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Aldo Bisio (Vodafone Italia) ‘Ok rete unica ma senza controllo Tim’

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Si può pensare alla rete unica ma senza che la nuova infrastruttura sia controllata da Tim. Lo ha detto Aldo Bisio, amministratore delegato di Vodafone Italia, a margine di un convegno organizzato dalla neonata Adec (Associazione di Diritto ed Economia delle Comunicazioni Digitali) alla Luiss dal titolo ‘Lo sviluppo delle reti di nuova generazione tra politica industriale, regolazione e concorrenza’. “L’Italia è sempre stata privata di una concorrenza infrastrutturale. E’ possibile una fusione delle reti con attenzione alla governance e al fatto che l’incumbent non abbia il controllo, che deve  essere wholesale only”, ha detto Bisio.

Sulla stessa linea Giovanni Pitruzzella, ex presidente dell’Antitrust: “Come potrebbe la Commissione europea consentire un unico operatore della rete, se resta il cordone ombelicale con Tim?”. Pitruzzella sottolinea che “una società della rete verticalmente integrata è l’opzione peggiore per la concorrenza” mentre le “problematiche sarebbero molto attenuate se ci fosse un unico operatore della rete con gli asset di Tim e Open Fiber, ma senza che Tim abbia il controllo”, con un possibile ruolo nella governance per Cdp.

Hedberg (Wind Tre): Lavoriamo inisieme per sviluppo 5G

Per Jeffrey Hedberg, Ceo di Wind Tre: “Il settore delle telecomunicazioni è da sempre un enabler fondamentale per lo sviluppo e per la competitività del Paese. Affinché le telco possano continuare a rivestire questo ruolo cruciale, sono necessari un quadro normativo e un’applicazione delle regole, che riescano a coniugare pienamente le esigenze dei consumatori con la sostenibilità del mercato. Tale scenario – continua Hedberg –  è possibile solo grazie all’avvio di partnership pubblico-private forti con istituzioni, authority e sindacati, che mettano l’industry nelle condizioni migliori per realizzare le infrastrutture di ultima generazione. La crescita dell’Italia, sia sul PIL che dal punto di vista occupazionale, passa anche attraverso la creazione dell’ecosistema 5G, motore di sviluppo e punto d’incontro tra innovazione e sostenibilità” conclude Hedberg.

Bassanini, c’è appetito per la fibra

“C’è molto appetito sui mercati finanziari per investire nella fibra. Vi sono investitori a medio lungo termine interessati anche laddove competono con l’incumbent”, Tim. Lo ha detto il presidente di Open Fiber, Franco Bassanini. “Se non ci saranno le condizioni per la rete unica, – aggiunge – ci sarà la competizione infrastrutturale. Bisogna fare chiarezza su questo punto, così sarà più facile che ci siano le condizioni per un’infrastruttura unica non verticalmente integrata con l’accordo di tutti”.

Bassanini in veste di presidente di Astrid ha pubblicato un paper in cui esprime la sua visione sui vantaggi della rete unica e fra le caratteristiche principali vede un ruolo centrale da parte di Cdp.

Roberto Viola (DG Connect): ‘Ue chiede a Governo chiarimenti su norme rete unica’

Faro della Ue sulla norma che prevede alleggerimenti regolatori in caso di aggregazione volontaria delle reti in fibra in un unico  operatore non verticalmente integrato, ovvero l’articolo 50 ter del codice delle Comunicazioni elettroniche modificato l’anno scorso. La Commissione Ue “ha chiesto allo Stato italiano che spieghi come funzioni il nuovo articolo 50 ter. Siamo in attesa di una risposta”, ha annunciato Roberto Viola, direttore generale Dg Connect della Commissione europea. In particolare, come ricostruito da Radiocor, la Commissione chiede se il profilo dell’operatore non verticalmente integrato, di cui al nuovo articolo 50 ter, sia pienamente coerente con la figura di operatore wholesale only (cioè presente solo nel mercato all’ingrosso e non anche nel retail) prevista dal codice europeo varato a dicembre 2018.

Viola è intervenuto al convegno organizzato dall’associazione Adec alla Luiss, a cui hanno partecipato operatori e regolatori. Franco Bassanini, presidente di Open Fiber, Giovanni Pitruzzella, ex presidente dell’Antitrust, il professore Gustavo Olivieri e il professor Eugenio Bruti Liberati (solo per citarne alcuni) hanno concordato sulla bocciatura dell’ipotesi di operatore unico che integri rete e servizi, superata dall’arrivo sul mercato di Open Fiber in concorrenza all’incumbent Tim.

Carlo Nardello, direttore strategie di Tim nell’occasione ha annunciato invece la possibilità del gruppo di avviare nuove iniziative di coinvestimenti nella copertura in fibra, alla luce proprio del nuovo codice europeo.

Il nuovo codice europeo deve essere recepito dall’Italia entro il 2020 e indica, tra l’altro, l’alleggerimento degli obblighi regolamentari sull’operatore dominante in caso di impegni di coinvestimento nelle nuove reti e per le imprese attive solamente nel mercato all’ingrosso-wholesale only.

Il comma 4 bis dell’articolo 50 ter, su cui la Ue vuole chiarimenti, prevede che “qualora il trasferimento dei beni relativi alla rete di accesso appartenenti a diversi operatori sia finalizzato all’aggregazione volontaria dei medesimi beni in capo a un soggetto giuridico non verticalmente integrato e appartenente a una proprietà diversa o sotto controllo di terzi indipendenti, ossia diversi da operatori di rete verticalmente integrati” l’Autorità “determina adeguati meccanismi incentivanti di remunerazione del capitale investito, tenendo conto anche del costo storico degli investimenti effettuati in relazione alle reti di accesso trasferite, della forza lavoro dei soggetti giuridici coinvolti e delle migliori pratiche regolatorie europee e nazionali adottate in altri servizi e industrie a rete”.

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