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AI responsabile, l’Italia è settima al mondo secondo il Global Index

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Il Global Index on Responsible AI monitora lo stato dell'AI responsabile in tutto il mondo e piazza l'Italia settima.

“In assenza di misurazioni per monitorare impegni, pratiche e progressi nei paesi di tutto il mondo, il concetto di AI responsabile rimane astratto”. Questo è l’incipit del sito Global Index on Responsible AI, un’iniziativa che vuole passare dai principi alla pratica nell’ambito dell’AI responsabile, tracciando quello che i singoli paesi stanno facendo in materia, prima che molti scenari cadano sotto le conseguenze di un uso sfrenato dell’intelligenza artificiale, a partire dai diritti umani.

Con una serie di parametri di riferimento basati proprio sui diritti umani, l’Indice globale sull’intelligenza artificiale responsabile misura gli impegni dei governi sul tema dell’AI, attraverso una lente sociale, tecnica e politica. Il progetto fa parte del Global Center on AI Governance (GCG), un’organizzazione basata in dall’Africa, con collaboratori e partner da tutto il mondo, intenta a promuovere competenze locali sull’intelligenza artificiale.

Prima di entrare nel dettaglio dei risultati che riguardano l’Italia, vale la pena riportare le dieci evidenze che il Global Index ha dedotto dalla sua prima rilevazione globale.

10 evidenze sull’AI responsabile

  • La governance dell’AI non si traduce in un’IA responsabile
  • I meccanismi che garantiscono la tutela dei diritti umani nel contesto dell’AI sono limitati
  • La cooperazione internazionale è un importante pilastro delle attuali pratiche di AI responsabile
  • L’uguaglianza di genere rimane una lacuna critica negli sforzi per promuovere l’AI responsabile
  • Le questioni chiave dell’inclusione e dell’uguaglianza nell’intelligenza artificiale non vengono affrontate
  • I lavoratori non sono adeguatamente protetti dall’uso dell’intelligenza artificiale
  • L’AI responsabile deve incorporare la diversità culturale e linguistica
  • Esistono importanti lacune nel garantire la sicurezza, la protezione e l’affidabilità dei sistemi di AI
  • Le università e la società civile stanno svolgendo un ruolo cruciale nel promuovere l’AI responsabile
  • C’è ancora molta strada per raggiungere livelli adeguati di AI responsabile a livello mondiale

Lo scenario italiano

Su un punteggio da 0 a 100, l’Italia è al 61,8 nel merito dell’adozione di sistemi di AI responsabile. Un numero che è la media di sei indici differenti. In quanto a framework governativo, abbiamo 59,99; per le azioni di governo il 55,96; per gli attori non statali il 77,10; per i diritti umani in AI il 66,34; per le capacità nazionali di una AI responsabile il 38,21; per la governance sulla AI responsabile, il 66,13. In Europa, Olanda, Germania, Irlanda, Regno Unito ed Estonia hanno una media più elevata. Gli olandesi sono primi al mondo, noi settimi.

L’ultimo paese è il Sudan, alla posizione 138.

I punteggi a livello nazionale sono il risultato di una valutazione completa degli impegni nazionali per lo sviluppo responsabile dell’AI, con particolare attenzione ai diritti umani, in 19 aree tematiche. Le informazioni sono integrate da fonti di dati secondari.

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