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Amazon, dopo i supermarket più pubblicità online. Spot con la funzione X-ray

Nonostante sia il negozio online più grande al mondo, insieme al ‘cinese’ Alibaba, Amazon ha visto, negli ultimi cinque anni, una diminuzione di circa l’1% dei margini di profitto, scrive Fortune. In realtà è riduttivo definire la società fondata da Jeff Bezos un sito di eCommerce, perché, come diversi Over the Top (Ott), è ormai un omni-channel: offre anche servizi cloud e di videostreaming on-demand fino all’ultimo business concretizzato ieri, il supermercato senza casse aperto a Seattle. Comodo sì, in realtà il luogo è governato dall’intelligenza artificiale e dotato di innumerevoli telecamere che monitorano e tracciano, passo dopo passo, tutte le abitudini dei consumatori, a cui poi sarà più facile indirizzare pubblicità personalizzate.

(Come funziona il supermercato senza casse)

Ma Amazon ha ancora altro nella ‘lista della spesa’: c’è la voce pubblicità. Venderne online molta di più per contrastare più efficacemente il duopolio GoogleFacebook, che possiedono circa i due terzi del mercato globale.

“La pubblicità è l’attività più redditizia del mondo”, fa osservare Jay Kahn, partner di Light Street Capital, che aggiunge: “il gigante cinese dell’eCommerce Alibaba ottiene più della metà delle sue entrate dalle sponsorizzazioni online. E per Amazon, la pubblicità sarà più redditizia rispetto al business del cloud”, ha concluso Kahn.

Per anni, Amazon ha limitato la pubblicità sul sito per influenzare meno gli acquirenti, che hanno acquistato sia in base al prezzo sia leggendo quasi sempre le recensioni. Ora l’azienda sta, gradualmente, dando un posizionamento più rilevante nei risultati di ricerca ai prodotti sponsorizzati, costringendo i brand ad acquistare annunci per essere meglio indicizzati.

È facile capire perché.

Entro il 2021, la pubblicità su siti web e sui dispositivi mobili rappresenterà la metà della spesa pubblicitaria negli Stati Uniti, rappresentando una quota maggiore delle sponsorizzazioni su tv, radio, giornali e cartelloni, secondo le previsioni di EMarketer.

Su Amazon il consumatore è già nel negozio

Al momento Amazon ha una piccola attività pubblicitaria che lo scorso anno ha generato 1,7 miliardi di dollari di entrate, sempre leggendo i dati di EMarketer, rispetto ai 35 miliardi di dollari di Google e ai 17,4 miliardi di dollari di Facebook.

Ma “la percentuale crescerà rapidamente” perché aziende come Procter & Gamble e Mondelez considerano Amazon come il luogo dello “scaffale digitale”, chi è sul sito, nella maggioranza dei casi, è pronto per fare un acquisto, in sostanza è già dentro al negozio online, mentre la pubblicità sui vecchi media ha l’obiettivo di portare i consumatori in libreria e non sempre ci riesce.

Ogni mese negli Usa questo negozio online è visitato da 180 milioni di americani, e molti fanno acquisti su smartphone direttamente dall’app Amazon, scavalcando i motori di ricerca, come Google ecc… E non a caso Amazon nell’offrire gli spazi pubblicitari si presenta come più efficace rispetto a Google e Facebook perché i suoi utenti hanno già in mente di comprare qualcosa.

“Amazon è lo spazio più prezioso sul web per gli inserzionisti perché sulla piattaforma il consumatore è all’ultimo step prima dell’acquisto”, ha affermato Scott Galloway, professore di marketing a New York presso l’università Stern School of Business e autore di The Four: il DNA nascosto di Amazon, Apple , Facebook e Google“Non solo le persone stanno per fare un acquisto, ma sai cosa c’è nel loro carrello. È difficile immaginare un tool più preciso e utile per gli inserzionisti rispetto ad Amazon”, ha aggiunto Galloway.

Infatti, le pubblicità di Amazon offrono anche informazioni in tempo reale sul rendimento di una campagna di marketing, un processo che in genere richiede settimane quando si utilizzano metodi tradizionali come spot televisivi o coupon.

La pubblicità futura: la funzione X-ray

I prodotti pubblicitari futuri potrebbero includere l’acquisto di prodotti all’interno dei programmi di Amazon Prime Video, utilizzando la funzione “X-ray” che attualmente consente agli spettatori di saperne di più su un determinato attore durante un film o serie tv.
E mentre Amazon sostiene che non venderà pubblicità sui suoi assistenti digitali (gli smart speaker sono il trend e stanno rubando la scena agli smartphone https://www.key4biz.it/iot-perche-gli-speaker-intelligenti-rubano-la-scena-agli-smartphone/209634/), altri analisti sostengono che la pubblicità venduta da Amazon sarà pagata da inserzionisti che, gradualmente, investiranno sempre meno sugli old media, perché sulla piattaforma di eCommerce il consumatore è già nel ‘negozio’. E basta la giusta pubblicità o inserzione a spingerlo a comprare un determinato prodotto.

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