Sono i nuovi e più temuti paparazzi delle star di Hollywood, i droni, che riescono a sorvolare le loro case, i loro giardini, con sofisticatissimi teleobiettivi capaci di sbirciare attraverso le finestre delle camere da letto a caccia dei segreti più intimi. I droni rappresentano una vera e propria minaccia per le celebrities. Hanno già terrorizzato la cantante Rihanna e l’attrice Jennifer Garner che recentemente si è lamentata con i propri amici per queste videocamere ‘volanti’ che sorvolavano il suo giardino sul retro di casa.
Questo spiega anche l’improvviso successo di questa industria sia in Gran Bretagna che in America.
I droni sono, infatti, passati dall’essere strumenti in uso alle forze di sicurezza a dispositivi in mano al mercato del gossip. Se ne vendono a migliaia e anche a basso prezzo.
La francese Parrot, leader in questo campo, ne ha già venduti mezzo milione in tutto il mondo.
Allarme privacy
Le implicazioni per la privacy sono evidenti. Era prodotto da Parrot il drone che ha sorvolato Buckingham Palace, filmando video subito dopo postati su internet.
E sono ormai migliaia i video su YouTube realizzati grazie ai droni nel Regno Unito. E all’inizio di quest’anno, c’è stata la prima condanna oltremanica del proprietario di un negozio di riparazione per tv, Robert Knowles, che ha fatto volare ‘pericolosamente’ un drone su un impianto nucleare. Knowles si è giustificato, asserendo d’aver perso il controllo del proprio drone da mille sterline e quindi di non essere lui il responsabile di questo volo altamente ‘pericoloso’.
I droni sono già noti per il loro impiegato in guerra ma le applicazioni di questi ‘velivoli’ telecomandati possono essere molteplici e per i motivi più disparati. Google e Amazon li stanno testando per la consegna dei prodotti ma c’è anche chi nel prossimo futuro li impiegherà per le ispezioni degli edifici, per disegnare mappe, per la gestione degli incendi o per fornire apparecchiature mediche d’emergenza.
Gli avvocati divorzisti sperano, inoltre, di poterli usare per monitorare le liti tra coniugi e genitori ‘droni’ potrebbero presto seguire il percorso a piedi dei bambini verso la scuola.
Ma così come tanti possono essere gli usi dei droni, altrettanto vasti sono i rischi per la privacy.
Negli Usa, il Congresso è già al lavoro su come estendere le norme sulla privatezza anche ai droni paparazzi.
Ma sono in tanti a temere che ci sia ben poco da fare di fronte alla proliferazione di questi piccoli aggeggi che possono essere acquistati a buon mercato.
I droni sono diventati largamente disponibili a partire dal 2010 con il lancio del drone AR di Parrot, pilotato tramite un app dell’iPhone. Da allora, i droni sono diventati un cult della compagnia.
Gli ultimi modelli sono dotati di videocamere ad alta definizione e possono volare fino a 200 piedi d’altezza e restare in aria per mezzora.
Il prossimo inverno Parrot ne lancerà uno ancora più potente col curioso nome di Bebop. Sarà dotato di videocamera full HD con un raggio d’azione fino a 1,25 miglia.
“Per le star è una grande preoccupazione”, ha indicato Robert Izzard, 51 anni, uno dei più famosi bodyguard delle celebrities.
“Anche se un paparazzo non pubblica le foto catturate col drone, è libero di sorvolare le case delle star per sapere a che ora si svegliano, quando portano il cane fuori, a che ora vanno a prendere i figli a scuola…e usare queste informazioni per predisporre un servizio fotografico”.