Il bracciale elettronico di Amazon “sarebbe in contrasto con l’ordinamento in materia di protezione dati non solo in Italia, ma anche in Europa”. Lo ha detto a Radio Radicale il presidente dell’Autorità garante della privacy Antonello Soro: “Penso e spero – ha spiegato – che questa idea verrà rimessa in discussione, sarebbe in contrasto con l’ordinamento in materia di protezione dati non solo in Italia, ma anche in Europa. Il sistema delle regole che disciplinano il trattamento dei dati personali e in particolare quello dei lavoratori deve rispondere a principi di proporzionalità, di trasparenza, di salvaguardia della dignità dell’uomo, che nella ipotesi riferita non ci sarebbero, quindi sarebbe in contrasto con le norme italiane e come tali non potrebbe applicarsi”.
Per Soro “la giurisdizione del lavoro non ha barriere mobili tali da poter pensare che un’azienda degli USA possa fare in Italia quello che vuole, io mi auguro da nessuna parte del mondo. L’ipotesi di cui si discute è un’ipotesi di ulteriore delega della organizzazione della vita alle tecnologie e come tale con una progressiva compressione delle libertà dell’uomo. E’ un processo che è in corso da tempo rispetto al quale occorrerebbe una maggiore attenzione in generale del dibattito pubblico. Se è vero che da molte parti si teme che nel futuro possa esserci una contrazione dei posti di lavoro dell’occupazione per far spazio ai robot e all’automazione, in questo caso sembrerebbe quasi che i giganti che operano nel sistema e nell’economia digitale pensino già di robotizzare l’uomo, facendo un ulteriore salto in quella direzione”.
“E’ una direzione sbagliata perché non possono esserci progresso e innovazione che non abbiano come fondamento l’uomo, altrimenti non sarebbe un futuro di benessere e crescita, ma sarebbe una rinuncia, una dispersione di conquiste della civiltà e delle libertà maturate nel corso della storia”, ha concluso.
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