme per andare verso l’interoperabilità dei dati e la loro compenetrazione”. Un processo che implica lo sforzo maggiore da parte dei Comuni.
Il presidente e amministratore delegato di Sogei, Antonio Cannarsa, ha detto che “l’anagrafe nazionale diventa la banca dati di riferimento per tutte le altre a livello nazionale e sarà certificate per tutte le informazioni sui cittadini”.
Gli ha fatto eco il presidente della Commissione di Vigilanza sull’Anagrafe Tributaria Giacomo Portas, eletto alla Camera nel Pd: “Con l’anagrafe nazionale della popolazione residente, il 730 precompilato, abbiamo un motivo in più per implementare la banda larga – ha detto Portas – Abbiamo davvero l’occasione per migliorare il rapporto tra cittadini ed erario, prima di tutto semplificando”.