Allarme reti mobili in Francia. A lanciarlo il presidente della Federazione Francese di Telecomunicazioni (FFT) Nicolas Guérin, contraltare transalpino della nostra Confindustria di settore, in un’intervista su Les Echos in cui tratteggia un quadro preoccupante per le reti mobili transalpine. Se la copertura 4G procede a buon ritmo e se la fibra sta accelerando, l’impatto della pandemia sulle reti nazionali si è fatto sentire.
L’allarme
“Senza il 5G, le reti potrebbero raggiungere la saturazione a partire dall’anno prossimo in certi grandi quartieri d’affari o a ridosso di alcune grandi stazioni. Vi lascio immaginare la reazione dei nostri concittadini se la qualità del servizio si dovesse deteriorare”, ha detto Guérin.
Esempio telemedicina
Un esempio su tutti è quello della telemedicina: se nel 2019 si sono registrati 60mila teleconsulti in totale, quest’anno nella sola ultima settimana del mese di marzo ce ne sono stati 500mila. Il telelavoro è diventato un fenomeno di massa, il traffico telefonico è cresciuto del 15% dall’inizio del lockdown, quando tutti davano ormai per morta la voce, così come gli Sms.
Il consumo di dati in mobilità è aumentato del 30%, e quello televisivo attraverso qualsiasi mezzo è aumentato del 20%.
Seconda ondata
In vista della seconda ondata, il paese si è preparato: sta riprendendo la campagna che invita gli utenti ad usare fibra e WiFi invece del 4G, che consuma più energia.
La nuova ondata del virus ritarderà il rollout della fibra, l’obiettivo fissato di coprire il 92% delle città di medie dimensioni entro quest’anno slitterà al 2021.
Un lockdown completo del paese rischierebbe però di far ulteriormente slittare l’obiettivo del governo Macron, fissato ad una copertura dell’80% delle case in fibra entro il 2022.
Fattori di rischio
Nel contempo, prosegue la copertura completa del territorio in 4G rallentata a sua volta dalle resistenze di diversi sindaci. “La gente vuole la copertura mobile, ma non vuole l’antenna”, racconta Guérin, che chiede appunto ai sindaci di indicare loro le location per i nuovi impianti in modo da evitare proteste.
Un altro fattore che rischia di rallentare la copertura mobile del paese è il blocco parziale alle attrezzature di Huawei, che rischia di provocare danni miliardari agli operatori, chiamati a smantellare le reti esistenti.
Movimenti anti 5G
Infine, c’è il problema dei movimenti anti 5G, diffusi anche in Francia, sempre più minoritari per fortuna. Certo, c’è il caso delle grandi città che hanno chiesto una moratoria per il 5G, come Lille. Qui la soluzione potrebbe essere di cominciare la posa delle antenne nelle aree periferiche industriali, dove c’è forte domanda di 5G
E aspettare che si trovi un compromesso in centro città, dove il dibattito con la cittadinanza è ancora in corso.
Ma se il piano di rilancio tedesco prevede 7 miliardi di euro per il 5G e se il 7% della popolazione globale è già coperto dal 5G allora non si tratta certo di un fatto secondario o di un’idea peregrina, ha aggiunto.