“La diffusione delle tecnologie digitali nelle attività manifatturiere è una realtà che interessa un numero crescente di imprese grandi e piccole e realtà artigianali, ma è necessario investire sulla creazione di competenze adeguate perché il sistema economico possa cogliere pienamente le opportunità di rilancio insite nel percorso di trasformazione dai bit agli atomi.” Questo il messaggio che Bruno Lamborghini, presidente di AICA (Associazione italiana per l’Informatica ed il Calcolo Automatico), ha lanciato oggi aprendo a Milano la cinquantunesima edizione del Congresso Nazionale AICA, dedicata appunto al tema “Dal Bit agli Atomi: Rilancio della Manifattura e Nuove Competenze Digitali”.
Il congresso si è svolto oggi a Milano presso la sede della FAST (Federazione Associazioni Scientifiche e Tecniche), con una ampia partecipazione di relatori istituzionali, di aziende e del mondo della ricerca e formazione.
Una grande occasione per recuperare produttività
La stampa 3D, l’additive manifacturing, lo sviluppo dell’Internet of Things, la diffusione del Cloud Computing e l’e-Commerce offrono la possibilità di trasformare l’industria e l’artigianato tradizionale in “fabbriche digitali”, intervenendo sia sui processi produttivi sia sui modelli organizzativi, con un effetto potenzialmente dirompente per un settore oggi in difficoltà ma cruciale per la ripresa dello sviluppo economico. “Il manifatturiero in Europa ha perso 7 milioni di posti di lavoro fra il 2000 e il 2013 ed in 10 anni ha diminuito il suo peso sul PIL europeo del 5%. E la Commissione Europea ha indicato che, se l’industria tornasse a contare il 20% del PIL entro il 2020, ci sarebbero le condizioni per una ripresa dello sviluppo. Anche l’Italia ha avuto una parabola discendente analoga e non possiamo permetterci di perdere una opportunità di crescita certa come quella della digitalizzazione” ha affermato Lamborghini.
Nel corso del convegno sono stati diffusi dati che confermano la necessità di puntare sul digitale sviluppando competenze e capacità. Una ricerca che AICA ha sviluppato sullo stato e le prospettive dell’Additive Manufacturing nell’industria statunitense, dove è presente da quasi 40 anni, dimostra che non si tratta solo di una nuova tecnologia ma di un modo più efficace di gestire i processi del business con riflessi sull’intera supply chain.
In Italia, la ricerca “Il rilancio delle imprese manifatturiere italiane e le nuove tecnologie digitali” condotta da AICA in collaborazione con la Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, Prometeia, e Netconsulting ha approfondito lo stato della diffusione della “fabbrica digitale” nel nostro paese presso grandi e piccole imprese e aziende artigianali.
Indagando le dimensioni del fenomeno FabLab, l’analisi ne ha contato ben 52 diffuse nel nostro Paese.
Con riferimento alle microimprese, che sono circa il 90% del totale in Italia, si è evidenziato che la tecnologia dell’additive manufacturing (stampa 3D) rappresenta una fondamentale occasione per rafforzare la propria competitività. Infatti, da una simulazione condotta su 29 microsettori potenzialmente interessati all’additive manufacturing, si evidenzia che se la produttività del capitale delle piccole imprese si riallineasse a quella delle medio-grandi, il loro fatturato aumenterebbe di 16 miliardi di euro, valore equivalente all’incremento atteso per l’intero settore manifatturiero nel 2015.
2 miliardi di euro l’anno di costo per l’ignoranza informatica nel settore industriale: formare e sviluppare e-leadership sono la risposta
Nel convegno si è presentata la situazione italiana relativa al Costo dell’Ignoranza Informatica nel settore industriale allargato (che rappresenta circa il 36% del PIL nazionale).