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Amazon alle strette. In arrivo web tax anche su eCommerce e concorrenza sui pacchi

Amazon è alle strette in Italia. A novembre lo sciopero dei dipendenti dello stabilimento di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, durante il Black Friday, per protestare contro ritmi di lavoro estremi, salari bassi e inquadramenti inadeguati e ieri giornata ancora più nera per due motivi:

Boccia è il relatore del provvedimento che ha iniziato l’iter alla Camera dopo il primo ok del Senato. Uno degli aspetti della Legge di Bilancio 2018 che non piace al parlamentare PD è come stata concepita la web tax dai senatori, per questo motivo con uno dei suoi due emendamenti presentati ieri in Commissione propone di estendere il perimetro della tassazione delle imprese che operano nel digitale anche all’eCommerce (di cui è leader la società fondata da Jeff Bezos). In questo modo si modifica la norma votata dal Senato che prevede la web tax solo per le società business to business (come Google). Allo stesso tempo Francesco Boccia, per evitare di danneggiare molte aziende e startup italiane, ha inserito nel testo dell’emendamento un’aliquota più bassa, del 1-2% al posto del 6% e ha indicato il 2018 l’entrata in vigore dell’imposta e non il 2019 come previsto dal testo votato dai senatori.

Amazon è oggetto anche del secondo emendamento-Boccia: ridurre il suo monopolio sulla consegna dei pacchi e favorire di più la concorrenza permettendo alle Poste di spedire pacchi anche fino a 5 kg, oggi il limite è di 2 kg.

Dunque la Legge di Bilancio per come sta prendendo forma nelle Commissioni della Camera dei deputati è una vera e propria tenaglia per questo gigante del web. Occorrerà aspettare il testo definitivo della Finanziaria che verrà votato dalla Camera e poi approvato di nuovo dal Senato per capire se il Natale di Amazon sarà amaro.

Per colpa dell’Italia.

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