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Alberto Calcagno (Fastweb) ‘Col 5G obiettivo 4 milioni di clienti convergenti in tre anni’

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L’ad di Fastweb Alberto Calcagno ‘Non ci interessa scalare la classifica degli operatori mobili, il 5G ci darà la possibilità di diventare il primo operatore convergente fisso-mobile’.

“Diventeremo il primo operatore convergente”. Lo ha detto Alberto Calcagno, amministratore delegato di Fastweb in un’intervista alla rubrica Tuttosoldi de La Stampa, nella quale fissa a 4 milioni di clienti convergenti fisso-mobile in tre anni (grazie all’avvento del 5G) l’obiettivo della società controllata da Swisscom.

“Non ci interessa scalare la classifica degli operatori mobili. Il 5G ci darà l’opportunità di diventare il primo operatore convergente fisso-mobile, accompagnando l’utente in casa e fuori”, aggiunge Calcagno.

“Abbiamo un milione di clienti nel mobile – precisa l’ad – puntiamo a una quota di mercato del 5% ossia raggiungere in tre anni quota 4 milioni di clienti convergenti”.

Per quanto riguarda la separazione della rete annunciata da Tim, l’ad Di Fastweb sottolinea che “è fondamentale che la concorrenza non ci rimetta, che non ci siano atteggiamenti discriminatori, che l’ambiente regolatorio venga mantenuto a favore della competizione” e che “se Tim diventerà un vero operatore di soli servizi, quello che in gergo si chiama Olo, non dovrà godere di favori regolatori”.

Parlando dell’esposto Antitrust nei confronti di Open Fiber, Calcagno ricorda che “siamo i loro più grandi clienti, portiamo oltre il 50% del fatturato. Siamo in una fase di accelerazione, cresciamo più degli altri. Non possiamo permetterci colli di bottiglia operativi, ci serve velocità. Dovranno cambiare, conviene anche a loro”.

Nessun dossier aperto, infine su Tiscali: “Non c’è nessuna discussione in corso” precisa.

Fra le priorità di Fastweb, che non intende lanciare una low cost come ha fatto Tim con Kena per rispondere al prossimo sbarco in Italia di Iliad (“i francesi si presenteranno soltanto sul mercato del mobile, che da solo non ci interessa”, dice Calcagno), la fiducia dei clienti con l’abolizione dei costi nascosti, che in Italia hanno un giro d’affari di 2 miliardi di euro “che non ha ragione di esistere”.

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