“AI per la trasformazione digitale delle amministrazioni locali: sfide e opportunità”, è il titolo dell’evento organizzato il 29 novembre dal Cerchio ICT in house, che raggruppa le 4 in house: Informatica Alto Adige, Lepida, Pasubio Tecnologia e Trentino Digitale.
L’evento su AI e il suo impatto sulla PA e sui servizi per i cittadini organizzato dal Cerchio ICT in house. Resoconto degli interventi della prima parte
In apertura dell’evento Carlo Delladio, Presidente Trentino Digitale, ha ricordato che “la provincia autonoma di Trento è un laboratorio d’Italia, grazie a FBK e all’Università”. Per esempio, la sperimentazione dei primi use case dell’IT Wallet avverranno proprio nella provincia autonoma di Trento. Delladio ha poi aggiunto: “a noi interessa lo sviluppo dell’AI in modo etico” e “come in-house pubblica riusciremo ad offrire ai cittadini servizi migliori e più efficienti e più economici grazie all’intelligenza artificiale”.
“La Pubblica Amministrazione cambierà con l’AI”, ha poi affermato Arno Kompatscher, Presidente della Provincia Autonoma di Bolzano. Della stessa certezza è convinto anche Oscar De Iorio, Presidente Informatica Alto Adige: “L’AI sta rivoluzionando il mondo con grandi opportunità per la PA. Miglioreremo i servizi pubblici e avremo più efficienza nella gestione delle risorse pubbliche”.
Allo stesso tempo, De Iorio ha messo in evidenza i rischi: “L’intelligenza artificiale, come l’energia atomica, può essere usata in modo buono e meno buono. Non venga usata per il controllo delle persone, violando la nostra privacy o la nostra libertà di mobilità con la scusa della nostra sicurezza”.
Dopo i saluti di Laura Locci, Amministratore Unico Pasubio Tecnologia, Walter Russi ha ricordato di “lavorare oltre il mandato politico per il bene della collettività”.
Paola Salomoni Assessora alla scuola, università, ricerca, agenda digitale nella Regione Emilia-Romagna: “Vogliamo, attraverso le nostre in-house, portare avanti la rivoluzione digitale del Paese”
“Vogliamo, attraverso le nostre in-house, portare avanti la rivoluzione digitale del Paese. Noi ci siamo preparati come Lepida sul lato delle infrastrutture digitali e di calcolo”, ha detto nel corso dell’evento Paola Salomoni, Assessora alla scuola, università, ricerca, agenda digitale nella Regione Emilia-Romagna. “L’AI Act”, ha aggiunto, “avrà ovviamente effetti sul nostro territorio, ma è fondamentale lavorare insieme, con le altre Regioni, per accelerare la trasformazione digitale dell’Italia. “Anche noi”, ha concluso Salomoni, “abbiamo candidato il nostro Tecnopolo per la ministeriale G7 sull’Innovazione”.
La necessità della cooperazione tra le Regioni è stata sottolineata anche da Alfredo Peri, Presidente Lepida. “Questo convegno ibrido, con interventi da Bolzano, Bologna, Schio, Trento è un esempio di come le Regioni dialogano per trovare le soluzioni e applicazioni digitali migliori per i cittadini”. “Spero”, ha concluso, “che l’IA venga letta come supporto all’Intelligenza politica e umana”.
“Come governare l’Intelligenza Artificiale? Partendo dal capire dove sono i suoi rischi“
Gianvito Lanzolla, Professore di Strategy and digital transformation presso Bayes Business School, nel suo intervento ha indicato alcune prospettive utili per definire, a livello globale, la governance dell’AI. Occorre procedere, ha detto, con i seguenti passi:
- Classificare i sistemi di AI
- Individuare dove sono i rischi dell’AI
- Sviluppare regole di governance
“Per governare l’AI”, ha spiegato Lanzolla, “occorre capirne lo scopo, la complessità, interpretabilità e scalabilità e i rischi?” “I rischi”, ha aggiunto, “possono venire da cause di pre-implementazione e post-implementazione. Spesso l’AI non è malevole”, ha spiegato, “ma può contenere Bias come gli umani, perché sviluppata dal genere umano. Ha difetti come noi umani”.
Capire da dove vengono i rischi per governare l’AI è una grande sfida “è come trovare un filo di paglia finto nel pagliaio”, ha usato questo paragone il prof. Lanzolla. “Ma è da lì”, ha concluso, “che si deve partire per definire la governance dell’AI”.
Panel 1 – Gestione del territorio: monitoraggio e governo con l’AI
Riconoscere i danni alle foreste in Alto Adige causate dal bostrico grazie a immagini satellitari; prevenire gli incendi e inviare alert su imminenti fenomeni meteorologici avversi: sono i 3 casi di studio, basati sull’IA, presentati nel primo panel dal titolo: “Gestione del territorio: monitoraggio e governo”.
Stefan Putzer, Head of Competence Center GIS – Analyst presso Informatica Alto Adige spa, ha illustrato in che modo l’in house ha usato la soluzione di AI di Google Earth Engine per vedere dove sono i danni alle foreste e inviare i forestali a verificare la causa, se dovuta, eventualmente dal bostrico, un piccolo coleottero presente naturalmente nei boschi di abete rosso dell’arco alpino.
“Google Earth Engine è un motore di analisi dei dati satellitari degli ultimi 40 anni”, ha spiegato. “La soluzione ci consente di accedere sempre a questi dati aggiornati. Si basa con algoritmi di ML e AI. Così abbiamo la possibilità di usare dati locali più precisi per il nostro caso di studio: il riconoscimento dei danni da bostrico”. “Avere previsioni future”, ha concluso, “di infestazioni causate dal bostrico grazie all’AI sarebbe davvero utile”.
Francesco Pirotti, professore Associato Dipartimento TESAF e Centro CIRGEO Università degli Studi di Padova, membro del Comitato Scientifico VSIX, ha illustrato come i dati dell’Ateneo vengono utilizzati in un progetto europeo basato sull’AI e sugli incendi.
Gabriele Franch, Senior Researcher presso l’unità Data Science for Industry and Physics (DSIP) della Fondazione Bruno Kessler, ha mostrato come funziona il sistema “Nowcasting”, da loro sviluppato su modelli di previsione AI, per inviare “early warning” in automatico su imminenti fenomeni meteorologici avversi, come fulminazioni e precipitazioni intense, neve, vento forte, ecc…. “Nonostante si basi sui dati ufficiali di molti enti territoriali, può generare avvisi falsi”, ha detto Franch.
Il bot Telegram è lo strumento più usato per l’invio degli alert di Nowcasting, di cui è stata sviluppata sia una versione con l’AI generativa sia l’app a livello nazionale. Tutto questo è il frutto di “4 anni di lavoro e di sinergie con Meteo Trentino e Arpa Emilia Romagna”, ha ricordato il ricercatore.
Infine, Elena Bellodi, Professore associato, Dipartimento di Ingegneria, Università degli studi di Ferrara, ha spiegato che “per l’uso dell’AI nei processi decisionali nella PA è fondamentale usare la mole di Big Data in possesso delle Pubbliche amministrazioni. Ma i dati non bastano. Serve etichettarli correttamente”.
Panel 2 – Migliori servizi: automazione dei procedimenti
Il ricorso all’Intelligenza Artificiale sarà una risposta concreta al calo del personale nella Pubblica Amministrazione, stimato in un 70% di dipendenti n meno nei prossimi anni. “L’AI sarà una risposta importante contro il rischio di carenza di personale pubblico”, ha detto Claudio Becchetti Executive partner – Gartner [Schio], che nel suo intervento ha dato alcune stime del fenomeno AI: il saldo fra posti creati e distrutti dall’AI nel 2026 sarà pari a zero. Nel medio periodo, l’AI permetterà di creare 500 milioni d posti di lavoro al 2036. “Nasceranno certamente delle nuove Google e delle nuove Amazon dell’AI nei prossimi anni, che per ora sono sconosciute e inimmaginabili”, aggiunge Becchetti, secondo cui entro il 2026 il 90% delle organizzazioni userà un qualche genere di AI generativa. Tanto più che già oggi l’80% dei direttori informatici già usa soluzioni di questo tipo.
Nel 2030 l’80% della popolazione globale userà l’AI tramite smartphone.
Un caso d’uso già diffuso oggi è quello degli assistenti virtuali, basti pensare all’automatizzazione delle pratiche di subappalto fatta dall’AI e al risparmio di tempo che questo comporta. Ad oggi, l’80% delle use case di AI della PA sono ad uso interno. Servizi interessati riguardano i concorsi, le HR per produrre i documenti di gara.
Ma di fronte ai nuovi servizi serve prudenza, anche perché secondo stime di Gartner entro il 2026 saranno 100 miliardi di perdite dovute a mancati controlli sull’AI. Infine, il problema principale per l’introduzione dell’AI nella PA non è di carattere tecnologico ma organizzativo.
“Fra gli ambiti di applicazione dell’AI c’è la giustizia”, ha detto Riccardo Rovatti Direttore Dipartimento di Ingegneria dell’Energia Elettrica e dell’Informazione – Università degli Studi di Bologna, illustrando un progetto di giustizia predittiva relativo in particolare alle sentenze tributarie e concentrandosi ancor più nel dettaglio sull’imposta di registro.
“Grazie alla sommarizzazione è possibile sintetizzare i contenuti di una sentenza in modo creativo”, dice Rovatti, che racconta la funzione astrattiva dell’applicazione in contrasto con quella meramente estrattiva.
Un altro ambito in cui l’AI può entrare in modo deciso è quello della stima degli assegni di mantenimento.
E’ chiaro che serve una regolazione nuova per circoscrivere il fenomeno AI. Basti pensare al fenomeno ‘fake news’.
Mette in guardia da un eccesso di aspettative nei confronti dell’AI Marco Montali Professore ordinario in ingegneria informatica, con specializzazione in intelligenza artificiale, gestione di processi e dati, process mining presso la Libera Università di Bolzano, che fra le altre cose sottolinea come si debba parlare sempre di AI al plurale: “Le AI sono diverse, ci sono almeno due grandi ambiti – dice – da un lato l’apprendimento automatico, dall’altro il ragionamento su questa conoscenza”. E’ pur vero che quello che fa l’AI potremmo farlo anche noi, su carta. Ma ci vorrebbero anni, mentre per l’AI si tratta di task da svolgere in pochissimo tempo.
Della dimensione fisica e mentale dell’AI ha parlato Paolo Giorgini Direttore Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione – Università degli Studi di Trento, sottolineando fra le altre cose “la capacità di brainstorming di ChatGTP”, in grado ad esempio di proporre agende per eventi contribuendo così alla fase decisionale dei processi.
L’AI nella PA potrà quindi avere un fattore moltiplicativo.
L’errore umano è la terza causa di morte in campo medico, ma grazie all’AI sarà possibile ridurre notevolmente gli errori adottando strumenti adatti a supporto dei processi decisionali. Sempre in ambito di PA, sarà importante “mettere a fattor comune la capacità computazionale delle singole PA – aggiunge – coinvolgendo anche i privati”.
Panel 3 – Trento – Le strategie di Intelligenza Artificiale in Trentino
“L’uso dell’AI sul territorio è già partito – ha detto Cristiana Pretto Dirigente Generale Semplificazione e Digitalizzazione, Provincia Autonoma di Trento – Vogliamo raccogliere questa sfida e governarla e fare in modo che l’AI diventi uno strumento utile a supporto delle decisioni della PA”, che restano però in mano alla componente umana.
Secondo Pretto, quella dell’IA è una sfida più organizzativa che tecnologica, che si può vincere in primis grazie alla formazione.
Dal canto suo, Andrea Nicolini Chief Public Administration Strategy Officer, TrentinoSalute4.0 Program Manager presso la Fondazione Bruno Kessler (FBK), ha ricordato come “La Fondazione Bruno Kessler è specializzata da sempre in AI e che l’AI rappresenta una vera metamorfosi anche per la PA”. A partire da servizio sanitario locale.
Racconta l’esperienza del Comune di Trento Mirko Franciosi Dirigente Servizio Innovazione e Transizione Digitale, Comune di Trento: “Il Comune è partner di progetti sull’intelligenza Artificiale da 5 o 6 anni – dice – fra gli altri della Fondazione Bruno Kessler. Nel tempo abbiamo avviato il progetto Marvel (2021), allo scopo di analizzare i dati anonimizzati, tramite machine learnig, presi da 600 telecamere sul territorio per verificare situazioni anomale”.
Sulla stessa linea d’onda anche altri due progetti – Progetto Protector e Progetto Precrisis – finalizzati il primo all’analisi di situazioni critiche in luoghi di culto e il secondo ad una analisi ad ampio spettro di possibili situazioni critiche come scippi e spaccio.
Infine, Francesca Paolucci Responsabile Area Innovazione e Divulgazione Tecnologica, Trentino Digitale, ricorda il ruolo della in-house della provincia autonoma, sottolineando la necessità di disporre di servizi maturi ed affidabili, prima dell’adozione su ampia scala “Trentino Digitale in questo ambito agisce come facilitatore, abilitatore e verificatore – ha detto – E’ necessario garantire la qualità dei dati per addestrare le reti neurali. E anche per questo servono competenze”.
Presente al panel anche Gianvito Lanzolla Professore di Strategy and digital transformation presso Bayes Business School.
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