Catalogna, Puigdemont dara’ il via al “piano D”
10 mag 10:56 – (Agenzia Nova) – La Corte costituzionale ha accettato ieri il ricordo del governo spagnolo contro la riforma della legge sulla Presidenza approvata la settimana scorsa dalla maggioranza indipendentista del Parlamento catalano, dando l’ennesimo colpo all’eventuale investitura telematica di Carles Puigdemont. Ne parla il quotidiano spagnolo “La Vanguardia”, che aggiunge come la legge in questione venga cosi’ provvisoriamente sospesa. La Corte ha inoltre messo in guardia il presidente del Parlamento catalano Roger Torrent del dovere di rispettare la decisione della magistratura, come chiesto dall’Esecutivo. L’orizzonte temporale del 22 maggio, data oltre la quale si andrebbe nuovamente alle elezioni in caso di mancato accordo, accelera le tappe forzate per Puigdemont ponendo due domande principali: chi sara’ il nuovo presidente della Generalitat, e quando verra’ eletto? Per il momento, il cosiddetto “piano D” prevede l’investitura per la prossima settimana; i candidati saranno Quim Torra o Josep Costa, due deputati indipendenti di Junts per Catalunya (JxCat). Se il “piano D” dovesse ricevere un semaforo verde, verra’ trasferito a Roger Torrent che, in base al regolamento della Camera, avvierebbe un giro di consultazioni per verificare il sostegno al candidato.
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Messico, presidenziali: candidato favorito apre a dibattito su legalizzazione droghe
10 mag 10:56 – (Agenzia Nova) – Il candidato favorito alle presidenziali messicane, Andres Manuel Lopez Obrador, e’ disponibile ad aprire un dibattito sulla legalizzazione delle droghe. “Il caso della legalizzazione delle droghe e’ un tema che va discusso”, ha detto il leader del Movimento di rigenerazione nazionale (Morena) nel corso di un dibattito su “pace e giustizia a Citta’ del Messico”. “Perche’ non trattare il tema? E perche’, se poi fosse una scelta conveniente, non farlo approvare dal governo ascoltando le voci di tutti?”, ha detto “Amlo” citato dal quotidiano “El Universal”. Quello delle droghe e’ un argomento particolarmente sensibile in un paese in cui il traffico degli stupefacenti e’ ritenuto causa preponderante degli alti indici di violenza. “C’e’ chi sostiene che e’ per questo che abbiamo alti indici di violenza, per il proibizionismo”, ha detto l’aspirante alla presidenza. C’e’ chi ritiene che “per la salute, piu’ del consumo di alcune droghe, e’ piu’ dannoso l’alcolismo, il tabagismo e che proibire questo tipo di stupefacenti porti a piu’ violenza. E’ un tema che si sta valutando e su cui molti stanno riflettendo”, ha detto Lopez Obrador.
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Nafta, nuovo stallo nei negoziati in prossimita’ della scadenza Usa del 18 maggio
10 mag 10:56 – (Agenzia Nova) – I negoziati sul North American Free Trade Agreement (Nafta) hanno incontrato un nuovo imprevisto sul loro accidentato percorso. La Casa Bianca, riferisce il quotidiano “Washington Post”, teme a questo punto di non riuscire a mantenere la scadenza del 18 maggio prossimo per assicurarsi l’approvazione del Congresso prima della fine del 2018. Il nuovo ostacolo e’ rappresentato dalla decisione su quali automobili potranno godere dell’esenzione dai dazi nel contesto del nuovo accordo. Dopo nove mesi di estenuanti trattative restano in campo alcune divergenze tra Stati Uniti, Canada e Messico, come ad esempio l’obbligo di rinnovo quinquennale del Nafta voluto dagli Usa. Il mancato rispetto della scadenza del 18 maggio potrebbe avere conseguenze di rilievo, visto anche l’irrompere delle agende politiche di Stati Uniti e Messico nei negoziati. Il presidente Donald Trump potrebbe decidere nei prossimi dieci giorni di mettere in pausa le trattative, accordarsi per un trattato parziale o semplicemente ritirarsi dall’accordo in vigore. Il prossimo luglio si terranno in Messico le elezioni presidenziali. Trump deve riuscire a spuntare al piu’ presto l’accordo che ritiene piu’ vantaggioso affinche’ sia l’attuale Congresso a ratificarlo. Con elezioni di meta’ mandato, infatti, la maggioranza dei parlamentari potrebbe cambiare e non in suo favore.
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Usa, immigrazione: proposta Dhs modifica norme per la custodia di minori
10 mag 10:56 – (Agenzia Nova) – L’amministrazione del presidente Donald Trump sta riscrivendo le regole sulla custodia di migranti minorenni arrestati alla frontiera. Lo riferisce il quotidiano “Washington Post” che e’ in possesso di una copia della proposta. La bozza presenta l’idea di trattenere in custodia cautelare le famiglie di immigrati irregolari per periodi piu’ lunghi ed esaminare attentamente la situazione dei minori non accompagnati per poterli rimpatriare piu’ facilmente. Le nuove norme consentirebbero di separare i genitori dai figli perche’ tenerli uniti sarebbe “inutilmente oneroso” per le operazioni di accertamento governative. La proposta risale al 20 aprile scorso. Lunedi’ il procuratore generale, Jeff Sessions, ha annunciato che il dipartimento di Giustizia incriminera’ tutti gli stranieri colti ad attraversare illegalmente la frontiera e affidera’ i loro figli a case rifugio finanziate dal governo federale e gestite dal dipartimento per la Salute e i Servizi umani. Le nuove regole a cui stanno lavorando il dipartimento per la Sicurezza nazionale (Dhs) e il dipartimento di Giustizia forniranno un quadro normativo sul trattamento dei minori in custodia sostituendo un decreto del 1997 e due piu’ recenti leggi federali. Le associazioni pro-migranti sostengono che le nuove norme potrebbero violare importanti principi a tutela dei minori.
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Gran Bretagna, nuova bufera nel governo per la commissione d’inchiesta sugli omicidi irrisolti in Irlanda del Nord
10 mag 10:56 – (Agenzia Nova) – Una nuova diatriba e’ arrivata a scuotere i gia’ fragili equilibri interni al governo britannico: ed a suscitarla e’ stato il giovane ministro della Difesa, Gavin Williamson; il quale ha fatto trapelare ai media che il gabinetto sta discutendo l’idea di istituire una nuova commissione per indagare sugli omicidi irrisolti avvenuti in Irlanda del Nord nei trent’anni dei “Troubles”, la guerra civile strisciante tra cattolici e protestanti che nelle quattro province dell’Ultser ha mietuto migliaia di vittime fino agli accordi di pace del Venerdi’ Santo del 1995. Il quotidiano tradizionalista “The Times” riferisce della reazione rabbiosa della premier Theresa May e di quasi tutti i principali esponenti del Partito conservatore, i quali hanno duramente criticato Williamson per aver rivelato prematuramente la discussione su una questione molto sensibile: “Sta giocando con il processo di pace in Irlanda del Nord per alimentare le sue ambizioni politiche di futura leadership del partito”, lo accusano. La premier May aveva annunciato nei giorni scorsi di voler affrontare la questione degli omicidi irrisolti in Irlanda del Nord, affermando come non sia tollerabile il fatto che finora tutte le indagini abbiano coinvolto solo i militari britannici ed i membri della polizia dell’Ulster, risparmiando invece i terroristi dell’Ira, il disciolto esercito repubblicano cattolico: l’iniziativa e’ un chiaro tentativo di accattivarsi il favore del Partito democratico dell’Ulster (Dup), la principale rappresentanza politica dei protestanti lealisti dell’Irlanda del Nord. I voti dei sei deputati del Dup sono la stampella essenziale che in Parlamento tiene in vita il governo, e l’obbiettivo neppure tanto nascosto della May e’ di far loro ingoiare il compromesso che la premier vorrebbe stringere con l’Unione Europea su una delle questioni-chiave del dopo-Brexit, e cioe’ il controverso futuro status della frontiera tra l’Irlanda del Nord britannica e la Repubblica d’Irlanda. Ebbene tutto il piano della May ora sembra esser stato mandato in fumo dalle notizie fatte filtrare alla stampa da Williamson, che ha rivelato le sue obiezioni alla legge allo studio per istituire quella commissione d’inchiesta, apparentemente al solo scopo di acquisire visibilita’ a buon mercato.
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Ecco come la Polonia intende rallentare la costruzione del Nord Stream 2
10 mag 10:56 – (Agenzia Nova) – Secondo il parere dell’autorita’ anti-trust polacca, il progetto del gasdotto Nord Stream 2 della societa’ russa Gazprom, co-finanziato dalle aziende europee Shell, Wintershall, Uniper, Omv e Engie, viola la legislazione polacca contro i monopoli. Dal punto di vista di Varsavia, il gasdotto ostacolerebbe la concorrenza nel mercato del gas polacco e aumenterebbe notevolmente la posizione negoziale di Gazprom nei confronti dei clienti polacchi. La Russia e’ il principale fornitore di gas naturale della Polonia, ma il paese punta ad emanciparsi almeno in parte dal gas naturale russo. Il paese ha attivato un terminale Gnl che consente al paese di importare gas naturale liquefatto da fornitori come gli Stati Uniti. “Continuiamo a rispettare i nostri obblighi contrattuali per Nord Stream 2. Siamo fiduciosi della sua utilita’ politica energetica per la Germania e l’Europa alla luce del calo della produzione di gas in Europa”, ha commentato un portavoce di Uniper. La societa’ austriaca Omv ha gia’ investito 405 milioni nel nuovo gasdotto del Mar Baltico. L’ad Rainer Seele e’ presidente della Camera di commercio e dell’industria tedesco-russa e ha solidi contatti con il Cremlino. Omv puo’ contare sulla riassicurazione del governo austriaco. La Repubblica alpina e’ il maggiore azionista unico del gruppo petrolifero e estrattore di gas.
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La Germania prova a tenere in piedi l’accordo sul nucleare iraniano
10 mag 10:56 – (Agenzia Nova) – L’economia tedesca ha reagito con preoccupazione all’uscita degli Usa dall’accordo sul nucleare iraniano, ed ha chiesto assistenza alla politica. “L’azione unilaterale del governo degli Stati Uniti pone le imprese sotto un’enorme incertezza”, ha avvertito Eric Schweitzer, presidente della Camera di commercio e dell’industria tedesca (Dihk). “In vista di questo sviluppo, l’economia tedesca invita il governo federale e la Ue a garantire l’attivita’”. Il ministro degli Esteri tedesco, il socialdemocratico Heiko Maas (Spd), ha chiesto all’Iran di non reagire all’uscita statunitense e di “continuare ad agire con prudenza e ad adempiere agli obblighi dell’accordo”. La conclusione dell’accordo da parte del presidente Usa e’ incomprensibile, ha detto Maas, e rischia di nuocere pesantemente agli sforzi per stabilizzare la regione. Ora e’ importante prevenire una “escalation incontrollata”, ha sottolineato il ministro. Gli Stati della Ue vogliono assicurarsi che l’Iran benefici dell’accordo nonostante l’uscita degli Stati Uniti, ma le sanzioni statunitensi imposte agli attori finanziari che trattano con l’Iran rende questo proposito assai difficoltoso. La revoca delle sanzioni e’ parte integrante dell’accordo e ha un impatto positivo sulle relazioni commerciali e economiche con l’Iran, ha affermato il capo della politica estera dell’Unione, Federica Mogherini, a nome di tutti gli Stati membri. L’industria automobilistica tedesca chiede alla Commissione europea di promuovere le relazioni commerciali con l’Iran. La decisione degli Stati Uniti ha creato una nuova situazione. “Ora la Ue e’ chiamata a prendere una posizione chiara, che tenga conto degli aspetti di politica estera, della sicurezza e della politica economica”, ha affermato un portavoce dell’Associazione tedesca dell’industria automobilistica (Vda). Dall’economia tedesca arrivano le critiche alla richiesta del nuovo ambasciatore statunitense Richard Grenell di porre fine agli affari con l’Iran. “Il signor Grenell e’ solo da poco ambasciatore nel nostro Paese e certamente deve adattasi al suo nuovo ruolo”, ha detto il membro del comitato esecutivo della Camera di commercio tedesco-iraniana, Michael Tockuss, all’agenzia di stampa “Reuters”. “Sono anche sicuro pero’ che il nostro ministero degli Esteri gli indichera’ che non puo’ essere suo compito dare ordini o minacciare le compagnie tedesche”, ha sottolineato. “Considero un grave errore concludere l’accordo con l’Iran e mette tutto il mondo in grande angoscia”, ha affermato la leader del gruppo parlamentare dell’Spd, la socialdemocratica Andrea Nahles a Berlino. Il portavoce della politica estera dell’Spd presso il Bundestag, Nils Schmid, ha parlato di una “grave battuta d’arresto per le relazioni dell’Europa con gli Stati Uniti”. Tranquilli, per ora, i mercati tedeschi. La decisione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump non e’ sorprendente, ha detto il manager del portfolio dell’advisor finanziario QC Partners Thomas Altmann. Allarmato il capo della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, Wolfgang Ischinger, che considera la decisione di Trump sull’Iran come l’errore “piu’ grave e potenzialmente piu’ deleterio del suo mandato”. Lunedi’ prossimo e’ previsto un incontro con rappresentanti di Germania, Gran Bretagna e Iran. Intanto il prezzo del greggio del Mare del Nord e’ arrivato al massimo prezzo degli ultimi 3 anni e mezzo a 76,75 dollari al barile.
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Nucleare iraniano, la Francia ha sempre svolto un ruolo motore nel dossier
10 mag 10:56 – (Agenzia Nova) – La Francia ha sempre svolto un “ruolo motore” nel dossier sul nucleare iraniano. E’ quanto afferma “Le Figaro”, sottolineando che per questo motivo Parigi ha “delle responsabilita’ europee” dopo che il presidente statunitense, Donald Trump, ha deciso di far uscire Washington dall’accordo. “Non e’ la fine della storia, ma un nuovo capitolo, dobbiamo tenere questo accordo e completarlo” afferma una fonte dell’Eliseo. Tuttavia, il margine di manovra del presidente francese, Emmanuel Macron, e dei suoi alleati europei e’ “debole”. In un’intervista pubblicata il 6 maggio da Der Spiegel, Macron ha evocato i rischi di “una guerra”. Le imperfezioni dell’accordo firmato nel 2015 riguardano principalmente il programma balistico di Teheran e il suo atteggiamento egemonico. La Francia in quel momento considero’ inutile fare ulteriori pressioni, che avrebbero potuto far saltare l’intesa. La lotta alla proliferazione nucleare rappresenta per la Francia un “obiettivo maggiore”. Se l’Iran decidesse di riprendere le attivita’ militari nucleari, altri paesi della regione come Arabia saudita, Egitto o Turchia potrebbero seguire il suo esempio.
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Ue, il presidente Macron premiato per il suo impegno europeo
10 mag 10:56 – (Agenzia Nova) – Il presidente francese, Emmanuel Macron, ricevera’ oggi ad Aquisgrana, in Germania, il premio Carlo Magno per il suo impegno in Europa. Lo riporta la stampa francese, aggiungendo che il titolare dell’Eliseo pronuncera’ il suo quarto discorso sull’Unione europea, dopo quelli alla Sorbona, al Parlamento di Strasburgo e ad Atene. A consegnare il riconoscimento ci sara’ il cancelliere Angela Merkel, che a sua volta lo ha ricevuto dieci anni fa. Il quotidiano definisce il gesto come un “passaggio di testimone”. Il cancelliere tedesco sembra essere “al termine della sua corsa”, mentre Macron cerca di affermare la sua leadership in Europa. “Le Monde” ricorda che il presidente francese in questi mesi ha formulato “una lunga lista di proposte, soprattutto per la zona euro”, accolte con freddezza da Berlino. Per il momento Macron “resta isolato”, con i paesi dell’est Europa poco interessati alle sue proposte, l’Italia che cerca di formare un governo e la Spagna impegnata a risolvere la sua crisi catalana. Per questo, alcuni progetti come la creazione di un “super” ministro delle finanze dell’Ue e la tassazione ai colossi del web per il momento restano bloccate.
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Italia, Berlusconi rinuncia al veto su un governo M5s-Lega e accetta la fine della sua centralita’ politica
10 mag 10:56 – (Agenzia Nova) – L’Italia e’ sul punto di avere il suo primo governo populista: ieri, mercoledi’ 9 maggio, il capo del Movimento 5 stelle (M5s) Luigi Di Maio e il leader della Lega, Matteo Salvini, che per settimane avevano inutilmente aperto e chiuso trattative per forgiare un’alleanza, hanno chiesto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella altre 24 ore per cercare di chiudere l’accordo; ora sono di nuovo immersi i negoziati per dare un governo all’Italia, facendo un ultimo sforzo per evitare la nomina di un esecutivo provvisorio di carattere “neutrale”, minacciato dal presidente Mattarella, che porterebbe il paese a nuove elezioni. Quest’ultimo sviluppo della drammatica crisi politica in Italia, derivante dalle inconcludenti elezioni del 4 marzo scorso, viene riportato dai principali quotidiani britannici: tutti riconoscono che l’ultimo ostacolo e’ stato rimosso con il passo indietro fatto dall’ex premier Silvio Berlusconi e dal suo partito Forza Italia. Sottoposto a pesantissime pressioni, Berlusconi alla fine ha ceduto e ha dato “luce verde” al tentativo della Lega, suo alleato nella coalizione di centro-destra. Il quotidiano economico “The Financial Times” sottolinea come il prossimo ostacolo da superare sia la scelta del premier del futuro governo M5s-Lega e che i due partiti populisti dovranno anche cercare di appianare le profonde differenze dei rispettivi programmi: dall’atteggiamento da tenere nei confronti delle regole di bilancio dell’Unione europea a come evitare l’incombente aumento dell’Iva, fino ai modi per realizzare le promesse fatte durante la campagna elettorale da entrambi i partiti in materia di pensioni e di sussidi ai poveri. Il quotidiano tradizionalista “The Times” batte anche il tasto sulle possibili reazioni internazionali: cita in particolare le parole di Lorenzo Codogno, che attualmente guida lo studio LC Macro Advisors ed e’ stato capo economista al ministero del Tesoro. A suo parere i mercati saranno spaventati dalla prospettiva di un esecutivo M5s-Lega: “un governo anti-sistema, anti-austerita’ e anti-euro (sebbene in qualche modo annacquato) non fa presagire nulle di buono”, ha detto Codogno. Quella che forse e’ la vera novita’ politica pero’ sembra esser colta solo dal quotidiano laborista “The Guardian”: la rinuncia di Berlusconi a porre il proprio veto alla nascita di un governo M5s-Lega, scrive Angela Giuffrida sul “Guardian”, segna la fine della centralita’ dell’81enne ex premier, che ha dominato la scena politica in Italia per 25 anni nonostante i numerosi scandali che l’hanno investito.
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