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Amazon: Jeff Bezos vuole prendersi anche la televisione

Non sembrano esserci limiti alla fame di successo e di espansione del CEO e fondatore di Amazon. Sarà pure l’uomo più ricco del mondo, ma Jeff Bezos non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi quando si tratta di trovare nuovi settori dove fare business, o migliorare quelli in cui è già presente.

L’ultimo esempio è Prime Video, il servizio di tv on demand che ha ormai parecchi anni: la sua prima incarnazione, con il nome di Amazon Unbox e solo negli USA, risale addirittura al 2006. Negli anni successivi molte cose sono cambiate: ai tempi di Amazon Unbox non esistevano neppure gli smartphone, Netflix continuava a vendere DVD e la televisione era considerato l’unico device dove poter guardare dei contenuti.

Unbox divenne Amazon Video on Demand, poi Amazon Instant Video (nel 2011, con una prima robusta “iniezione” di oltre 5.000 tra film e serie televisive per i membri di Amazon Prime) e infine Prime Video, con il debutto nel 2016 nel resto del mondo, Italia compresa. Un’offerta ad un prezzo davvero competitivo, nel campo dei servizi di tv streaming: 2,99 euro al mese per i primi sei mesi e 5,99 euro al mese dal settimo mese in poi. Il tutto per un catalogo che ha continuato ad aumentare, con una serie di contenuti anche originali (tra cui serie premiatissime come Fleabag, The Marvelous Mrs. Maisel, The Boys, Transparent, Goliath o The Man in The High Castle) e personalizzati per la specifica nazione (in Italia è da poco arrivato Ferro, il documentario su Tiziano Ferro).

Ma, come sempre accade con Bezos, non basta ancora. Prime Video non vuole essere soltanto un servizio “accessorio”, un bonus che si ha quando si fa l’abbonamento a Prime per farsi arrivare i pacchi da Amazon senza spese di spedizione, ma una piattaforma che sia davvero concorrenziale in un mercato animatissimo (basta comparare le varie proposte tv streaming su SOStariffe.it per vedere quanti contenuti sono oggi a disposizione del mercato italiano). Un catalogo più nutrito, infatti, significa la possibilità di aumentare il prezzo di Prime e chissà, prima o poi, scorporarlo del tutto.

Arrivano i canali: l’on demand dell’on demand

La novità più recente, da noi, è infatti l’opzione Channel, inaugurata pochi giorni fa. Si tratta di una sorta di “on demand nell’on demand”: consente infatti di aggiungere nuovi canali al proprio pacchetto, scegliendo quelli preferiti tra una serie che, al momento, comprende tra gli altri Infinity Selection (a 6,99 euro al mese, per ampliare la lista dei film disponibili), Starzplay (a 4,99 euro al mese), Juventus TV, il canale tematico della squadra torinese (a 3,99 euro al mese) e poi ancora Mubi (9,99 euro al mese per horror e film d’autore), Noggin per i più piccoli (con i cartoni animati di Nick Jr, a 3,99 euro al mese) ShortsTV (3,99 euro al mese). Anche qui ci sono 30 giorni di prova gratuita, per “assaggiare” l’offerta di contenuti, e come sempre mancano contratti a lungo termine con penali o simili: si può cancellare in qualsiasi momento, con accesso da tutte le possibili piattaforme.

La Juventus, in particolare, ha ora il primato di possedere l’unico canale ufficiale per un club calcistico in Europa disponibile tramite Prime Video. Le possibilità di abbonamento sono due, una “classica” (attraverso app della squadra o sito ufficiale) oppure appunto con Channel.

L’ossigeno di Amazon per il calcio

Ma il piatto ricco, per gli spettatori italiani, potrebbe essere altro: il calcio. Anche perché c’è un’evidente disparità: da una parte il mondo del calcio, che dopo essersi abituato per anni a una crescita apparentemente senza limiti per quanto riguarda stipendi dei calciatori, stadi, strutture, nel 2020 ha dovuto fare i conti con la pandemia e un crollo verticale dei ricavi: senza più il guadagno derivante dai biglietti per le partite, e senza nemmeno la possibilità, nei momenti di lockdown più duro e quindi campionati fermi, di rifarsi con i diritti tv, le squadre, le televisioni (come Sky) e le federazioni stanno cercando da tempo una boccata d’ossigeno.

Ossigeno che, nemmeno a dirlo, potrebbe portare le iniziali dell’uomo più ricco del mondo, che all’ultima asta per i diritti televisivi della Champions League si è aggiudicato il pacchetto che le permetterà di trasmettere su Prime i 16 migliori match del mercoledì più la Supercoppa, dalla stagione 2021/2022 fino al 2024. Certo, non è l’intero calendario di gare – per gli appassionati, Sky Sport rimane ancora per quest’anno l’unica possibilità di non perdersi neanche un minuto del miglior calcio europeo – ma è comunque più che sufficiente per molti tifosi che, magari perché non hanno tra i partecipanti la squadra che supportano, sono soltanto intenzionati a guardarsi il top in programma, senza dover spendere altro.

All for nothing: altre squadre in arrivo?

E la Serie A? Per ora nulla sembra muoversi, ma è molto difficile che Amazon non cerchi di portare i suoi investimenti anche lì, soprattutto in nazioni – come l’Italia, il Regno Unito, la Spagna, la Francia o la Germania – dove questo sport è praticamente una religione. Inoltre, rispetto a chi offre un servizio puro di trasmissione delle partite, sia pure con contenuti per così dire “collaterali” come commenti e trasmissioni sportive, Amazon ha un’arma in più: il know-how per trasformare il calcio in un evento che travalichi i confini dello stadio, un po’ com’è successo per All or Nothing, la serie che, partendo dal Manchester City e passando per la nazionale brasiliana e il Tottenham (ma c’è chi parla di un possibile All or Nothing: Juventus in un prossimo futuro) ha mostrato la realtà dietro le squadre più famose del mondo, con allenamenti, spogliatoi e un po’ di sano drama all’americana.

Naturalmente non c’è solo il calcio, e Amazon è diventato, nei mesi scorsi, broadcaster dei Roland Garros e della Autumn Nations Cup di rugby, che dal 13 novembre vedrà impegnate Inghilterra, Irlanda, Galles, Georgia, Francia, Scozia, Italia e le isole Figi per tre weekend consecutivi. Amazon ha già reso disponibile, per i pub che riapriranno in Scozia e in Galles dopo l’allentamento del lockdown, un canale gratuito su Sky (partner dell’iniziativa) con tutti i match della competizione, in alta definizione. Una mossa intelligente e che conferma la seria intenzione del colosso di Seattle di entrare nei cuori di tutti gli appassionati di sport. Di certo, la prossima asta per i diritti televisivi sarà molto interessante.

Fonti:

https://www.rivistacontrasti.it/amazon-calcio-champions-league-prime-video-roland-garros-nfl-all-or-nothing-diritti-tv/

https://www.morningadvertiser.co.uk/Article/2020/11/12/Amazon-Prime-Video-will-pubs-be-able-to-show-Autumn-Nations-Cup-rugby

https://www.businessinsider.com/netflix-vs-amazon-prime-video-content-spend-estimate-chart-2017-4?IR=T

https://whatsnewinpublishing.com/the-worlds-most-popular-video-streaming-services-amazon-prime-video-is-at-5/
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