La Commissione Europea sta valutando di aprire un’indagine sull’utilizzo degli algoritmi da parte degli OTT americani. Lo rende noto il sito Euractiv, aggiungendo che il faro di Bruxelles sarà rivolto sul modo in cui i social media e le grandi web company Usa – fra cui Google, Facebook, WhatsApp e Amazon – utilizzano e organizzano news, post e risultati di ricerche online.
Fonti della Commissione hanno precisato che l’indagine partirà a metà 2017 e durerà due anni.
Gli algoritmi sono le formule che determinano quali risultati vengono mostrati agli utenti nei feed dei social network e dei motori di ricerca, e possono essere utilizzati anche per prevedere i risultati elettorali e l’utilizzo di altre tecnologie, per non parlare dell’orientamento all’acquisto degli utenti.
Gli algoritmi consentono inoltre di determinare la scelta delle news che alimentano i feed su Facebook in base alle preferenze degli utilizzatori, che ricevono sul loro feed le notizie che rispecchiano i loro interessi personali anche in base alle loro abitudini di navigazione e alle pagine consultate in passato. Di fatto, le news mostrate ai membri di Facebook rispecchiano i loro gusti personali.
Senza contare che nei mesi scorsi la questione dell’influenza che Facebook esercita sulle notizie ha richiesto l’intervento della Commissione Commercio del Senato americano che ha inviato una lettera a Zuckerberg per chiedere delucidazioni su una vicenda di presunte manipolazioni delle Trending News.
La decisione della Commissione di aprire un fascicolo sugli algoritmi arriva dopo l’annuncio la scorsa primavera da parte di alcuni commissari di un nuovo quadro normativo per regolare le piattaforme online come Facebook, Google, Amazon e eBay, suscitando non poche preoccupazioni da parte delle web company Usa.
Ma secondo Bruxelles è necessario che gli utenti sia al corrente dei criteri e delle modalità che regolano il filtro, la scelta e la personalizzazione delle informazioni e delle notizie presentate sui feed dei social media. Una necessità ancor più sentita quando si tratta di informazioni legate a potenziali scelte di acquisto e alla partecipazione alla vita democratica dei cittadini.
L’orientamento della Ue rispecchia quello già adottato da alcuni Stati membri fra cui la Francia, secondo cui sarebbe opportuno che un organismo europeo valutasse i diversi social media anche in base al grado di neutralità con cui vengono selezionate le notizie e le informazioni.
Una decina di giorni fa Angela Merkel ha parlato in maniera critica di algoritmi in un discorso pubblico: “Personalmente ritengo che gli algoritmi debbano essere più trasparenti in modo che i cittadini interessati siano consapevoli di cosa succede quando loro e altre persone utilizzano i social media”. La cancelliera ha poi aggiunto che “senza una maggior trasparenza, questi meccanismi possono portare a distorcere la realtà” tanto più che le grandi piattaforme possono utilizzare i loro algoritmi per estromettere la concorrenza.
Bruxelles ha preso in parola i moniti della Merkel, destinando 500 milioni di euro nell’indagine sugli algoritmi per garantire i consumatori. L’obiettivo è creare un quadro di regole per proteggere i consumatori Ue da possibili rischi in particolare sul fronte della privacy, tanto più che un utilizzo distorto degli algoritmi da parte dei social media rischia di creare un clima di scetticismo diffuso nei confronti dei robot e degli strumenti di automazione su cui la Commissione Europea invece punta molto per il rilancio economico.