Butti: “Primi in Europa a votare un Ddl sull’AI”
Per sistema di “intelligenza artificiale” (AI) si intende “un sistema automatizzato progettato per funzionare con livelli di autonomia variabili e che può presentare adattabilità dopo la diffusione e che, per obiettivi espliciti o impliciti, deduce dall’input che riceve come generare output quali previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare ambienti fisici o virtuali”, si legge nell’incipit dello schema di disegno di legge recante disposizioni e delega al Governo in materia di intelligenza artificiale.
Con il termine “dato”, invece, ci si riferisce a qualsiasi rappresentazione digitale di atti, fatti o informazioni e qualsiasi raccolta di tali atti, fatti o informazioni, anche sotto forma di registrazione sonora, visiva o audiovisiva.
Il testo è stato approvato dal Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro della giustizia Carlo Nordio, con l’obiettivo di individuare criteri regolatori capaci di riequilibrare il rapporto tra le opportunità che offrono le nuove tecnologie e i rischi legati al loro uso improprio, al loro sottoutilizzo o al loro impiego dannoso.
“Il Governo italiano è il primo a livello europeo che vota un disegno di legge sull’intelligenza artificiale dopo la votazione finale dell’Europarlamento sull’AI Act. Il disegno di legge sull’Intelligenza Artificiale definisce senza equivoci chi elabora la strategia, ovvero Palazzo Chigi, sarà aggiornata ogni due anni e sottoposta ai colleghi di governo. Abbiamo pensato a due autorità, Agid e Acn, già dotare di profili che consentono questo tipo di vigilanza“, ha detto il sottosegretario all’Innovazione Tecnologica, Alessio Butti, nel corso della conferenza stampa.
“Abbiamo pensato di non adottare il modello spagnolo – ha aggiunto – il Paese che prima di noi ha legiferato in materia. La strategia nazionale mira ad una attenzione particolare per l’uomo – ha aggiunto Butti – mette assieme amministrazioni pubbliche e soggetti privati, promuove la ricerca, per dotare il Paese di una politica industriale in tema di IA, che oggi non esiste. Molte cose saranno attuate con norme secondarie, Dpcm e regolamenti“.
Centralità e difesa del diritto d’autore
Cinque gli ambiti principali normati: la strategia nazionale, le autorità nazionali, le azioni di promozione, la tutela del diritto di autore, le sanzioni penali.
Tornando al punto di partenza, “il dato”, è chiaro che l’AI, in particolare l’AI generativa, gioca oggi un ruolo fondamentale nella produzione di contenuti digitali di natura audiovisiva e nei prossimi anni un fiume di applicazioni dedicate cambieranno in profondità mercato e normativa.
Ad occuparsi di questo tema così rilevante, anche in termini di fatturato, investimenti e posti di lavoro, c’è il CAPO IV del testo, “disposizioni a tutela degli utenti e in materia di diritto d’autore”, art.
23, (“identificazione dei contenuti testuali, fotografici, audiovisivi e radiofonici prodotti da sistemi di intelligenza artificiale”).
Il primo punto è definire in maniera chiara e senza fraintendimenti che ogni contenuto generato da AI deve essere riconosciuto e riconoscibile come tale, “mediante inserimento di un elemento o segno identificativo, anche in filigrana o marcatura incorporata purché chiaramente visibile e riconoscibile, con l’acronimo “IA” ovvero, nel caso audio, attraverso annunci audio ovvero con tecnologie adatte a consentire il riconoscimento”.
Barachini: “Priorità all’identificazione dei contenuti prodotti con l’AI”
Piattaforme di grandi dimensioni, come YouTube ad esempio, forniranno agli utenti funzionalità dedicate proprio a questo, cioè che consentono di dichiarare se i contenuti sono generati da esseri umani o sistemi di AI.
Nell’ambito della legge sul diritto d’autore si prevede una disciplina specifica per le opere create con l’ausilio di sistemi di intelligenza artificiale, assicurando l’identificazione delle opere e degli altri materiali il cui utilizzo non sia espressamente riservato dai titolari del diritto d’autore.
“Il presidente Meloni aveva annunciato misure a protezione dell’occupazione e la collaborazione di tutto il governo ha prodotto misure che saranno efficaci per limitare questi rischi. Con la Commissione guidata da Padre Benanti abbiamo dato priorità alla difesa del diritto d’autore, all’identificazione dei contenuti prodotti con Ai e all’introduzione delle aggravanti e del reato di Deep Fake”, ha dichiarato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Informazione e all’Editoria, Alberto Barachini.
Le misure attuative sono definite con specifico regolamento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
l disegno di legge chiarisce che l’uomo resta al centro di ogni processo decisionale e si introduce il reato di “Illecita diffusione di contenuti generati o manipolati con sistemi di intelligenza artificiale“, punito con la reclusione fino a tre anni. Il governo definirà poi nuove fattispecie di reato con decreti legislativi ad hoc nei prossimi mesi.