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Alibaba chiude il suo laboratorio di calcolo quantistico e si focalizza sull’intelligenza artificiale generativa

Alibaba ha comunicato la chiusura del suo laboratorio di calcolo quantistico, un’iniziativa che rientra nell’impegno di focalizzarsi sempre di più sull’intelligenza artificiale generativa. Un vero e proprio cambio di focus verso nuove frontiere tecnologiche, dunque. In conseguenza, il colosso dell’e-commerce e del cloud computing ha donato sia il laboratorio sia le attrezzature all’Università di Zhejiang.

Riavvolgendo il nastro, Alibaba ha lanciato l’Academy for Discovery, Adventure, Momentum and Outlook (Damo Academy) nel 2017 per concentrarsi su ricerca e innovazione tecnologica, in particolare negli ambiti di Internet of Things , fintech, calcolo quantistico e interazione uomo-macchina (in queste aree di ricerca, i focus spaziano dall’apprendimento automatico alla sicurezza della rete, dal visual computing all’elaborazione del linguaggio naturale.)

Un portavoce della Damo Academy ha dichiarato che, nonostante i sigilli di Alibaba al laboratorio di calcolo quantistico (la cui chiusura avrebbe impattato su circa 30 dipendenti, che ora potrebbero essere reclutati dall’Università di Zhejiang per contribuire alla ricerca innovativa nell’ambito dell’informatica quantistica in un contesto prettamente accademico) l’accademia continuerà nel suo percorso.

Fornire valore e stimolare il mercato

Con la chiusura del suo laboratorio di calcolo quantistico prosegue, dunque, il piano di ristrutturazione della multinazionale cinese nata nel 1999 come società di servizi web. Lo scorso marzo, Alibaba Group (che controlla, tra le altre fintech cinesi, Ant Financial), aveva annunciato la creazione di sei divisioni indipendenti: Cloud Intelligence Group, Taobao and Tmall Group, Local Services Group, Cainiao Smart Logistics Network Group, Alibaba International Digital Commerce Group, Digital Media and Entertainment Group. Con l’intenzione di “fornire più valore agli investitori e stimolare la competizione di mercato“. Cosicché, “faremo diventare le nostre attività più agili, rafforzeremo il processo decisionale e permetteremo risposte più veloci ai cambiamenti di mercato”.

Intelligenza artificiale generativa in replica a ChatGPT

L’intelligenza artificiale è naturalmente legata anche al cloud, che costituisce la piattaforma cardine per l’erogazione dei servizi e delle applicazioni di machine learning e large language model. Di recente, Alibaba ha presentato un nuovo modello di intelligenza artificiale generativa, denominata Tongyi Qianwen, un prodotto simile a quello di OpenAI che funziona sia in lingua cinese sia in inglese. Si tratta, appunto, di un LLM (large language model) pensato, quantomeno in principio, per gli utenti business e capace di scrivere lettere d’invito, pianificare percorsi di viaggio e suggerire acquisti da effettuare.

La divisione cloud intelligence di Alibaba ha ammesso poi che alcune organizzazioni, compresa la stessa Università di Zhejiang, hanno raggiunto accordi di cooperazione con l’intento di addestrare i propri modelli linguistici di grandi dimensioni oppure sviluppare nuove applicazioni di modelli linguistici fondati proprio su Tongyi Qianwen. Ma l’azienda non si è fermata qui, approntando anche un nuovo generatore di immagini (Tongyi Wanxiang), fautore di “rilevanti cambiamenti nel modo in cui lavoriamo e nella nostra quotidianità”.

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