Il tema della rete unica è finalmente sbarcato in Parlamento, con un dibattito acceso fra le diverse forze politiche, scaturito alla fine nell’approvazione di una mozione che impegna il Governo a perseguire tutte le strade possibili per la costituzione di un solo grande network nazionale. Un testo che ricalca di molto la mozione firmata da Giorgia Meloni, Alessio Butti e Franceso Lollobrigida (FdI), depositata lo scorso mese di novembre, che in conclusione impegna il Governo a facilitare al la realizzazione di una rete Pubblica, Unica e Wholesale Only. Ne abbiamo parlato con Alessio Butti, deputato di Fratelli d’Italia e responsabile Tlc del partito.
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Key4biz. Il dibattito sulla rete unica è andato in scena alla Camera ma è passato sotto silenzio. Perché?
Alessio Butti. E’ sconcertante, perché ieri in Parlamento (giovedì 16 luglio ndr) dopo 10 anni di infruttuoso dibattito, grazie ad una mozione molto dettagliata depositata da Fratelli d’Italia, il Parlamento ha discusso finalmente sulle strategie di natura industriale con cui affrontare il tema della rete unica e, come corollario, anche del 5G e delle nuove tecnologie. Il silenzio è drammatico perché, diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato però qualche volta ci si azzecca.
Key4biz. Qual è il problema sulla rete unica?
Alessio Butti. E’ evidente che sulla rete unica vi siano degli interessi travolgenti, soprattutto per gli appetiti internazionali (Kkr in trattativa con Tim per rete secondaria ndr), per i soci stranieri di Tim, per questi fondi inglesi e australiani (Macquarie ndr) interessati a Open Fiber, per i Big Tech che sono ovviamente lì pronti, anche sulla questione del 5G a intervenire, a fare strame. Allora, è possibile che la stampa non capisca la pagina che qualcuno ha definito epica, con un po’ di ironia, in cui il Parlamento, tra l’altro con delle analogie sulle posizioni dei rispettivi gruppi – e questo è un fatto interessante – ha preso delle decisioni soprattutto in materia di rete unica e di preparazione al 5G attraverso anche una diversa attenzione per lo sviluppo del Piano BUL nella aree bianche, grigie e nere. Per questo sono esterrefatto di fronte al disinteresse verso questo dibattito nel quale finalmente la rete unica è stata parlamentarizzata.
Key4biz. Quale pensa sia il motivo di questo disinteresse?
Alessio Butti. Sia chiaro, capisco che Conte si trova a Bruxelles, che contestualmente ricominciano gli sbarchi, che contestualmente ci sono decine di altri problemi dal recovery fund ai problemi economici legati alla crisi sanitaria. Però, quello della rete resta un tema strategico.
Key4biz. Qual è stato l’esito del dibattito parlamentare su rete, 5G e piano BUL?
Alessio Butti. Innanzi tutto, voglio rendere merito al sottosegretario Gian Paolo Manzella perché è riuscito, negoziando con i responsabili dei vari gruppi, a raggiungere una sintesi che alla fine, sia sulla rete unica, sia sul 5G, sia sulla sperimentazione ha accontentato quasi tutti. Forse noi di più, oggettivamente, perché ha riconfermato, seppur semanticamente con altri termini, che la rete deve essere Unica, Pubblica e non verticalmente integrata basata sul modello Wholesale Only. Quindi, questo per noi è importante.
Key4biz. E ancora?
Alessio Butti. Ha detto di più. Ha accettato di istituire un tavolo che non è riservato soltanto agli operatori, quindi non soltanto un tavolo di privati che come sanno tutti rispondono agli azionisti e non certamente alla politica o al Parlamento. Ma è un tavolo attorno al quale andranno a sedere anche le istituzioni, ovviamente la parte pubblica. Quindi, questo è già fondamentale perché per la prima volta si parla di qualcosa di concreto, cioè di uno strumento da utilizzare per il raggiungimento dell’obiettivo.
Key4biz. Qual è l’obiettivo?
Alessio Butti. L’obiettivo è la rete unica, pubblica e wholesale only. Perché quando il sottosegretario Gian Paolo Manzella fa riferimento al Codice europeo delle comunicazioni elettroniche (che promuove vantaggi regolamentari soltanto per il modello wholesale only, approvato come modello per la rete unica in Italia con il via libera al Dl fiscale del dicembre 2018 ndr) , lì si dice con chiarezza che la rete deve essere wholesale only. E voglio ricordare a tutti che quando Conte ci viene a dire ‘Ho in serbo un grande piano per la Banda ultralarga’ c’è già questo piano. E’ quello del 2015, in primo luogo. Secondo, non è che si deve inventare qualcosa perché lui ha già una legge, che è il decreto fiscale 2019, dove si parla di rete unica wholesale only. C’è già tutto lì. Bisogna soltanto applicarlo.
Key4biz. Passiamo al 5G, ci sono dei problemi per l’implementazione delle nuove reti in particolare per la resistenza di centinaia di comuni riottosi. Che fare?
Alessio Butti. I comuni non danno i permessi, rallentano l’installazione delle antenne. E’ chiaro che l’implementazione della nuova tecnologia è a rischio con questo freno. Già nel Decreto Semplificazioni sono previste delle misure, in più in quelle mozioni si è stabilito di incentivare, di agevolare, di rimuovere gli ostacoli che impediscono l’implementazione della rete 5G e del Piano BUL. E questo è un fatto molto importante. In più si è discusso anche sull’azione di moral suasion che bisogna assolutamente attivare nei confronti dei comitati civici che nascono sulla questione dell’inquinamento elettromagnetico. Sono quasi 500 i comuni che hanno bloccato gli impianti 5G sul loro territorio. Questa situazione va affrontata con la volontà di informare e far capire tecnicamente e con tutti gli argomenti scientifici necessari, come ben spiegato in particolare dal Professor Nicola Blefari Melazzi direttore del CNIT, che il 5G è molto meno dannoso rispetto alle precedenti reti 2G, 3G e 4G. Occorre snellire, sburocratizzare l’iter per la realizzazione delle nuove reti 5G che portino i sindaci ad agevolare l’implementazione del 5G.
Key4biz. E per quanto riguarda i limiti elettromagnetici? Secondo lei è il caso che vengano innalzati?
Alessio Butti. Io ho detto con chiarezza che non è il caso. La proposta di innalzamento era prevista all’interno della mozione di Forza Italia, con una non belligeranza da parte della Lega. Ma noi riteniamo che non sia possibile per quello che ho detto prima, ovvero stiamo tentando di attivare una moral suasion nei confronti dei sindaci e non è quindi assolutamente il caso di innalzare i limiti. Inoltre, innalzare i limiti significa ovviamente far spendere meno agli operatori perché non metterebbero più le antennine così frequentemente collocate, come previsto dal 5G, ma ovviamente, essendo i limiti più elevati, le antennine diventerebbero antennone e questo si ripercuoterebbe sul territorio. In sintesi, riteniamo che il Parlamento con tutte queste decisioni abbia scritto una ottima pagina e va dato atto al sottosegretario Gian Paolo Manzella perché è riuscito a fare sintesi delle varie posizioni.