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Albania blocca TikTok per un anno: sicurezza dei minori o censura digitale?

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Il Primo Ministro albanese, Edi Rama, ha annunciato il blocco di TikTok per un anno dal 2025, citando preoccupazioni su bullismo e incitamenti alla violenza, dopo un tragico caso legato ai social. La decisione riflette un trend globale: India, Stati Uniti e molti altri paesi hanno già imposto restrizioni per motivi di sicurezza dei dati e tutela dei minori.

Il Primo Ministro albanese, Edi Rama, ha annunciato l’intenzione di bloccare l’accesso a TikTok per un anno a partire dal 2025, citando preoccupazioni riguardo all’incitamento alla violenza e al bullismo tra i giovani.

La decisione segue l’omicidio di un quattordicenne a Tirana, avvenuto dopo una lite iniziata sui social media. Rama ha dichiarato che TikTok e altre piattaforme stanno “prendendo in ostaggio i nostri figli”, sottolineando che in Cina l’app promuove contenuti educativi, mentre altrove diffonde materiale dannoso.

Reazioni di TikTok e opinioni contrarie

TikTok ha richiesto chiarimenti urgenti al governo albanese, affermando di non aver trovato prove che colleghino l’incidente alla piattaforma. Critiche sono emerse da figure politiche come l’ex presidente Sali Berisha, che ha definito la mossa un attacco alla libertà di espressione. Il governo albanese prevede di utilizzare il periodo di sospensione per studiare le risposte di altri paesi e valutare l’efficacia delle misure adottate.

L’incredibile ascesa di TikTok

TikTok, lanciato nel 2016, ha rapidamente guadagnato popolarità a livello globale, registrando oltre 4,1 miliardi di download al 6 gennaio 2024. Secondo i dati riferiti al 2024 elaborati dal portale internazionale Statista (link a https://www.statista.com/statistics/1299771/tiktok-global-user-age-distribution/) la piattaforma di intrattenimento, che trae la sua forza nell’essersi specializzata in video brevi su lifestyle, moda, viaggi, cucina, performance artistico-musicali ma anche notizie di tendenza, attrae principalmente un pubblico giovane:

· 18-24 anni: Circa il 35% degli utenti globali rientra in questa fascia d’età.

· 25-34 anni: Rappresentano circa il 29% degli utenti.

· 35-44 anni: Costituiscono circa il 16% della base utenti.

· 45-54 anni: Circa il 10% degli utenti appartiene a questa fascia d’età.

· 55+ anni: Rappresentano circa il 10% degli utenti.

In termini di genere, le donne costituiscono circa il 55% degli utenti, mentre gli uomini rappresentano il 43%.

Politiche di TikTok su Disinformazione, Discorsi d’Odio, Cyberbullismo e Challenge Pericolose

In seguito alle numerose richieste di regolamentazione che hanno caratterizzato la sua velocissima ascesa, TikTok ha implementato diverse politiche per mantenere un ambiente sicuro, tutte raccolte in una tediosa e incredibilmente lunga da leggere pagina di policy (la dice lunga sul reale impegno per una piattaforma specializzata in video brevi) (link a https://www.tiktok.com/community-guidelines/it).

Iniziative Simili in Altri Paesi

L’Albania si unisce ad altri paesi che hanno imposto restrizioni a TikTok, citando preoccupazioni sulla sicurezza dei minori, l’influenza negativa dei social media e la protezione dei dati. L’India ha vietato TikTok già dal giugno del 2020, citando ragioni di sicurezza nazionale, dopo che uno scontro tra soldati indiani e cinesi sull’Himalaya aveva provocato la morte di venti militari indiani. Nel 2021, il divieto è diventato permanente, privando ByteDance di uno dei suoi mercati più redditizi: all’epoca, TikTok contava circa 150 milioni di utenti in India, rappresentando il suo mercato estero più vasto.

La situazione più critica per il social cinese resta, tuttavia, quella Stati Uniti, in cui la questione centrale riguarda la scarsa trasparenza di TikTok e la crescente preoccupazione che i dati sensibili degli utenti possano finire nelle mani del governo cinese. Il CEO Shou Chew era stato sottoposto, lo scorso anno, a un lungo interrogatorio di cinque ore davanti al Congresso degli Stati Uniti. Durante l’audizione (link a https://www.key4biz.it/social-network-i-principali-ceo-in-audizione-al-senato-usa-cosa-e-successo-video/478207/) , Chew aveva ribadito che TikTok non condivide i dati degli utenti statunitensi con il governo cinese e che la piattaforma è sostenuta da investitori internazionali, ma queste dichiarazioni non sono state sufficienti a placare i dubbi delle autorità americane. Nonostante i tentativi di rassicurare il Governo, TikTok affronta ora una possibile vendita forzata o un divieto totale: una legge promossa da alcuni senatori repubblicani ma approvata in modo bipartisan ad aprile 2024 richiede a ByteDance, la società madre di TikTok, di vendere le operazioni statunitensi entro il 19 gennaio 2025, altrimenti l’app sarà bandita dal paese. TikTok aveva contestato la legge, sostenendo che viola il Primo Emendamento, ma una corte d’appello federale ha recentemente confermato la legittimità della normativa. La questione è in queste ore all’esame della Corte Suprema.

Oltre alle azioni più eclatanti di India e Stati Uniti (e ora anche Albania) la lista degli stati che hanno da tempo vietato l’uso di TikTok sui dispositivi governativi è lunghissima: Canada, Australia, Nuova Zelanda, Pakistan, Indonesia, Taiwan, Gran Bretagna. Per quanto riguarda l’Unione Europea, oltre al ban per tutti i dipendenti delle istituzioni europee sui propri dispositivi, alcuni Stati Membri hanno esteso il divieto ai propri dipendenti pubblici a livello nazionale, tra cui Belgio, Norvegia, Danimarca, Francia, Paesi Bassi.

Queste iniziative globali riflettono una crescente preoccupazione globale riguardo alla sicurezza dei dati e all’influenza delle piattaforme di social media di proprietà straniera nonché sulle possibili influenze negative sulla fascia più giovane della popolazione.

Tik Tok è all’attenzione anche del governo italiano, dopo che dalla Commissione europea e dal Consiglio dell’Ue è arrivata la richiesta di disinstallarla a tutti i dipendenti, entro il prossimo 15 marzo. Vedremo cosa sceglierà di fare il nostro Paese e se si aprirà un reale dibattito sui rischi dei giovani legati all’iperconnessione.

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