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Allarme. Lo stato della democrazia nel mondo? Un regime del tutto minoritario

Solo l’8% della popolazione mondiale vive effettivamente in una democrazia piena e compiutamente realizzata. A stabilirlo è l’Economist Intelligence Unit (EIU), che pubblica sul tema tutti i dati del mondo nell’ultima edizione del suo Democracy Index Report del 2022, pubblicato pochi giorni fa.

Accanto a quella bassa percentuale di popolazione mondiale che vive beatamente in Paesi pienamente democratici, vi è un 37% di popolazione mondiale che vive in Paesi che potremmo definire a “democrazia imperfetta”, con il 55% del mondo che vive in Paesi che non conoscono la democrazia.

Eventi come la guerra in Ucraina e le misure anti COVID-19 restrittive e durature, hanno causato numerosi cali nei punteggi della democrazia dei Paesi negli ultimi anni. In base agli indicatori adottati dall’IEU, dal 2006 che è l’anno della prima edizione annuale, la media globale è scesa da 5,52 a 5,29.

Le 5 categorie dell’EIU usate per misurare la democrazia:

L’EIU misura la democrazia nel mondo valutando 60 indicatori distinti in 5 categorie chiave:

  1. Processo elettorale e pluralismo
  2. Cultura politica
  3. Partecipazione politica
  4. Funzionamento del governo
  5. Libertà civili

Ogni categoria viene valutata in scala 0-10, sulla base delle rilevazioni di ciascuno degli indicatori che compongono la singola categoria. Il punteggio finale di ciascun Paese è dato dalla media dei valori delle 5 categorie registrate da ciascun Paese. Una metodologia dettagliata può essere trovata a partire da pagina 66 del Rapporto scaricabile dal link sopra riportato.

Ad esempio, nel caso degli USA che hanno conseguito un valore finale pari a 7,85 su 10, quel valore è venuto fuori calcolando la media dei risultati registrati da ciascuna delle 5 categorie che raggruppano i 60 indicatori:

USA

Processo elettorale e pluralismoFunzionamento del governoPartecipazione politicaCultura politicaLibertà civili
9.176,438,896.258.53

Questo punteggio definisce gli Stati Uniti come una democrazia imperfetta e li colloca al 30° posto assoluto nel mondo, in calo di 4 punti rispetto alla classifica dello scorso anno. Il valore contenuto degli USA è dato dalla scarsa cultura politica e dalle questioni di Governance, ma nel caso degli USA, come di molti altri Paesi, questo non vuol dire che non sia un Paese dove si tengono libere elezioni e il rispetto delle libertà civili.

Ecco il tasso di democrazia regione per regione

  1. Le Americhe

Nelle Americhe, uno dei migliori Paesi, anno dopo anno, è il Cile, con un valore di 8,22 e con un incremento di un ulteriore 0,3 rispetto all’ano scorso. Il Paese è uscito dalla categoria della “democrazia imperfetta” l’anno scorso, per effetto del passaggio alla riforma costituzionale insieme al presidente Gabriel Boric, che si muoveva verso il centro politico, riducendo la polarizzazione.

Solo altri tre Paesi delle Americhe sono considerati democrazie complete: Costa Rica, Canada Uruguay, l’ultimo dei quali è il numero 1 a livello regionale (America del Sud).

Il rovescio della medaglia è che alcuni dei peggiori Paesi al mondo si trovano proprio in America Latina. Ci riferiamo a El Salvador Haiti. Gran parte dei punteggi bassi nella regione sono associati ad alti tassi di criminalità e alla governance corrotta.

L’unica piena democrazia in Africa è la piccola isola-nazione di Mauritius. Nel complesso, l’Africa è una delle regioni con il punteggio più basso con solo 5 dei 54 Paesi del continente che si classificano come nazioni con un qualche tipo di democrazia.

A far più notizia è il punteggio della vicina Tunisia, diminuito significativamente nel 2022. Il presidente Kais Saied ha sciolto il Parlamento all’inizio dell’anno e ha preso il controllo del consiglio elettorale, spostandosi lentamente verso un potere centralizzato e personalistico. E anche se ci sono state molte denunce da parte di oppositori, va considerato che molte delle voci critiche sono state imprigionate e ciò ha indotto al declassamento del Paese da parte dell’EIU, confinando così il Paese nel perimetro dei regimi ibridi.

La Spagna e la Francia hanno riacquistato lo status di democrazie complete nel 2022, grazie al miglioramento delle libertà civili e al più efficace funzionamento delle categorie di governo, grazie all’allentamento delle restrizioni generate dalla pandemia del COVID-19. Tuttavia, entrambi i Paesi affrontano la polarizzazione politica. In Spagna questo è in gran parte rappresentato dagli atteggiamenti che circondano il movimento separatista catalano.

Alcuni dei regimi di punteggio più bassi della regione sono in Russia Bielorussia. La guerra della Russia in Ucraina ha violato il diritto internazionale, così come la sovranità di un altro Paese, restringendo il suo punteggio nell’indice di un ulteriore 0,96. La Bielorussia si è continuamente alleata con la Russia, permettendo alle truppe russe – e probabilmente anche ai suoi missili – di entrare in Ucraina dai suoi confini.

In questa regione dell’Asia e Oceania, i livelli di democrazia sono stati gravemente colpiti dalla pandemia del COVID-19. Hong Kong ha rimosso le politiche restrittive sulla sorveglianza solo all’inizio del 2023. Al contrario, la Thailandia ha revocato queste restrizioni un anno prima, fornendo più libertà individuale, secondo il Rapporto.

Il punteggio abbastanza alto della Malesia di 7,3 potrebbe godere di migliorie di valutazione, poiché l’ex primo ministro, Muhyiddin Yassin, che era in carica durante il COVID-19, sta attualmente affrontando accuse di corruzione per riciclaggio di fondi stanziati dalle misure anti COVID-19.

Asia centrale e Medio Oriente

Infine, in Medio Oriente e in Asia centrale non ci sono democrazie complete. Il Paese con il punteggio più basso ella regione, che è peraltro anche il valore più basso a livello globale, è l’Afghanistan a soli 0,32.

Israele, l’unica democrazia di qualsiasi tipo della regione, in realtà è scesa di 6 posizioni nella classifica globale rispetto all’anno precedente. La sua categoria di punteggio più bassa nel 2022 è stata quella relativa alle libertà civili. Quest’anno, il Paese è sotto i riflettori a causa delle sue riforme giudiziarie proposte dal Partito nazionalista al potere e la risposta civile di disappunto è stata forte. Le proteste di massa sono continuate per settimane in tutto il Paese.

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