C’è un interessante limite alla nostra capacità di interpretare il passato – e probabilmente anche il futuro. Con l’evolversi del ‘contesto’, l’umorismo e l’ironia di altre epoche diventano nel tempo più difficili da afferrare.
La vignetta che appare qui sopra è tratta da Les Masochistes (1960) del francese Roland Torpor. Il volume è una sorta di studio in forma grafica/umoristica del male che ci facciamo da soli cercando di proteggerci dal mondo esterno.
Topor (Parigi, 7 gennaio 1938 – Parigi, 16 aprile 1997) è stato un illustratore, paroliere, drammaturgo, pittore, scrittore, sceneggiatore, attore e scenografo. Molto presente anche in Italia nell’ultimo quarto del secolo scorso, collaborò con i registi Federico Fellini (in Casanova e La città delle donne) e Maurizio Nichetti (Ratataplan), nonché con Roman Polanski (L’inquilino del terzo piano) e Werner Herzog (Nosferatu); tutto ciò insieme con una ricca produzione letteraria e vignettistica.
La sua epoca è comunque passata e il personaggio – decisamente un prodotto dei suoi tempi – è, ad oggi almeno, irriproducibile. I suoi genitori erano ebrei polacchi rifugiatisi dai nazisti a Parigi nel 1938. Quando la guerra li raggiunse anche lì, cambiarono identità e si nascosero nella profonda provincia francese – la Savoia – dove Roland passò i primi anni ‘travestito’ da bambino cattolico sotto un nome non suo, dividendo il terrore della famiglia che potessero essere scovati dalla Gestapo da un momento all’altro. Per lui il mondo rappresentava una fonte di continuo pericolo dal quale si difese con un pessimistico humor noir, una caratteristica che ha segnato tutta la sua produzione artistica.
Roland Topor morì nella sua abitazione parigina il 16 aprile 1997, all’età di 59 anni, a causa di un’emorragia cerebrale. È sepolto nel cimitero di Montparnasse. Con lui, cominciò a morire anche la visione del mondo che poteva considerare divertente l’immagine di un uomo che ‘straccia’ la propria identità raschiando via la faccia con una grattugia.