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AI in Italia, Scornajenchi: “Il mercato nazionale ad oggi è zero. Entro il 2028 arriverà a 4 miliardi”

“In Italia il mercato nazionale dell’Intelligenza artificiale (AI) nei prossimi tre anni è stimato in 3-4 miliardi di euro. È poco direte. Ma ad oggi è zero”. Lo ha detto Agostino Scornajenchi, Amministratore Delegato e Direttore Generale di CDP Venture Capital SGR, al convegno sulla presentazione al Senato del Quarto Rapporto Ital Communications -IISFA sull’Intelligenza Artificiale in Italia, presentato oggi presso Sala degli Atti parlamentari del Senato a Roma.

“CDP Venture Capital metterà un miliardo di euro di fondi per lo sviluppo di questa strategia”, ha aggiunto l’AD. “I soldi spesi saranno suddivisi in 3 fasi: la fase 1, quella più importante, è quella in cui si genera la ricerca. Li allocheremo 120 milioni di euro. Fase 2: fase di intervento da 500 milioni su startup esistenti che stanno migrando sull’intelligenza artificiale e 300 milioni sul campione nazionale”.

I numeri del quarto Rapporto Ital Communications -IISFA sull’Intelligenza Artificiale in Italia

L’Intelligenza artificiale ha già dimostrato di rivoluzionare settori chiave come la sanità, l’automazione industriale, il trasporto e molto altro ancora. Tuttavia, di pari passo con queste innovazioni, sorgono interrogativi cruciali riguardo ai rischi che l’AI comporta per la società nel suo complesso. Ma quali reazioni suscita negli italiani?

Il l quarto Rapporto Ital Communications -IISFA sull’Intelligenza Artificiale in Italia presentato oggi, realizzato in collaborazione con l’Istituto Piepoli e Assocomunicatori, ha evidenziato da parte degli italiani intervistati ottimismo, preoccupazione e necessità di regolamentazione. Il panorama informativo e le nuove normative giocano un ruolo cruciale, con un’attenzione particolare alla sicurezza e ai diritti individuali.

Il 37% degli italiani ha un’impressione positiva, un altro 37% mantiene una visione neutrale, mentre il 21% esprime paura e diffidenza, emerge dal Rapporto. Il 35% degli italiani associa l’Intelligenza Artificiale all’area tecnologica, mentre il 26% considera l’IA il futuro e il 15% riconosce nel suo impiego vantaggi concreti come supporto alle attività umane. Tuttavia, il 14% esprime emozioni negative e l’8% riesce a concretizzare le proprie paure.

Il 66% degli individui si dichiara molto o abbastanza ottimista sugli sviluppi futuri dell’Intelligenza Artificiale, mentre il 63% è fiducioso nei confronti dei sistemi di IA.

Riguardo al proprio livello di conoscenza e competenza in tema di IA, un italiano su due dichiara di saperne qualcosa, solo il 6% di saperne molto. Uno su due ammette di saperne poco, il 6% di non saperne nulla. I giovani ne sanno decisamente più degli adulti (62% chi dichiara avere conoscenze in materia tra i 18-34enni, rispetto al 36% degli over 54). Per loro stessa ammissione, comunque, si tratta ancora di una conoscenza costruita in modo autodidatta.

Il ricorso agli strumenti di AI

Come si evince dal Rapporto, il 69% utilizza qualche tipo di tecnologia o applicativo che si basa sull’IA. La diffusione è quasi totale presso i giovani (83%), minore presso la maggioranza degli adulti (57% tra gli over 54enni). Nel dettaglio delle tipologie, si tratta soprattutto di assistenti virtuali (53%) e di app di IA Generativa, citate da circa il 30% delle persone. Il 31% degli individui ha poi dichiarato di non avere ancora utilizzato tecnologie basate sull’IA. Sono soprattutto gli over 54enni a essere oggi più distanti (il 43%).

IA Generativa e comunicazione

L’Intelligenza Artificiale Generativa divide a metà la popolazione. Secondo il Rapporto Ital Communications-IISFA, il 51% degli individui riconosce questa tipologia di IA, con i giovani che dichiarano maggiore dimestichezza (63%). Una persona su due dichiara di avere fiducia nei confronti di questa tecnologia. I giovani, a fronte della maggiore conoscenza dell’argomento, si dichiarano più confidenti (69% tra i 18 e i 34 anni), gli adulti un po’ più prudenti (45% i fiduciosi).

Le fake news sono al centro della comunicazione: l’86% sostiene di fare un controllo prima di prendere le notizie per buone, ma si aspetta (l’86%) che la propria iniziativa sia corroborata in modo strutturato da un Ente preposto e da iniziative formative (85%) all’uso dell’IA.

Butti: “Con AI in Sanità iniziamo a tagliare liste di attesa”

Lo studio dell’Istituto Piepoli è straordinario. Quello che emerge che tra gli over 50 molti temono l’arrivo dell’AI. Sull’Intelligenza artificiale non condivido lo scenario distopico spesso illustrato e spiegato. Qualcuno ci sta spiegando che creerà disoccupazione senza precedenti. Voglio essere ottimista, basandomi su una serie di dati scientificamente elaborati. E’ vero che ci sarà un momento di stagnazione, ma è anche vero che se saremo tutti quanti bravi l’occupazione risalirà”, ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega dell’Innovazione tecnologica e alla Transizione digitale, Alessio Butti.

“E’ evidente – ha aggiunto – che cambieranno le competenze e le skill. Con il ministero dell’Università e della ricerca, con quello dell’Istruzione, con il dipartimento e con tutti stakeholder dobbiamo essere bravi a cambiare i profili della formazione”. Per Butti occorre un’opera di “buon senso” e il Paese ha bisogno di una “politica industriale seria sull’AI”. “Bisogna aumentare il tasso di consapevolezza dell’importanza di questa tecnologia, su cui questo governo è già estremamente impegnato – ha detto ancora – e diffondere una comunicazione positiva”, facendo anche capire “che attraverso l’applicazione dell’Ia siamo in grado di far progredire” anche il mondo della “scienza”, della “telemedicina” e della “sanità. A Proposito di sanità stiamo lavorando per avvantaggiare il settore, come ad esempio le liste di attesa”.

Federico Freni (Mef): “Momento storico di passaggio in cui dobbiamo e possiamo fare delle scelte”

“Ci troviamo in un momento storico di passaggio in cui dobbiamo e possiamo fare delle scelte, non farlo ci condannerebbe a restare in uno stato di torpore. La mia preoccupazione rispetto all’IA è che quando ci risveglieremo non riusciremo a capire che questi processi non solo non sono irreversibili ma neanche distruttivi”, ha dichiarato il Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze Federico Freni“.  Siamo di fronte a un fenomeno che sostituisce non tanto l’azione come avvenne durante la rivoluzione industriale, ma il pensiero, ossia la capacità di generare autonomamente. Sotto questo profilo occorre avere maggiore consapevolezza degli strumenti che abbiamo a disposizione per non rimanere degli osservatori, ma essere capaci di governare e dirigere i processi”.

Il Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, Bruno Frattasi, ha affermato: “L’IA presenta implicazioni notevoli e straordinariamente importanti per la nostra vita associata, pensiamo al tema della salute e della difesa. In questo senso, come ACN, il nostro principale impegno sarà quello di studiare forme di IA attraverso le quali sapremo rispondere meglio alla minaccia che è rappresentata dall’uso di questo strumento come arma di offesa. Siamo appena agli albori di un processo che non sappiamo dove potrà arrivare. Il mio auspicio è che l’IA possa essere indirizzata verso obiettivi di pace e benessere”.

Secondo Domenico Colotta, Presidente di Assocomunicatori e Founder di Ital CommunicationsDal Quarto Rapporto Ital Communications–IISFA sull’Intelligenza Artificiale in Italia emerge che gli italiani sono cautamente ottimisti e fiduciosi riguardo questa tecnologia, che purtroppo è strettamente collegata ai temi della disinformazione e delle fake news. Oggi è proprio l’Intelligenza Artificiale che rende più semplice la creazione e la diffusione su larga scala di contenuti falsi a un pubblico mirato. Purtuttavia, essa è in grado di offrire anche enormi opportunità in quanto consente di identificare e bloccare in modo efficace l’enorme mole di disinformazione pubblicata online con l’aiuto di algoritmi addestrati. Sullo sfondo, però, rimane la capacità di chi si informa nel saper attingere da una varietà di fonti informative servendosi del pensiero critico, vero e proprio antidoto contro ogni contenuto fuorviante”.

Gerardo Costabile, Presidente IISFA, ha dichiarato: “Gli italiani hanno trasmesso, in questo Rapporto, un equilibrio e una conoscenza dell’Intelligenza Artificiale oltre le aspettative. Ottimismo, fiducia e percezione dei rischi sono ben suddivisi nella popolazione, con un focus sul mondo del lavoro, sanità e servizi bancari. La maggioranza degli italiani ci chiede maggiore formazione e conoscenza, oltre che un impegno a ridurre alcuni rischi che sono chiaramente percepiti, quali ad esempio quelli sul mondo del lavoro e sulle fake news/deepfake sempre più sofisticati. Le persone si fidano molto di più dell’Europa e dell’Italia su questi argomenti, nonostante la consapevolezza sulla minore padronanza tecnologica. Coerentemente con l’auspicio di questa parte degli italiani, mi auguro che l’Europa e l’Italia incentivino sempre di più lo sviluppo di tecnologie locali, con logiche che mettano sempre al centro l’uomo e l’etica”.

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