Il presidente Trump nomina Austin Miller comandante delle Forze Usa in Afghanistan
30 mag 11:05 – (Agenzia Nova) – Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha nominato il tenente generale Austin Miller comandante delle Forze Usa in Afghanistan. Miller subentrera’ nell’incarico al generale John Nicholson. Lo riferisce una nota del dipartimento della Difesa Usa. “Il segretario della Difesa, James N. Mattis, ha annunciato la seguente nomina da parte del presidente (…) Il tenente generale dell’Esercito Austin S. Miller promosso al grado di generale, e assegnato al comando della missione Resolute Support dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (Nato); e comandate delle Forze Usa in Afghanistan”, recita la nota diffusa nella giornata di ieri. Nei giorni scorsi l’Ispettore generale speciale Usa per la ricostruzione dell’Afghanistan (Sigar) ha dichiarato che gli Usa hanno fallito l’obiettivo di stabilizzare il paese centro-asiatico nonostante 16 anni di occupazione e miliardi di dollari di investimenti. Stando al Sigar, il dipartimento della Difesa Usa e l’Usaid hanno speso durante l’occupazione circa 4,7 miliardi di dollari in iniziative per la stabilizzazione, senza conseguire effetti significativi in termini di capacita’ e risultati del governo afgano.
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L’aggravarsi della crisi politica in Italia fa litigare i leader Ue
30 mag 11:05 – (Agenzia Nova) – La confusione e la tensione che regnano in Europa si sono manifestate apertamente ieri martedi’ 29 maggio, quando alcuni importanti esponenti europei si sono scontrati su come rispondere all’aggravarsi della crisi politica in Italia: lo registra il quotidiano economico britannico “The Financial Times” a seguito delle dichiarazioni del commissario Ue tedesco Gunther Oettinger, secondo cui i mercati che stanno mettendo sotto pressione i titoli di stato dell’Italia impartiranno una salutare lezione agli elettori italiani e li spingeranno a votare in modo piu’ filo-europeo nelle nuove elezioni che probabilmente si svolgeranno nella Penisola a beve termine. Gli ha prontamente replicato il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, stigmatizzando le parole di Oettinger come il tipico atteggiamento condiscendente che fa infuriare gli italiani a proposito degli euroburocrati di Bruxelles: “Per favore rispettiamo gli elettori, il nostro dovere e’ servirli non impartirgli lezioni”, ha scritto Tusk. Aldila’ di questa disputa, scrive oggi il “Financial Times”, e’ evidente come a Bruxelles, a Parigi ed a Berlino il sollievo per lo scampato pericolo che a Roma si insediasse un governo populista e’ stato immediatamente sostituito dalla preoccupazione su cosa succedera’ ora nel paese che rappresenta la terza economia dell’eurozona. Diversi esponenti di governi di paesi europei infatti, inizialmente avevano espresso soddisfazione per la decisione del presidente italiano Sergio Mattarella di nominare alla carica di ministro delle Finanze l’81enne economista Paolo Savona che gia’ nel 2015 aveva consigliato all’Italia di preparare un “piano B” per l’uscita dall’euro: il veto di Mattarella ha provocato il fallimento del tentativo di mettere insieme una coalizione di governo fatto dal partito anti-sistema Movimento 5 stelle e dai nazionalisti di estrema destra della Lega; ma assai presto l’ondata di vendite che ha investito le azioni ed i titoli di Stato italiani ha fatto cambiare umore alle capitali europee. I leader europei fra pochissime settimane dovranno partecipare ad un cruciale vertice in cui l’Ue discutera’ un pacchetto di riforme per meglio difendere l’eurozona dalle crisi a venire: il vertice di meta’ giugno e’ stato definito come l’ultima opportunita’ di riformare l’Ue prima delle elezioni del Parlamento europeo in programma per il 2019 ed in vista di esso per mesi Francia e Germania hanno lavorato e messo faticosamente a punto un piano operativo. A destare preoccupazione e’ il fatto che al vertice non ci sara’ un governo italiano nella pienezza dei suoi poteri: un lungo periodo di inerzia e di incertezza a Roma, ha detto al “Financial Times” il rappresentante a Bruxelles di un paese europeo, sono peggio che dover trattare con un esecutivo populista. Per cui si fa strada in Europa l’idea che l’Italia abbia tutto il diritto di scegliere la sua strada: “Le regole ed i ritmi della democrazia vano rispettati, il destino degli italiani e’ nelle loro proprie mani e tocca a loro deciderlo”, ha detto il commissario Ue all’Economia, il francese Pierre Moscovici; “Le scelte politiche dell’Italia si fanno a Roma e non a Bruxelles”, ha aggiunto, “anche se noi tutti condividiamo un retaggio comune”.
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Usa-Corea del Nord, alto consigliere di Kim Jong Un in visita negli Stati Uniti
30 mag 11:05 – (Agenzia Nova) – Un alto consigliere di Kim Jong Un, Kim Yong-chol, e’ diretto a New York per incontrare il segretario di Stato Mike Pompeo mentre le Autorita’ dei due paesi cercano di finalizzare il vertice tra il presidente Donald Trump e il leader nordcoreano, presumibilmente ancora fissato per il 12 giugno prossimo a Singapore. E’ stato Trump a confermare su Twitter il viaggio dell’Alto rappresentante di Pyongyang. “E’ ora diretto a New York – ha scritto il capo della Casa Bianca, intestandosi l’iniziativa – Una risposta concreta alla mia lettera, grazie!”, ha scritto il presidente, rivolto al leader nordcoreano. Kim, ex agente dell’intelligence nordcoreana, ha 72 anni ed e’ stato a fianco del leader 34enne durante i recenti sviluppi diplomatici, accompagnandolo nell’area demilitarizzata per incontrare il presidente sudcoreano lo scorso 27 aprile. Durante lo scorso fine settimana, una delegazione statunitense si e’ recata in Corea del Nord per riavviare i colloqui per il vertice e mettere a punto i preparativi. Kim Yong-chol ha servito tre generazioni della dinastia Kim che governa il paese dal 1945. L’alto rappresentante e’ il piu’ importante funzionario nordcoreano a visitare gli Stati Uniti dal 2000.
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Usa, dipartimento di Giustizia approva accordo storico di fusione Bayer-Monsanto
30 mag 11:05 – (Agenzia Nova) – L’Autorita’ federale antitrust degli Stati Uniti ha dato oggi il via libera alla fusione dei giganti dell’industria agricola, Bayer e Monsanto, dopo che le due compagnie hanno acconsentito a scorpori per 9 miliardi di dollari. Si tratta, riferisce il quotidiano “Washington Post”, della piu’ grande cessione di asset di una compagnia mai richiesta dal dipartimento di Giustizia al quale l’Antitrust afferisce. Bayer cedera’ le sue controllate operanti nel campo delle sementi e degli erbicidi a terzi, in particolare alla tedesca Basf. Cedera’ inoltre il suo business nel settore emergente dell’agricoltura digitale nonche’ una serie di proprieta’ intellettuali e progetti di ricerca e sviluppo. Per il dipartimento le cessioni erano necessarie per impedire che il potere concorrenziale unito di Bayer e Monsanto facesse lievitare i costi di sementi e trattamenti per gli agricoltori e i consumatori. L’accordo era gia’ stato approvato dalle Autorita’ antitrust di Unione europea e Russia, mancava solo l’ultimo ostacolo costituito dagli Stati Uniti.
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Spagna, Rajoy si appella alla stabilita’ economica per contrastare la mozione di censura
30 mag 11:05 – (Agenzia Nova) – Il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy fara’ appello ai conti economici per cercare di dissuadere il Partito nazionale basco (Pnv) dal sostenere la mozione di censura portata avanti da Pedro Sanchez, leader del Partito socialista operaio spagnolo (Psoe). Infatti se il Pnv decidesse di sostenete la mozione di censura contro Rajoy, potrebbe aggravare i morosi finanziari che gravano sul paese e, soprattutto, la capacita’ di influenza il governo di Madrid durante il resto della legislatura. La notizia e’ stata ripresa da tutta la stampa spagnola che sottolinea come il presidente del governo spagnolo effettuera’ domani il suo discorso con l’obiettivo, appunto, di mantenere la stabilita’ economica e impedire che i nazionalisti baschi e i sostenitori di Albert Rivera, leader di Ciudadanos, decidano di sostenere la mozione del leader socialista. Se l’iniziativa di Sa’nchez dovesse fallire questo venerdi’, Ciudadanos e Podemos stanno gia’ preparando proposte simili con un obiettivo comune: le elezioni prima della fine dell’anno. Il portavoce del Partito popolare (Pp) al Congresso, Rafael Hernando, ha dichiarato ieri che da quando Sanchez ha presentato la mozione di censura contro Rajoy,”il mercato azionario ha registrato perdite di 25 miliardi di euro e il premio di rischio e’ raddoppiato”. La tensione generata dall’iniziativa di Pedro Sa’nchez contro Rajoy a seguito della condanna del Pp nel caso Gurtel, ha spinto gli investitori a diffidare della Borsa spagnola e da venerdi’ scorso l’Ibex 35 ha perso 24,4 miliardi di euro, un calo di quasi il 5 per cento.
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Gran Bretagna, una campagna finanziata da Soros chiede un nuovo referendum sulla Brexit
30 mag 11:05 – (Agenzia Nova) – Il miliardario George Soros ieri martedi’ 29 maggio ha annunciato l’imminente lancio di una campagna per chiedere un nuovo referendum sulla Brexit che risparmi alla Gran Bretagna gli “immensi danni” del suo divorzio dall’Unione Europea: lo riferiscono diversi quotidiani britannici, con il laborista ed euro-entusiasta “The Guardian” che alla notizia dedica il titolo di apertura della prima pagina della sua edizione in edicola oggi mercoledi’ 30. Secondo il “Guardian” il manifesto programmatico della campagna, battezzata Best for Britain (un nome piu’ o meno traducibile come “La migliore scelta per la Gran Bretagna”, ndr), sara’ pubblicato l’8 giugno prossimo; la campagna ha gia’ raccolto milioni di sterline di finanziamenti da parte di privati, anche se il maggior contributore e’ proprio la fondazione Open Society creata da Soros che ne e’ anche il principale ispiratore. Parlando ieri ad una conferenza a Parigi, il miliardario cosmopolita si e’ detto convinto che la campagna possa persuadere una quota significativa e decisiva dell’elettorato britannico a cambiare idea sull’uscita del Regno Unito dall’Ue: “La Brexit si sta rivelando un complicato processo che provoca immensi danni sia agli interessi britannici che a quelli europei”, ha detto Soros. Il divorzio della Gran Bretagna dall’Unione Europea, ha sostenuto, “sara’ un processo assai lungo che probabilmente richiedera’ piu’ di cinque anni e in politica cinque anni sono un’eternita’, soprattutto nell’attuale epoca rivoluzionaria. La decisione finale sul da farsi spetta al popolo britannico, ma sarebbe meglio decidesse al piu’ presto piuttosto che troppo tardi; ed e’ proprio questo l’obbiettivo” di un nuovo referendum, ha spiegato Soros, aggiungendo di “appoggiarlo con convinzione”. Quanto alle probabilita’ di successo dell’iniziativa, il miliardario di origine ungherese e naturalizzato cittadino statunitense ha ricordato che il gruppo di opinione Best for Britain e’ gia’ riuscito a costringere il governo britannico guidato dalla premier Theresa May, conservatore e largamente euroscettico, a sottoporre l’intero processo della Brexit ad un approfondito esame del Parlamento che ha lasciato aperta la porta ad un possibile permanenza della Gran Bretagna nell’Ue. Nel suo discorso Soros si e’ anche schierato a favore di una radicale riforma dell’Unione Europea, anch’essa minacciata da un’ondata populistica come dimostra la crisi politica che sta attanagliando l’Italia; ed ha concluso dicendosi convinto del positivo contributo che la partecipazione della Gran Bretagna potrebbe dare al rinnovamento dell’Ue.
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Francia, le lobby si interessano a progetto di legge sull’Alimentazione
30 mag 11:05 – (Agenzia Nova) – Il progetto di legge sull’Alimentazione presentato dal ministro dell’Agricoltura francese, Stephane Travert, ha dato il via a una serie di lotte all’interno dell’Assemblea nazionale tra Ong, sindacati, e federazioni di professionisti. Lo scrive “Libe’ration, spiegando che diverse lobby sono sul piede di guerra per cercare di “ammorbidire” il testo. “Il peso degli industriali e’ qui. Gli interessi privati li hanno portati sulle sfide della salute pubblica”, afferma una responsabile dell’Ong Foodwatch France. I rappresentanti dei gruppi di interesse “scrutano” con attenzione quanto succede nell’Assemblea, visto che i testi riguardanti il settore agricolo da sempre attirano la loro attenzione. Il disegno di legge contiene misure riguardanti il regolamento delle promozioni nella grande distribuzione, la riformulazione dei prezzi per gli agricoltori, il trattamento degli animali nei mattatoi, la classificazione dei prodotti bio. Una serie di provvedimento che interessa diversi settori, che esercitano una pesante azioni di lobbying. “Dove finisce la sensibilizzazione e dove comincia la pressione?” si chiede il quotidiano, spiegando che la definizione di lobbying e’ complessa.
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Libia, l’accordo di Parigi presenta un “orizzonte incerto”
30 mag 11:05 – (Agenzia Nova) – Ieri si e’ tenuta a Parigi una conferenza internazionale sulla Libia, durante la quale le parti sono giunte a un accordo per la tenuta di elezioni il prossimo 10 dicembre. Lo scrive “Le Monde”, che sottolinea “l’orizzonte incerto” della road map fissata ieri. Al vertice hanno preso parte i quattro principali attori della crisi libica: il generale Khalifa Haftar, comandante autoproclamato dell’Esercito nazionale libico, Fayez al Sarraj, premier del Governo di accordo nazionale, il presidente della Camera dei rappresentanti, Aguila Salah, e quello del Consiglio di Stato, Khaled al Mechr. Presenti anche le organizzazioni internazionali e i rappresentanti di una ventina di paesi. La data di nuove elezioni “e’ in se un progresso apprezzabile, la sua realizzazione richiede un complesso insieme di condizioni” afferma il quotidiano, che ricorda come la valorizzazione mediatica di alcune personalita’ fino ad oggi non e’ riuscita a stabilizzare il paese. Il presidente Macron ieri in conferenza stampa ha parlato di “incontro storico”. “Le Figaro” sottolinea il fatto che per il momento la Libia non ha una Costituzione formalmente approvata. Una soluzione dovra’ essere trovata entro il 16 settembre ma sara’ difficile arrivare a un’intesa per quella data. A questo si aggiunge poi la questione securitaria, che mette in pericolo il corretto svolgimento delle votazioni.
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Germania, estremismo di sinistra: molta violenza ma poche armi
30 mag 11:05 – (Agenzia Nova) – Circa 750 estremisti di destra e circa 1.200 cosiddetti “cittadini del Reich” detengono legalmente almeno un’arma da fuoco in Germania. Questo emerge da una risposta del governo tedesco ad un’interrogazione parlamentare dei Verdi, riportata la scorsa settimana dalla “Frankfurter Allgemeine Zeitung”. Il livello di armamento degli estremisti di destra e dei “cittadini del Reich” resta “estremamente preoccupante”, ha detto il portavoce politico per gli Interni dei Verdi Irene Mihalic all’edizione online del “Time”, nonostante la detenzione delle armi da fuoco da parte di questi soggetti sia appunto legale. Gli estremisti di sinistra present in Germania non sono meno numerosi, ma posseggono meno armi. Nel 2017, nel Baden-Wuerttemberg, e’ stato stimato un totale di 2.780 estremisti di sinistra, di cui “solo pochi” possiedono armi, secondo il ministero dell’Interno. In Sassonia-Anhalt 490 nel 2016, ma nessuno in possesso di un porto d’armi. Nel Saarland su 380, sempre nel 2016, solo due. Ad Amburgo, su 1.100 (2016) solo una persona ne era in possesso e dopo gli eventi del G20 gli e’ stato revocato. I numeri sembrano bassi anche negli altri Lander. Secondo le informazioni di Gerdts-Schifflers, a Brema sta per nascere un ufficio separato, che in futuro si occupera’ esplicitamente del possesso di armi da parte di estremisti. Nella Bassa Sassonia, dove non sono disponibili cifre, il ministero dell’Interno segnala la mancanza di una regolamentazione legale per un’indagine da parte della Protezione della Costituzione, prima che venga rilasciato un permesso di armi. Secondo il ministero degli Interni le armi da fuoco non sono cosi’ amate dall’estremismo di sinistra, rispetto a quello di destra. In genere, gli estremisti di sinistra sono piu’ propensi all’utilizzo di armi improprie, come molotov, bastoni, coltelli, fionde. In genere, gli attacchi sferrati dall’estremismo di sinistra sono “di massa” e diretti contro beni materiali e infrastrutture pubbliche. L’estremismo di sinistra e’ piu’ diffuso nelle citta’, con focus a Berlino, Amburgo e Lipsia. Tuttavia l’ultimo rapporto della Protezione della Costituzione per l’anno 2016 afferma che “l’accettazione e l’intensita’ della violenza” nella scena estremista di sinistra e’ “notevolmente aumentata” negli ultimi anni. Cio’ riguarda soprattutto la violenza contro gli agenti di polizia e gli oppositori politici, soprattutto “veri o presunti estremisti di destra”. Nel 2016 le autorita’ tedesche stimavano nel paese una militanza estremista di sinistra di circa 28.500 persone, e di queste quelle orientate alla violenza erano 8.500. Il ministro dell’Interno bavarese, il cristiano sociale Joachim Herrmann, ritiene tuttavia che ci sia una “nuova fase di escalation” e che l’estremismo di sinistra venga minimizzato in Germania. Secondo le informazioni fornite dall’Ufficio federale per la protezione della Costituzione, nel 2016 sono stati registrati 5.230 crimini motivati da estremisti di sinistra, di cui 1.201 atti di violenza. Nello stesso periodo sono stati registrati 22.471 crimini di estrema destra, quasi quattro volte di piu’. Secondo un calcolo per “tagesschau.de”, il numero di persone che sono state ferite nel 2016 da atti di violenza politicamente motivati e’ stato in totale di 1.936. Di questi atti, 653 commessi dai violenti di sinistra, e gli altri 1.283 da quelli di destra.
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Italia, tre possibili scenari per l’Italexit
30 mag 11:05 – (Agenzia Nova) – “L’euro ha molti problemi irrisolti e non deve essere permesso di distruggere l’Unione europea”. Lo ha dichiarato George Soros. “Cio’ che poteva andare storto e’ andato storto”, ha detto il gigante della finanza a Parigi, per poi aggiungere: “Non e’ piu’ un modo di dire che l’Europa sia in un pericolo esistenziale; e’ una realta’”. Le parole del miliardario statunitense sono giunte martedi’, durante la crisi dei titoli di Stato italiani, e non hanno certo contribuito a placare gli animi degli investitori. L’Italia rischia di zoppicare per mesi con un governo tecnocratico, approvato a malincuore fino a nuove elezioni, ha dichiarato l’analista di mercato di Dz Bank, Dorothea Huttanus. Questa prospettiva dal punto di vista dell’euro sarebbe ancora peggiore in caso di una coalizione governativa di Lega e 5 stelle. La domanda chiave che gli investitori si chiedono e’: l’Italia puo’ innescare una nuova crisi dell’euro? “Probabilmente no”, afferma Holger Schmieding, capo economista di Berenberg Bank. Naturalmente, a suo avviso, un governo “radicale” a Roma potrebbe far precipitare il paese in una profonda crisi. Secondo Schmieding, pero’, per il momento l’eventuale crisi appare confinata a una dimensione locale Lo scenario peggiore sarebbe una bancarotta dell’Italia, seguita dalla sua uscita dall’eurozona e da un periodo di caos duraturo. Anche in quel caso, pero’, l’esistenza dell’euro non sarebbe messa a repentaglio, sostiene l’economista. “Come la Brexit ha alimentato un sentimento pro-Ue a Gibilterra, un’ipotetica Italexit rafforzerebbe l’euro”, stima Schmieding. Cio’ sarebbe dimostrato dalle due crisi greche (2009-2011 e 2015) e da quella di fiducia nella moneta unica del 2011-2012. A causa di questi eventi la Ue avrebbe sviluppato abbastanza strumenti per proteggere gli altri Stati membri e le loro banche contro le infezioni. “Una ripetizione della euro-crisi dovuta a un contagio dilagante sembra altamente improbabile”, afferma l’economista. Tre sono i possibili scenari: l’Italia continua a soddisfare i criteri di adesione all’eurozona, e non si concretizza alcuna crisi; l’Italia viola le regole della zona euro, andando in crisi e non riceve alcun sostegno. Vorrebbe dire un’Italexit caotica e una presa di posizione alla Alexis Tsipras. Alcuni esperti valutano la situazione in modo piu’ critico, come Francesco Galietti, responsabile per la politica di consulenza di Sonar: “Si tratta di una minaccia esistenziale per la zona euro”, sostiene l’esperto, sottolineando il peso economico e finanziario dell’Italia.”Come previsto, l’Italia sara’ uno stress test esistenziale per l’intera zona euro”, sottolinea Heinz-Werner Rapp, responsabile del Feri Cognitive Finance Institute. L’Italia ha ignorato l’enorme necessita’ delle riforme negli ultimi anni, sostiene Rapp, e ora cerca di far pagare agli altri i propri fallimenti. “L’euro e’ e rimane un esperimento politico, e puo’ fallire politicamente se non si ottengono i benefici economici attesi”, sostiene invece l’esperto di Commerzbank Ulrich Leuchtmann. Incertezze ci sono anche per la Spagna e il governo del premier conservatore Mariano Rajoy. “Non mi aspetto una crisi, ma e’ possibile che continuino le incertezze”, ha affermato Ulrich Stephan, capo stratega per gli investimenti per clienti privati e aziendali presso Deutsche Bank. George Soros ha gia’ proposto rimedi per alcuni dei mali che l’Europa sta affrontando, tra cui un “piano Marshall” finanziato dalla Ue per l’Africa del valore di circa 30 miliardi di euro all’anno, che ridurrebbe la pressione migratoria nel Continente. Ha anche suggerito una trasformazione radicale della Ue, compresa l’abolizione della clausola che vincola i suoi Stati membri all’adesione alla moneta comune.
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