TOSCANA

Aia del Tufo – Sorano (Grosseto)

a cura di Carlo Raspollini |

Ogni tanto torno in Maremma. Casa mia. Tutta la maremma è casa mia, da Castiglioncello a Tarquinia, dal Lago di Bracciano all’Amiata e alle Colline Metallifere, fino al confine con Siena tra Prata e San Galgano. Quando si torna a casa si ritrovano le cose cui si è affezionati. Il mare è vasto, azzurro, con l’Argentario al centro della Maremma e l’Uccellina – polmone verde – a indicare un’area rimasta ancora com’era una volta: coi cinghiali e le vacche maremmane brade e i cavalli che corrono lungo gli argini dell’Ombrone. Quando non esondano, l’Ombrone e l’Albinia, sono due corsi d’acqua placidi che portano refrigerio a una campagna assolata e assetata. Le colline ingentilite dalle vigne di Morellino di Scansano, ogni tanto lasciano spazio al bosco. Un bosco irregolare, disetaneo, di querce e castagni, lecci e frassini, abitato da caprioli e lupi, falchi e fagiani. Le campagne sono estese, pianeggianti, coltivate a grano e a erba medica, fino alle colline sulle quali sono appollaiati i vecchi borghi di quando c’era la malaria e bisognava passare l’estate in alto, per sfuggire all’anofele. Sorano è uno di questi borghi, come Magliano, Manciano e Pitigliano.

Sorgono a breve distanza tra loro, in terra etrusca, zona di tombaroli e vignaioli, di contadini e artigiani, di pensioncine e agriturismi. Uno di questi è Aia del Tufo, tra il Monte Amiata e il Lago di Bolsena, a breve distanza dal confine col Lazio, un tempo Stato Pontificio. Questa è terra di confine, un tempo frequentata da briganti e reietti, impiegati in punizione e militari. Oggi invece è terra di casali ristrutturati e vip in vacanza, come a Capalbio o a Castel del Piano. Zona di ristoranti a più stelle e trattorie segnalate da Slow Food. Zona di acque termali come a Saturnia o alle Terme dei papi a Viterbo.

Le strade che mi riportano qui sono due: l’Aurelia sulla costa, recentemente allargata a quattro corsie tra Civitavecchia e Capalbio e la Cassia che attraversa la provincia di Viterbo per gettarsi in Val d’Orcia all’altezza di Seggiano e Castiglion d’Orcia.

L’agriturismo è al tempo stesso un’azienda agricola, nella quale si coltivano viti, olivi, cereali e ortaggi che vengono impiegati per la ristorazione e per l’allevamento. L’asino amiatino è un animale di fatica tipico del luogo, ottimo per le gite coi bambini!

Gli ospiti possono alloggiare in camere doppie, semplici ma confortevoli, ognuna con il proprio bagno con doccia, in grado di accogliere fino ad un massimo di dieci persone.

La cucina si basa sulla tradizione maremmana e prevede, tra gli altri, piatti come le pappardelle, i pici con sughi tradizionali o la semplice acquacotta e secondi di cinghiale, agnello e maialino.

La posizione consente gite tanto in direzione Val d’Orcia o Amiata (ottima per sciare e per funghi) che in direzione Montalto di Castro e Canino (comprate l’olio extravergine ai frantoi che incontrate sulla strada), oppure Tuscania e Tarquinia (da riscoprire), o Capalbio e l’Argentario (buone per l’estate al mare o i tortelli al ragù o il fritto di paranza e le anguille affumicate alla cooperativa dei pescatori di Orbeltello).

Agriturismo Aia del Tufo
Podere Poggio La Mezzadria
58010 S.Valentino Sorano (GR)
Tel. 0564 634 039   Cell. 333 809 6891
E-mail info@aiadeltufo.com  www.aiadeltufo.com

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